Il
futuro è… donna
Secondo una recente ricerca di Italia Lavoro, il numero delle
donne occupate dovrebbe crescere nel 2010 al 42%, dal 36% registrato
nel 1997; gli obiettivi di Lisbona, nell'ambito delle Direttive Europee,
sempre per il 2010, prevedono un'occupazione femminile pari al 60%.
Il confronto tra i due dati, che si presentano entrambi in termini
di obiettivi, è piuttosto allarmante. In Italia, le aree critiche
riguardano da un lato le politiche di integrazione (il 'mainstreaning',
ossia le politiche di integrazione del genere) che da noi, a differenza
di quanto succede nel nord Europa, sono ancora deboli; dall'altro
i profili femminili che si affacciano al lavoro presentano bassa scolarità
e prolungato allontanamento dal mercato del lavoro, dovuto nella gran
parte dei casi, alla cura della famiglia.
Un'opportunità, per avvicinarsi agli obiettivi previsti, viene offerta
dalla Riforma del Lavoro (D.L. 276/03): nuove forme di impiego (in
particolare le nuove tipologie di apprendistato e il part-time) e
congedi parentali fruibili anche dai padri sono gli aspetti che riguardano
direttamente le donne. Altre possibili strade per il raggiungimento
degli obiettivi europei riguardano la diffusione dei servizi (ad es.
asili, assistenza agli anziani) e i supporti all'imprenditoria femminile
('Sportelli donna', finanziamenti dedicati, ecc.): dunque, le politiche
europee, i progetti finanziati dal fondo sociale, le prospettive territoriali
locali mirano tutte verso un incremento del 'gentil sesso'nel mondo
produttivo.
(Fonte: Sole24Ore)
Abbasso
la cultura?
Dal rapporto Censis 2003, nella parte dedicata ai 'Processi
formativi', emerge un quadro piuttosto desolante, e per certi versi
allarmante, della situazione culturale italiana. Il rapporto offre
un quadro molto dettagliato della situazione (attraverso puntuali
dati), a confronto con quanto accade negli altri paesi europei e oltreoceano,
e sottolinea come l'Italia sia un paese in cui la incultura stia crescendo
e gli investimenti stiano diminuendo, soprattutto man mano che si
sale nel livello d'istruzione.
Questo sarebbe in parte riconducibile alle politiche territoriali
in materia di istruzione. Le risorse finanziarie dedicate sono molte,
(l'Italia infatti dedica all'istruzione più di ogni altro paese europeo),
ma male calcolate e mal distribuite: ad un aumento d'investimento
nella scuola dell'infanzia, anche in termini di spesa annua per allievo,
corrisponde infatti una diminuzione (che nell'ultimo anno ha toccato
l'8%) all'università.
(Fonte: Sole24Ore)
Quanto
Vali Davvero? Scoprilo On Line
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(settimanale Grazia gennaio 2004)
Do
Re Mi la Musica in Aula
Sonia Simonazzi ha ideato un metodo per insegnare la musica ai bimbi
piccoli: dai 3 ai 10 anni, attraverso il gioco il lavoro sul respiro
e tecniche artistiche diverse il metodo "Ritmia" aiuta i bambini conquistare
autocontrollo, concentrazione e naturalmente ad avvicinarsi alla musica.
Questo metodo fa parte del progetto "la musica e la scuola" che coinvolge
alcuni asili dell' Emilia Romagna. Info: Casa Morgana tel. 0523315810
- e-mail: ritmia@ritmia.com
(settimanale Grazia gennaio 2004)
Sud
Chiama Nord
Attraverso mobilità, stage e tirocini formativi in aziende del Nord
ai giovani del Sud viene data una preparazione specifica per favorirne
l'inserimento in attività produttive del mezzogiorno. Il progetto
è realizzato dall'agenzia tecnica Italia Lavoro (www.italialavoro.it)
e l'elenco delle aziende del nord attive nel progetto formativo si
trova nei centri per l'impiego e gli Informagiovani.
(settimanale Grazia gennaio 2004)
Università
di Bologna al 200 posto nel mondo!
Secondo una indagine mondiale svolta a Shangai per valutare le università
di tutto il pianeta, l'Università di Bologna si trova al 200 posto,
la prima in Italia, davanti anche alla Bocconi di Milano.
(Repubblica del 14 gennaio 2004)
PILLOLE
DI NOVEMBRE
PILLOLE
DI DICEMBRE