IL TIRRENO
Cronaca di Viareggio

Martedì, 15 novembre 1988


Porto e ambiente. I dubbi sulla linea del Wwf

Sono un diciannovenne viareggino residente a Novara, ma che appena può, scappa a Viareggio ed ha quindi a cuore i problemi della sua città natale.

Durante l'ultimo week-end ho visto, per caso, un articolo sul vostro giornale dell'11 novembre, che riportava le dichiarazioni del Sig. Altemura Giovanni, delegato WWF della Versilia, in cui si dichiarava favorevole all'esecuzione di tre laghetti sul vialone che, secondo lui, "tendono ad un ripristino ambientale nella zona ed a creare oasi di rifugio per la fauna riportando quel tratto di Parco ora degradato, allo stato naturale".

Nell'articolo il Sig. Altemura si dichiarava anche favorevole alla costruzione d'una pista ciclabile, sempre sul vialone, che "servirà ai visitatori per ammirare le bellezze della natura e ai mezzi antincendio per proteggere il nostro patrimonio boschivo".

La concomitanza delle due affermazioni m'ha lasciato allibito e m'ha fatto sorgere un dubbio: non penserà mica davvero il delegato WWF, Sig. Altemura, che le piste ciclabili fossero un elemento autoctono della macchia lucchese prima del degrado cui allude?

Questo dubbio si innesta su un altro che mi porto dietro fin dall'estate, quando partecipai ad una riunione del WWF di Viareggio, in cui si parlava di porti turistici, e se ne faceva una questione d'ubicazione e non di principio.

Alla luce delle ultime dichiarazioni del Sig. Altemura, non sono del tutto sicuro che egli non pensi che anche tale tipo di interventi, a seconda dell'ubicazione, non rientrino in un piano di recupero ambientale, anche perché ho constatato che, tra le associazioni ambientaliste che stanno raccogliendo firme contro la realizzazione di nuove darsene, il WWF non c'è.

Essendo socio WWF, ma soprattutto ambientalista convinto, vorrei mi fossero chiariti, da parte del Sig. Altemura, questi dubbi, per capire se le due cose sono compatibili fra loro.

Emilio Colombo

 

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