Santa Maria di Costantinopoli sotto il titolo dei Santi Medici Cosma e Damiano

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Le chiese di S.M. Di Costantinopoli a Taranto

LE CHIESE  DI SANTA MARIA DI COSTANTINOPOLI A TARANTO

Prima chiesa

L’Arcidiacono Mons. Giuseppe Blandamura, insigne storico tarantino, nel 1926 scrivendo della chiesa di Santa Maria di Costantinopoli così si esprimeva: “Su quella spiaggia una volta silente e malinconica campagna infestata da pirati, e quasi in direzione dello scoglio dei tonni, nei cui pressi in questi ultimi tempi furono rinvenute le origini neolitiche di nostre genti, venne edificata, in antico, la chiesa di Santa Maria di Costantinopoli”.

Seconda chiesa

Questa chiesa andata distrutta per vetustà o abbattuta dalle scorrerie piratesche, venne riedificata a proprie spese dal Sacerdote Don Gianbattista de Algericiis nel suo giardino sulla via per Massafra e consacrata il 2 Aprile 1570 da Monsignor Sirigo Vescovo di Castellaneta. Il 6 Febbraio 1578 fu visitata dall’Arcivescovo Brancaccio e in quella occasione il de Algericiis riferì che nella chiesa si era installata senza  suo permesso la Società di Santa Maria di Costantinopoli e perciò pregava l’Arcivescovo che ne ordinasse l’espulsione.

Terza chiesa

Nel 1926 la vecchia chiesa (la seconda) del de Algericiis fu abbattuta e col suo materiale,  conservando le stesse dimensioni fu ricostruita nei pressi di porta napoli ( destra dell’attuale cavalcavia). Qui c’era una bella scultura policroma della Vergine col Bambino,(probabile del 500) che restaurata è visibile nel duomo.
(Nota: I dati di cui sopra sono stati ricavati da documenti esistenti nella sede della Confraternita di Santa Maria di Costantinopoli attualmente insediata nella chiesa di San Giuseppe nel Borgo Antico di Taranto)
P.S. (dalla memoria di un privato cittadino, “a beneficio d’inventario”, che in parte ha vissuto le vicissitudini di  cui sotto elencati.)
 La chiesa di cui sopra, dopo il suo periodo di attività, è ritornata nuovamente nell’ombra, complice l’avvento (negli anni 60), dell’Italsider (oggi ILVA). La costruzione del cavalcavia che porta all’Italsider- Massafra- Bari,  ha coperto quasi totalmente la visuale della stessa; l’esodo in massa dalla città vecchia per via dell’esistente degrado (anni 60/70) ha prodotto vari crolli di stabili fatiscenti, sfociando in un grave lutto per la città di Taranto a seguito dell’ennesimo crollo (questa volta con vittime), in Vico Reale nei pressi della  chiesa di San Gaetano, ove nel 1975 persero la vita 6 (sei persone).
Tutto questo ha portato ad una accelerazione nel programma edilizio del Comune, che costruì case parcheggio in Via Machiavelli (zona Tamburi) tuttora esistenti (anno 2012), costruzioni di palazzine alla zona di Paolo VI, requisizione di alberghi, requisizione di appartamenti nella nascente zona “Beni Stabili” in via Dante, tutto ciò al fine di garantire un tetto agli sfollati che emigravano dal Borgo Antico, per la pericolosità dei loro appartamenti e/o stabili, dichiarati “pericolanti” dall’Ufficio Tecnico del Comune).
Ovviamente è scaturito che la popolazione nella  città vecchia si è notevolmente ridotta e  per tale effetto l’affluenza dei fedeli, prima copiosa nelle varie chiese, si è impoverita sino a creare  la chiusura di alcune di esse, tra le quali quella di cui in modo precipuo si scrive,  che lentamente ma, inesorabilmente è andata in decadenza fino a che, nell’anno di Grazia 2002, data la vicinanza al porto mercantile (distante circa 50 metri dalla stessa), l’Autorità Portuale  di Taranto, ha intrapreso una corrispondenza epistolare con S.E. Monsignor Benigno Luigi Papa, Arcivescovo di Taranto, chiedendo l’autorizzazione per il recupero della stessa, ovviamente a totale spese dell’Autorità Portuale. S.E. Monsignor Papa  lodando l’iniziativa ha concesso l’autorizzazione al recupero della chiesa.
L’idea, sorta nel 2002,ha trovato la sua realizzazione nell’anno 2006.
Il tempio ha mantenuto il suo antico aspetto (vedi foto sulla pagina dedicata alla stessa).
La chiesetta (per quel che mi risulta), essendo sotto la giurisdizione della chiesa Stella Maris, (sita nella stazione ferroviaria di Taranto)  può essere visitata previo accordi con il Parroco della stessa.  

Quarta chiesa

La chiesetta (denominata Santuario) dei Santi Medici sorse sotto il loro titolo in quanto, il culto di questi martiri era diffusissimo nelle nostre terre già dal V secolo. In tale chiesetta si insediò la Confraternita di Santa Maria di Costantinopoli rimanendovi fino  al 19 Giugno 1998 per trasferirsi (per via della mancanza di sicurezza nella zona)  con i Santi Cosma e Damiano, nell’attesa di un restauro conservativo del Santuario, nella chiesa di San Giuseppe sulla via Garibaldi dove ancor oggi (anno 2012) trovano ospitalità i Santi Medici e la Confraternita di Santa Maria di Costantinopoli.

Note storiche

Nel periodo dall’840 all’880 la città conobbe presenze di Saraceni, forze Mussulmane risalenti dalla Sicilia al comando di tal SABA. Crearono a Taranto un Emirato che durò sino all’880.
Nel corso della sua travagliata storia fu distrutta dai Saraceni nel 927 e riedificata quarantenni dopo dall’Imperatore Bizantino NICEFORO SECONDO FOCA. In tale periodo sorse via di Mezzo e, alla chiesetta Santi Medici nata con il loro titolo, fu dato il nome di Santa Maria di Costantinopoli sotto il titolo dei Santi Medici Cosma e Damiano.
In una relazione scritta dal Sacerdote Don Raffaele D’Andria, Rettore e Padre Spirituale della Congrega, nel 1911 si esprime così: “In quanto all’altare maggiore la tela che si ammira è il rovescio di quella originaria, di cui si parla in cenni storici del De Vincentis. Quando alcuni anni or sono si facevano dei restauri, si osservò che la parte posteriore rappresenta l’antica immagine della Madonna di Costantinopoli, mentre l’Anteriore è un nuovo dipinto con la stessa Madonna che ha sotto il suo trono in atteggiamento di riverenza i Santi Titolari.

Nota: Per ulteriori approfondimenti sul restauro della tela, vedi pagina “Storia S.M. di Costantinopoli e restauro tela”.

 
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