Cenni
storici sul Giappone
Izanami
e Izanagi creano le isole del Giappone
Indice
Origini leggendarie
Jinmu Tenno, il primo imperatore
I primi clan
Il periodo Nara (710-794 d.C.)
Il periodo Heian (794 - 1185 d.C.)
I Taira e i Minamoto
Le guerre Genpei (1180 - 1185 d.C.)
Il periodo Kamakura (1185 - 1333 d.C.)
Il governo degli Hojo
L'imperatore Go Daigo
Il periodo Muromachi (1333 - 1578 d.C.)
Oda Nobunaga
Toyotomi Hideyoshi
Il periodo Tokugawa (1615 - 1867 d.C.)
Le origini del Giappone
Le origini del Giappone sono leggendarie:
i miti che riguardano la nascita del Giappone sono contenuti nel Kojiki,
uno dei primi testi giapponesi, considerato il libro sacro dello scintoismo.
La leggenda inizia con la separazione del Cielo e della Terra; compaiono
quindi due divinità Izanami e Izanagi che danno vita alle isole
giapponesi tirando a galla dal mare frammenti di terra. E' poi la volta
delle divinità della Pianura del Cielo fra cui Amaterasu, la Dea
del Sole e suo fratello Susanoo, Dio delle tempeste. Queste due divinità
genereranno a loro volta la serie di dei che vengono considerati progenitori
e numi protettori delle più importanti famiglie.
Jinmu Tenno, il primo
Imperatore
L’imperatore giapponese, chiamato Tenno,
discende direttamente dalla Dea del Sole. Secondo la leggenda Amaterasu
fece scendere sulla terra, nella regione del Kyushu, il nipote Ninigi consegnandoli
i tre doni simboli del potere imperiale: la spada, il gioiello ricurvo
e lo specchio. Il nipote di Ninigi, Jinmu Tenno, conquistò la regione
centrale di Yamato diventando così il primo imperatore. I suoi discendenti
lotteranno nel tentativo di espandersi e conquistare tutto il Giappone.
La comparsa dei clan
Compaiono quindi le Uji o clan, grandi
gruppi di famiglie imparentati da vincoli di sangue e governati dal capo
della stirpe. Il clan imperiale Yamato, che vanta la discendenza dalla
Dea del Sole Amaterasu, annette a poco a poco le altre Uji diventando sempre
più importante. Verso il 500 d.C. il Giappone ha raggiunto l’unità
politica, conosce i metalli, è un paese con proprie credenze religiose
codificate in un sistema, lo scintoismo.
Il periodo Nara (710
- 794 d.C)
Durante il governo del principe Shotoku
(VII secolo) s’intensificano i rapporti con la Cina. Oltre al buddismo
si diffonde l’ideologia confuciana che rafforza la venerazione nell’imperatore
visto come collegamento tra l’uomo ed il divino. Nel 710 d.C. viene costruita
a Narala prima capitale del Giappone: lo stato giapponese si dà
una struttura centralizzata prendendo a modello quella cinese del periodo
Tang. Il periodo che va dal 710 al 794 d.C. è conosciuto come periodo
Nara ed è caratterizzato dall’assimilazione della progredita cultura
cinese in tutti i campi.
Il periodo Heian
(794 - 1185 d.C.)
Nel 794 d.C. quando la capitale viene spostata
ad Heian-Kyo, l’attuale Kyoto, la cultura Giapponese raggiunge un notevole
sviluppo: l’imperatore svolge una funzione paragonabile a quella del mecenate
del nostro Rinascimento. Kyoto diventa il centro del potere e della cultura
per quasi 400 anni mentre una rigida gerarchia di aristocratici controlla
tutte le cariche più importanti di governo. Con il passare del tempo
il clan Fujiwara aumenta la sua influenza a scapito dello stesso imperatore
impiegando un’abile politica dei matrimoni. Nel frattempo, nel campo religioso,
alle scuole buddiste Tendai e Shingon si aggiungono altre correnti quali
l’amidismo e lo Zen. Il periodo che va dal 794 al 1185 d.C. è conosciuto
come periodo Heian ed è caratterizzato dallo sviluppo di una cultura
raffinata di corte tipicamente giapponese.
L'ascesa dei Taira
e dei Minamoto
Alla fine del periodo Heian il trono ha
perduto ogni potere politico e il Giappone è entrato in un sistema
feudale controllato da potenti egemoni militari. I primi capi guerrieri
erano stati in realtà nobili militari mandati dalla corte a sedare
disordini scoppiati nelle lontane province. In questo periodo comincia
l’ascesa al potere di due clan militari: i Taira ed i Minamoto. Nel 1156
scoppia la guerra civile Hogen che vide la vittoria di Taira Kiyomori e
l’inizio della supremazia dei Taira.
Kiyomori si innamorò perdutamente
della moglie del suo avversario Minamoto Yoshitomo tanto da volerla come
concubina dopo la morte del marito. Questo si rivelerà un grave
errore in quanto i figli di Yoshitomo, Yoritomo e Yoshitsune, risparmiati
per amore della madre causeranno la fine del dominio dei Taira. Il governo
di Kiyomori fu sostanzialmente una dittatura basata sull’uso della forza
militare.
Le guerre Genpei
Minamoto Yoritomo riuscì a riunire
in una coalizione tutti gli elementi ostili ai Taira tra cui i monaci buddisti
dei templi Onjoji e Kofukuji. Iniziò così una nuova guerra
civile tra i Taira ed i Minamoto (guerra Genpei 1180-85 d.C.). La guerra
culminò nella battaglia navale di Dan-no-Ura (1185) dove i vessilli
rossi dei Taira vennero sopraffatti da quelli bianchi di Yoshitsune, fratello
di Yoritomo. Minamoto Yoshitsune fu una delle figure di samurai più
amate dai giapponesi: descritto nelle opere letterarie come uomo di bell'aspetto
e abilissimo guerriero,ebbe però un tragico destino. Una volta sconfitti
i Taira, venne infatti perseguitato dal fratello Yoritomo, che non voleva
avere rivali nella leadership della famiglia; considerato ingiustamente
un traditore e braccato dalle forze di Yoritomo, fu costretto alla fine
a commettere suicidio. Divenne così l’esempio dell’eroe tragico
giapponese, valoroso ma destinato alla sconfitta. Alla fine dei conflitti
la classe dei guerrieri ha ottenuto la sua affermazione politica ai danni
della nobiltà.
Il periodo Kamakura
(1185 - 1333 d.C.)
Minamoto Yoritomo lascia la corte di Kyoto
per stabilirsi a Kamakura dove fonda un governo militare. Nel 1192 assume
il titolo di Shogun (generalissimo) rendendolo ereditario e con questa
carica dirige in pratica il paese. Al governo dei nobili si affianca e
gradualmente si sostituisce il governo dei samurai. Il periodo Kamakura
(1185-1333) fu così caratterizzato da un equilibrio tra la corte
imperiale e la provincia anche se il baricentro andò gradualmente
spostandosi verso Kamakura.
Il governo degli
Hojo
Alla morte di Yoritomo, scoppia una guerra
per la successione che vede l’affermarsi della famiglia Hojo. Gli Hojo
governarono dal 1219 al 1333 con la carica di Shikken (reggenti). In questo
periodo il buddismo Zen diventa un elemento fondamentale per la classe
dei samurai. Durante la reggenza degli Hojo vi furono le due invasioni
mongole (1274 e 1281) che misero in pericolo la libertà del paese.
Queste vennero respinte anche con l’aiuto delle tempeste che si abbatterono
sulle flotte mongole (Kamikaze = venti divini). Alla fine delle invasioni,
seppur vittoriosi, gli Hojo non erano nella condizione di ricompensare
i combattenti e questo causò la loro fine. La mancata distribuzione
delle ricompense generò dei conflitti di cui approfittò l’imperatore
Go Daigo (1278-1339) per tentare una restaurazione del potere imperiale.
Per sconfiggere gli Hojo l’imperatore si avvalse dell’aiuto di Ashikaga
Takauji, intraprendente guerriero che apparteneva ad un ramo della famiglia
Minamoto. Gli Hojo vennero sconfitti e circa 800 membri del clan si suicidarono
in un tempio per non dover sopportare il disonore della sconfitta.
L'imperatore Go Daigo
Una volta eliminati gli Hojo, Ashikaga
Takauji pensò di prendere lui stesso il potere. Entrato in
conflitto con l’imperatore Go Daigo, ne nominò uno di suo gradimento
da cui si fece conferire il titolo di Shogun. Distrutta ormai Kamakura,
scelse come sede del suo governo militare, Muromachi, un quartiere di Kyoto.
La lotta con Go Daigo continuò per molti anni ed il paese venne
diviso in due parti: a Muromachi vi era la corte di Takauji, mentre
a Yoshino quella di Go Daigo. Questo periodo è conosciuto
come "Periodo delle Corti del Nord e del Sud" e si protrasse dal 1336 al
1392 d.C. Seguirono numerose rivolte che gettarono il paese nel caos, come
la rivolta contadina di Kyoto, quella dei monaci di Osaka e la guerra Onin.
Il periodo Muromachi
(1333 - 1578 d.C.)
Gli shogun Ashikaga oltre che abili militari
si rivelarono anche uomini colti e raffinati: gestirono il potere in un
clima di disordini e ribellioni, soprattutto nelle provincie. Tutto il
periodo Muromachi (1333-1573) fu caratterizzato da una serie di guerre
civili che culminarono nel Sengoku Jidai (1478-1578), il periodo degli
Stati Combattenti. Intanto arrivarono in Giappone gli occidentali (1542)
nelle vesti di religiosi e mercanti: i samurai furono subito interessati
alle armi dei portoghesi, gli archibugi. Verso la fine del 1500 i piccoli
domini territoriali unendosi avevano dato vita a grandi stati feudali dominati
dai Daimyo, i signori feudali. Erano questi i nuovi samurai: il loro potere
derivava soltanto dalla forza militare dei loro eserciti e non dal potere
centrale. E’ in questo ambiente che si svilupparono i tre grandi condottieri
che contribuirono all’unificazione del Giappone.
Oda Nobunaga
Oda Nobunaga (1534-1582), figlio di un
piccolo feudatario che discendeva dai Taira, riuscì ad unificare
i feudi più piccoli per poi attaccare i nobili provinciali divisi
da lotte intestine. Nel 1568 entrò a Kyoto su richiesta dell’imperatore
in conflitto con la famiglia Ashikaga. Nobunaga depose lo Shogun ma non
ne assunse il titolo per non dover assoggettarsi all’imperatore. Uomo violento
e iracondo perseguitò i monaci buddisti distruggendo la maggior
parte dei templi che circondavano Kyoto e massacrando migliaia di monaci.
Nemico giurato dei Ninja, riunita sotto il suo controllo la parte centrale
del Giappone, tentò più volte d’invadere Iga. Morì
inaspettatamente per mano di un vassallo nel 1582.
Toyotomi Hideyoshi
(1615 - 1867 d.C.)
Gli successe un suo generale di umili origini,
Toyotomi Hideyoshi (1536-1598) che prima ne vendicò la morte e poi
si accinse a riconquistare il paese. Distribuì le terre conquistate
ai Daimyo esigendo in cambio una fedeltà assoluta: obbligò
le loro famiglie a risiedere nel castello di Osaka per controllarli meglio.
Creò un grande esercito unificato e promulgò un editto che
vietava ai contadini la detenzione di qualsiasi tipo d’arma. Consolidato
il potere all’interno del paese inziò le’invasioni della Cina e
della Corea che terminarono però con la sua fine improvvisa (1598).
Il periodo Tokugawa
Il successore di Hideyoshi, Tokugawa Ieyasu
(1542-1616) completò l’opera di unificazione del paese. Con una
serie di scontri a Sekigahara (1600) e ad Osaka (1615) eliminò tutti
i possibili rivali compreso il figlio di Hideyoshi che aveva promesso di
proteggere. Come discendente dei Minamoto riottenne il titolo di Shogun
iniziando così una nuova dinastia che rimase al potere fino al 1868.
I Tokugawa governarono il Giappone attraverso una perfetta macchina burocratico
amministrativa. La classe guerriera, compresi i Daimyo, ricevette una serie
di rigide regole che stabilivano ogni comportamento. La società
diventa sempre più stratificata e controllata: anche i nobili e
l’imperatore erano sottoposti a leggi che li sottomettevano allo Shogun.
Nel periodo Tokugawa (1615-1867), chiamato anche Edo dal nome della nuova
capitale (Tokyo), i samurai si trasformarono da guerrieri in burocrati
ed amministratori. Anche gli ultimi ninja si limitarono a svolgere il ruolo
di polizia segreta del regime perdendo così a poco a poco le loro
abilità e il loro spirito di sopravvivenza. Nel 1638 lo Shogun Hidetada
proibì i contatti con l’occidente determinando l’isolamento del
Giappone.
Torna
alla pagina iniziale
guidocorsi@tiscalinet.it
http://web.tiscalinet.it/bujinkanroma