Il mio plastico ferroviario H0
Movado-Noresto





GR.835 in manovra
Il desiderio di costruire un plastico ferroviario risale alla mia adolescenza, tra gli anni sessanta e settanta, quando le mie risorse economiche erano particolarmente scarse e lo spazio nella casa dei miei appena sufficiente per noi quattro. Così mi accontentavo di costruire velieri antichi, che richiedevano meno spazio e denaro.

Sono riuscito a coronare il mio antico desiderio solo oggi a quarantatre anni, poichè dispongo finalmente di una casa grande, con una sala hobby particolarmente adatta a contenere il mio plastico in scala H0 Movado-Noresto. L'anno scorso hanno regalato a mia figlia una vecchia confezione Lima, con trasformatore, ovale di binari, 5 carrozze passeggeri e l'E.656, il tutto datato almeno vent'anni. Dopo aver montato quell'ovale sul pavimento e fatto girare il treno è risalito a galla l'antico desiderio. Così un po' per gioco, un po' sul serio mi sono imbarcato in questa avventura durata un anno.







La prima cosa da fare era documentarmi, per cui ho acquistato un piccolo manuale di modellismo ferroviario, dal quale ho appreso le tecniche per la realizzazione dei paesaggi, anche se molto ho dovuto attingere alla mia fantasia. Per la scelta del tracciato ho preso spunto dal Manuale dei tracciati Lima, modificandone uno all'apparenza semplice, costituito da una singola linea con due anelli e due stazioni, una di valle e una di monte, con raddoppio dei binari nelle stazioni, più due raccordi con binari morti, per uno sviluppo totale di 160 X 160 cm.
il telaio portante con il tracciato in costruzione







il tracciato originale proposto da Lima
Le modifiche apportate sono state quelle di realizzare un anello più esterno che mettesse in collegamento i raccordi delle due stazioni, e l'ampliamento con doppio binario morto del raccordo della stazione di valle. Con un aumento dell'ingombro fino alle dimensioni di 180 X 180 cm. La scelta di una pianta quadrata mi ha dato modo di realizzare un plastico ad isola osservabile da ogni lato, senza dover ricorrere ad alcun fondale.







il collaudo del tracciato
Se le montagne dei plastici dovessero rispettare le stesse proporzioni dei treni, i plastici sarebbero alti decine di metri! La montagna del mio plastico è alta 45 cm dal piano della stazione di valle e vi assicuro che sembra alquanto imponente. Il segreto di un bel plastico risiede nell'armonia di un paesaggio irreale ma plausibile e gradevole alla vista, ciò viene raggiunto certamente con un'accuratezza dei dettagli, ma anche dalla scelta delle proporzioni e dall'accostamento dei particolari.







la stazione di Movado con il muro di contenimento il ponte a due arcate sul costone della montagna la stazione di Noresto con la funivia appena ultimata vista d'insieme con la montagna allo stato grezzo







il piazzale della stazione di Movado Tuttavia il mio voleva essere anche un plastico funzionale, così mano a mano provavo la circolazione dei treni e prevedevo gli allacci per i sezionamenti, binari di comando, semafori, scambi, luci e funivia. Già perchè una volta realizzata la montagna il mio amico Enrico ha pensato bene di suggerirmi l'inserimento della funivia della Brawa, lavoro che ha richiesto più di un mese di tempo tra rifinitura delle stazioni, posa in opera e messa a punto.







La linea che corre all'esterno della montagna ha richiesto la realizzazione di un muretto di contenimento per tutto il percorso, di altezza variabile a seguire il costone di montagna, fatto con pezzi di cartone da imballaggio ricoperto di fogli di cartoncino mattonato e rifinito con lastroni in cemento realizzati con pezzetti di listello a bordo sagomato, opportunamente verniciati. convoglio merci nel canalone dell'altro versante







ancora il ponte sul costone montano rifinito Altra opera di un certo impegno è stata il ponte ferroviario a due arcate con un lato a vista e l'altro incassato nel versante della montagna.
Mi è risultato più comodo costruirlo attorno al tratto di piano ferroviario già realizzato, con balsa da 3 mm e cartone, ricoperto con fogli di cartoncino mattonato, usando roccia di sughero e stucco per integrarlo nella montagna, parapetto e lampioncino a rifinitura.


Un avvallamento nel terreno mi ha dato l'opportunità di realizzare uno stagno con la resina bicomponente, utilizzata anche sotto le arcate del ponte insieme a del pietrisco marino a rifinitura della riva, una scopa di saggina ha fornito le canne per un canneto ai margini dello stagno. lo stagno ancora da rifinire


vista d'insieme a tre quarti d'opera L'ambientazione è di un paesaggio montano italiano dei primi anni ottanta, la stazione di Movado, di media importanza, è posta a valle su di un piazzale asfaltato sul quale si affacciano un isolato con negozi e il piccolo municipio; due strade, diramandosi in direzioni opposte, conferiscono un senso di profondità che in complesso lascia intuire la presenza di un piccolo centro cittadino. Una villa-pensione è posta all'estremo di una delle due strade, in prossimità dello stagno. All'angolo opposto ha trovato posto lo scalo merci Lima, ben inserito tra il raccordo con i due binari terminali ed un piccolo piazzale di manovra.







la stazione di valle della funivia adiacente alla stazione di Noresto i tralicci dell'elettrodotto la banchina della stazione di Movado vista aerea della stazione di Movado







La funivia di Noresto arriva fino alla cima della montagna, dove un sentiero conduce dalla stazione della funivia ad un piccolo santuario, realizzato adattando una chiesa della Faller in scala N. Un elettrodotto costituito da tre tralicci realizzati da me con tondini di ottone e saldatore, porta l'energia elettrica alla stazione di monte della funivia. la chiesetta alle spalle della stazione di monte della funivia







un piccolo campo coltivato Rifiniscono la montagna quasi duecento conifere, un orto terrazzato con piccolo vigneto e rocce realizzate con corteccia d'albero. Sulle pendici opposte a Noresto ho inserito un fienile con mucche in un recinto, ai piedi dello scosceso terrapieno sul quale corre l'anello ferroviario esterno. Oltre 100 personaggi della Preiser, dipinti da me, popolano il plastico in alcune scene di vita comune.







la stazione della funivia in cima alla montagna In totale sul plastico vi sono 5 semafori e 7 scambi, ma per la natura del circuito risulta davvero complicata la manovra manuale con più convogli, così ho approfittato delle mie cognizioni elettroniche per realizzare una centralina a microprocessore (il Motorola 68HC11) che consente di far girare tre convogli sul plastico, con attese in stazione e gestione dei segnali.







il mercatino sul piazzale della stazione di Noresto

operai al lavoro sul piazzale Tre trasformatori forniscono rispettivamente la tensione per i circuiti elettronici ed i relè, quella per i treni, scambi e segnali, ed il terzo per l'illuminazione e la funivia. La centralina elettronica, la scheda di comando con le morsettiere ed i trasformatori hanno trovato posto in un angolo sotto al telaio, per l'esercizio ho realizzato una semplice consolle con appena 6 deviatori e 2 led che consente di controllare la corrente continua e quella alternata, le luci, la funivia, l'avvio e la modalità di funzionamento con tre convogli o un solo convoglio.




Attualmente il servizio da Movado a Noresto è svolto, nelle due direzioni, da un E.656 e un E.424 Lima, con due carrozze Corbellini ciascuno, mentre un E.444 traina un pesante convoglio di 7 carri merci sull'anello esterno. l'E.444 all'uscita della trincea sul versante posteriore





ma un plastico non e' mai finito

Clicca qui per il sito di Pino Visitate il plastico del mio amico   XPINO


©2001 Bruno Genovese