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USA la Piazza contro Bush

Cortei e proteste contro Bush e i suoi 'signori della guerra'

Usa, la fronda non violenta fa sentire la sua voce

Malgrado i continui messaggi inviati alla nazione da parte del presidente americano sull'attaco in Iraq, decine di migliaia di persone hanno sfilato nelle principali metropoli da Est a Ovest. Un sondaggio della Cbs e del NYT rivela che il 57% dei cittadini è preoccupato per l'economia e non per il terrorismo
 

Il terrore di piombare in un altro lungo conflitto malgrado il quotidiano 'bombardamento' verbale di messaggi da parte del presidente G.W. Bush nei quali si promette vittoria contro il rais Saddam Hussein.

Decine di migliaia di persone hanno protestato a San Francisco, New York, Los Angeles e in altre città statunitensi contro il possibile e sempre più vicino attacco all'Iraq. Al grido di 'non vogliamo la guerra' migliaia di persone in corteo hanno sfilato lungo le principali vie delle metropoli da est a ovest.

Cattolici al fianco dei musulmani, americani al fianco di mediorientali trapiantati in America, in un variopinto gioco di striscioni e maschere carnevalesche il sentimento non violento americano ritorna a farsi sentire.

Le manifestazioni di domenica, che sono state finora le più affollate, fanno seguito a quelle di sabato a Portland nell'Oregon e in diverse altre città e al week-end 'no global', pacifista e ambientalista di Washington a fine settembre, in coincidenza con le riunioni delle istituzioni finanziarie internazionali.

A Cntral Park c'erano alcuni familiari di vittime dell'attacco dell'11 settembre e vari personaggi del mondo del cinema: l'attore Martin Sheen ha ricordato l'esempio del defunto presidente Kennedy, che evitò la guerra all'epoca della crisi dei missili con Cuba ricorrendo alla diplomazia senza rinunciare alla fermezza.

C'erano Susan Sarandon e il marito Tim Robbins, che hanno chiesto un cambiamento di regime a Washington piuttosto che a Baghdad. Dal canto suo, il senatore Ted Kennedy ha detto, parlando all'universita' di Harvard, che la nuova dottrina dell'attacco preventivo su cui il presidente Bush basa l'ipotesi di un attacco all'Iraq che minaccerebbe l'America con armi di distruzione di massa è "l'imperialismo americano del XXI^ secolo".

Secondo un sondaggio della Cbs e del New York Times, gli americani andranno alle urne il 5 novembre pensando ai problemi rconomici e sociali, più che all'Iraq e alla guerra contro il terrorismo,temi su cui Bush sta cercando d'attirare l'attenzione del paese. Il sondaggio indica che gli elettori sono preoccupati per la minaccia irachena, su cui Bush li bombarda di messaggi giorno dopo giorno ma sette su dieci vogliono che i candidati facciano campagna sui temi dell'economia e dei problemi sociali e il 57% ha già deciso che voterà in base all'economia, che non va bene, e non alla politica estera.

Se il tasso d'approvazione globale di Bush è del 63%, cioè piuttosto alto, il tasso d'approvazione della sua gestione economica è solo del 41% (contro un 46% di giudizi negativi).

(Aggiornato il 07 Ottobre 2002 ore 09:59 )

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Ultimo aggiornamento: 01-01-04.

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