Canto dell’anima (J1)

  Solo vagavo pel calle consueto,
quando lo spirto mio pur fu sospinto
da inusitati pensieri. In modo
  queto era scorso il die morente, e lieto
tornavo al mio giaciglio. Volle il fato
che ritrovassi l’anima che innanzi
  già tra la strana folla avevo scorta,
quando la Luna tutta era nascosta.
Vagai con lei per qualche breve istante,
  ma intenso tanto, che volli novar,
lo giorno appresso, il luminoso incontro.
E cotal fu : egualmente funesto.

Lunedí 19-venerdí 23 maggio 1997
Emilio Colombo

 

Prima bozza del canto dell’anima

  Lo spirto mio fu quinci pur trafitto
da sentimenti a lui non spesso noti.
Il fato volle inver che rivedessi
  un’anima già dianzi tra la folla
scorta : vincendo la viltade mia,
con lei divisi qualche breve istante,
  ma intenso tanto, che al solo pensiero
delle gentili sembianze sue l’anima
e ‘l corpo miei al mio potere sfuggono.
  Altro non voglio né posso a te dire,
se non che sento sempre piú vicina
una dolce e funesta dannazione.
  Di ciò che tosto leggesti, parola
non dovrai far a nessun conoscente.

Lunedí 19 maggio 1997 - 02h15
Emilio Colombo

 

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