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Il Giallo del caso calipari
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RAPPORTO ITALIA: HANNO SPARATO PER STRESS E INESPERIENZA
ROMA 02 MAG - "I rappresentanti italiani della Commissione, sulla base delle evidenze che è stato possibile acquisire - non hanno evidenziato elementi atti a far supporre che i fatti e le vicende che hanno portato alla tragedia siano riconducibili a elementi di volontarietà". E' quanto si legge nel rapporto italiano sulla morte di Nicola Calipari.
HANNO SPARATO PER STRESS E INESPERIENZA - "E' verosimile che lo stato di tensione dipendente dalle circostanze di tempo, modo e luogo, e probabilmente da qualche livello di inesperienza e di stress dei militari americani che quella sera si trovavano al check point, abbia potuto indurre taluni militari a reazioni istintive e poco controllate". E' quanto si legge nel rapporto italiano sulla morte di Nicola Calipari. ''La mancanza di riferimenti formali a regole chiare che avrebbero dovuto e potuto essere osservare - si aggiunge - rende problematica la precisa individuazione, attribuzione e graduazione di specifiche responsabilità individuali". "Mentre è verosimile che la catena di comando statunitense non fosse formalmente a conoscenza del contenuto specifico della missione è, invece, indiscutibilmente certo ed assodato che fosse al corrente dell'arrivo del dottor Calipari" e dell'altro funzionario del Sismi, nonchè ''della loro permanenza" e ''dello svolgimento da parte loro di un'attività istituzionale". Nel rapporto italiano sulla vicenda Calipari si legge che né lo 007 italiano né il conducente della Toyota sapevano del posto di blocco, che non era segnalato in alcun modo. "Mancava cioè la più elementare misura precauzionale sia del traffico civile sia per i militari stessi". ''Una regola importante -continua il testo- non era stata rispettata dagli operatori". ''E' verosimile che lo stato di tensione dipendente dalle circostanze di tempo, modo e luogo, e probabilmente da qualche livello di inesperienza e di stress abbia potuto indurre taluni militari a reazioni istintive e poco controllate". La "mancanza di riferimenti formali a regole chiare che avrebbero dovuto e potuto essere osservati -si aggiunge- rende problematica la precisa individuazione, attribuzione e graduazione di specifiche responsabilità individuali''. Le "testimonianze" dei soldati Usa sulla velocità della vettura Toyota sono ''contraddittorie e non univoche". L'esercito Usa in Iraq, sempre secondo il rapporto italiano, non ebbe notizia della liberazione di Giuliana Sgrena fino a dopo la tragedia. Inoltre, sempre secondo il dossier italiano, la cassetta di munizioni del mitragliere Usa al check-point, la cui sicurezza era affidata soltanto ''a due mitraglieri oberati di compiti'', non è stata sequestrata nè sigillata. "La delegazione statunitense -si legge nel rapporto- ha svolto un esperimento autonomamente per accertare la velocità media dei veicoli che dalle 19:45 alle 20:15 impegnavano la rampa dell'Alert Line''. ''La delegazione italiana ha così potuto apprendere che le vetture civili superavano l'Alert line ad una velocità di 45 km/h". "Non si capisce perchè non si sia tenuto conto che le vetture civili abbordavano su quel tratto stradale quasi tutte alla velocità attribuita dagli Usa al conducente della Toyota - si legge ancora nel rapporto - Nè si comprende perchè gli automobilisti iracheni abbiano tenuto una velocità così inferiore alla media nazionale da riuscire ad arrestare la loro corsa in pochissimi metri". Il dossier poi esclude che ci siano riprese dal satellite di quanto è avvenuto quella sera in Iraq. La Toyota rimossa ha comportato l'impossibilità di ricostruzione tecnica degli eventi che hanno portato alla morte di Nicola Calipari. E' quanto si legge nel rapporto italiano sulla ricostruzione dei fatti del 4 marzo, costati la vita all'alto funzionario del Sismi. (Aggiornato il 02 Maggio 2005 ore 11:00) __________________________________________________________
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MILITARE SARA' INDAGATO SOLO DOPO IDENTIFICAZIONE
ROMA 02 MAG - Passa solo attraverso l' identificazione ufficiale, comprensiva cioè dei dati anagrafici, l'eventuale iscrizione nel registro degli indagati della procura di Roma del militare americano Mario Lozano, lo "specialista" che, secondo il rapporto Usa decriptato ieri e apparso su internet, sparò, uccidendo Nicola Calipari, sull' auto che riportava Giuliana Sgrena all' aeroporto di Baghdad. Il rapporto completo e tradotto in lingua italiana è già al vaglio dei Pm Franco Ionta, Pietro Saviotti ed Erminio Amelio. Ai magistrati è stato consegnato dagli investigatori dopo l'avvenuta decriptazione del documento da parte di uno studente greco. I magistrati hanno ribadito oggi che il rapporto, così come è apparso su internet, non ha ancora valenza probatoria, ma deve essere supportato dall'ufficialità. Un passaggio, quest'ultimo, che può avvenire, soprattutto per quanto concerne i nomi dei militari citati, attraverso la risposta alla prima rogatoria avanzata dalla procura all' indomani dei fatti del 4 marzo scorso, oppure con un' integrazione della stessa rogatoria. (Aggiornato il 02 Maggio 2005 ore 10:00) __________________________________________________________
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Tutti i nomi dei militari Usa coinvolti
ROMA 01 MAG - Nel rapporto senza omissis sul caso Calipari si possono leggere i nomi dei vari militari Usa coinvolti di cui la magistratura italiana aveva chiesto di venire a conoscenza per le sue indagini. Caduti gli omissis si scopre che a sparare è stato lo specialista Mario Lozano, della New York Army National Guard, fuciliere sul veicolo al posto di blocco. Il rapporto segnala il coinvolgimento a vario titolo di:
Poi il rapporto segnala anche i nomi degli italiani presenti.
(Aggiornato il 01 Maggio 2005 ore 10:00)
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