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Anti-terrorismo contro i diritti umani

Rapporto Amnesty:

Roma 28 Mag - Presentato il rapporto 2002 dell'organizzazione internazionale Amnesty International. L’11 settembre ha cambiato anche la mappa delle emergenze sui diritti umani nel mondo, aprendo delle falle anche in quella parte del pianeta (l’Occidente) che sin’ora sembrava soffrire meno questo genere di problemi. Lo sostiene Amnesty International nel suo rapporto annuale

"In nome della lotta al terrorismo – scrive l’organizzazione internazionale - i governi hanno intensificato la repressione degli oppositori politici, compiuto arresti arbitrari e introdotto leggi ad ampio raggio e spesso discriminatorie che hanno minato le vere fondamenta del diritto internazionale sui diritti umani e del diritto umanitario. Nel frattempo in tutto il mondo i diritti umani fondamentali sono stati calpestati e le sofferenze di milioni di persone ...sono rimaste largamente ignorate".

Quello della prigione di Guantanamo Bay a Cuba, dove sono detenute più di 600 persone catturate durante la guerra in Afghanistan ed il cui status non è stato mai definito, è l'esempio ormai canonico degli "effetti collaterali" dell'anti-terrorisno. Sul punto aggiunge il rapporto: "Gli Stati Uniti hanno affermato di avere il diritto di trattenere i combattenti nemici fino alla fine della guerra, in altre parole, per un periodo di tempo potenzialmente indeterminato e senza i diritti che spettano ai prigionieri di guerra o ai sospetti criminali".

Ma l’allarme terrorismo ha aggravato anche la condizione dei rifugiati con i governi che “hanno diminuito la qualità della protezione ed eroso i diritti fondamentali dei rifugiati, compreso il diritto di chiedere ed ottenere asilo, a non essere detenuti arbitrariamente, nonchè di essere tutelati dal rimpatrio forzato nel paese in cui siano a rischio di persecuzione".

Il terrorismo internazionale e la lotta contro il terrorismo hanno allontanato l’attenzione da aree del globo, dove la situazione è allarmante. In primis l’Africa, con i suoi diversi conflitti in atto, la Colombia, dove continua il conflitto tra governo e la Farc, e soprattutto la Cecenia dove: "Tortura e maltrattamenti sono di fatto la norma nelle stazioni di polizia, e le condizioni nei centri di detenzione pre-processuale, sovraffollati ed esposti a malattie, sono generalmente talmente spaventose da costituire trattamento crudele, inumano e degradante".

In Israele, invece, nonostante sia sempre alta l’attenzione dei media, per Amnesty si è aggravata "la crisi che ha investito i diritti umani, iniziata nel 2000 nel contesto della sollevazione palestinese contro l'occupazione israeliana. La gente è rimasta uccisa o ferita pressochè quotidianamente, case e proprietà sono andate distrutte, e sono state imposte severe restrizioni alla libertà di movimento”. Difficile la condizione anche degli attivisti dei diritti umani, anch’essi esposti a forti rischi.

Le buone notizie. Amnesty segnala l’entrata in vigore dello statuto di Roma, che introduce la Corte Penale Internazionale definita una pietra miliare per la tutela dei diritti umani nel mondo. Positiva anche la nuova iniziativa dell’Onu contro la tortura.

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Ultimo aggiornamento: 06-06-03.

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