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Ernesto Guevara de la Serna

1928 - 1967 in arte el CHE

La sua Storia :

 

Infanzia
Nasce a Rosario (Argentina) il 14 giugno 1928, figlio primogenito di Ernesto Guevara Lynch e Celia de la Serna. Una famiglia agiata, con radici aristocratiche ma di idee socialiste.
A due anni di età soffre del suo primo attacco d'asma. La famiglia si trasferisce nel 1932 nella città di Alta Gracia, sulle colline di Còrdoba, dietro suggerimento del suo medico.
Celia, la mamma del Che, insegnò le prime lettere a suo figlio, che non poteva frequentare la scuola per l'asma. Frequentò regolarmente solo il secondo e il terzo anno; nel quinto e sesto studierà a casa. Lesse con passione per tutta la vita. La biblioteca di casa sua riuniva migliaia di volumi: libri di autori classici della letteratura universale, di storia, di filosofia, psicologia, arte, avventure, alcuni in francese. C'erano opere di Marx, Engels e Lenin, quelli con cui più tardi meglio familiarizzò. Amò la poesia dall'infanzia e fu sua compagna per tutta la vita; con il suo diario in Bolivia, si trovò un quaderno delle sue poesie predilette.

 

Adolescenza
Nel 1941 la famiglia Guevara si trasferisce nella città di Córdoba perché Ernesto possa cominciare i suoi studi superiori.
Nel 1942 conosce Alberto Granado durante una partita di calcio.
A 15 anni di età intraprende un viaggio verso le provincie del nord dell'Argentina su una bicicletta alla quale ha aggiunto un piccolo motore. La sua prodezza sportiva non passa inosservata, e una società lo fotografa e divulga il manifesto di quel giovane atletico che impugna con fermezza il manubrio.

 

Gioventù

Nel 1947 la famiglia Guevara si stabilisce a Buenos Aires e Ernesto entra nella Facoltà di Medicina.
Continua gli studi universitari dimostrando speciale interesse per la ricerca relativa ai problemi dell'asma, dell'allergia, della lebbra e della nutrizione. Fa' praticantato all' Istituto di Ricerca sulle Allergie e già sta pensando di dedicare la sua vita a curarle.
Durante il 1952, fa' il suo primo viaggio attraverso l' America Latina insieme a Alberto Granados su una vecchia moto, una Norton. Attraversano alcune provincie dell'Argentina, Cile, Perù, Colombia e Venezuela.

La visita alle miniere di rame di Chuquicamata (Cile) è particolarmente rivelatrice, perché in nessun luogo come in quello avevano avuto un impatto con un tale grado di sfruttamento degli operai, di discriminazione dei nativi rispetto ai nordamericani. Il dolore della nostra America scende nei nervi dello studente argentino: eccola la realtà neocoloniale messa a nudo e rivelata come nessun libro può descrivere.

Ritorna a Buenos Aires deciso a finire la sua carriera di medicina. Il 12 giugno 1953 si laurea.

Nel luglio 1953 inizia il suo secondo viaggio in America Latina. In questa occasione visita Bolivia, Perù, Ecuador, Colombia, Panama, Costa Rica, El Salvador e Guatemala. Quando Ernesto percorre i paesi della costa pacifica dell'America del Sud, visitando le miniere di rame, i popoli indigeni e i lebbrosari, dove dimostra il  suo profondo umanesimo, cresce e si ingigantisce il suo modo rivoluzionario di pensare e il suo fermo antimperialismo.
In Guatemala conosce Hilda Gadea, con la quale si sposa nell'estate del 1955; dalla loro unione nasce sua figlia Hilda Guevara Gadea.
Nello stesso anno conosce Fidel Castro.

 

 

Il suo racconto

In terra azteca mi incontrai nuovamente con alcuni elementi del 26 luglio che avevo conosciuto in Guatemala e feci amicizia con Raúl Castro, il fratello minore di Fidel. Egli mi presentò il capo del Movimento quando già stavano pianificando l'invasione a Cuba.

Parlai con Fidel per tutta la notte. E all'alba già ero il medico della sua futura spedizione. In realtà, dopo l'esperienza vissuta attraverso i miei viaggi per tutta l'America Latina non ci voleva molto per incitarmi a entrare in qualsiasi rivoluzione contro un tiranno, ma Fidel mi impressionò: era un uomo straordinario. Le cose più impossibili erano quelle  che affrontava e risolveva. Aveva una fede eccezionale che una volta partito verso Cuba, sarebbe arrivato. E che una volta arrivato avrebbe lottato. E che lottando, avrebbe vinto. Condivisi il suo ottimismo. Bisognava fare, lottare, concretizzare. E smettere di piangere e lottare. E per dimostrare al popolo della sua patria che potevano aver fede in lui, perché quel che diceva lo faceva, proclamò le famose parole: nel 56 saremo liberi o saremo martiri e annunciò che prima della fine dell'anno sarebbe sbarcato in un luogo di Cuba a capo della sua spedizione.

Il 31 dicembre 1958 è il trionfo della Rivoluzione.

 

L'uomo

Il 2 gennaio 1959 si trasferisce a La Habana. Il 9  febbraio Ernesto Guevara de la Serna, per i suoi meriti e i suoi servizi prestati a Cuba, è dichiarato dal Consiglio dei Ministri cittadino cubano.
Il 2 giugno 1959 si sposa in seconde nozze con la sua compagna di lotta della Sierra del Escambray, Aleida March de la Torre, dalla quale avrà quattro figli: Aleida, Camilo, Celia e Ernesto.

Durante la sua permanenza a Cuba si distingue nella organizzazione delle attuali Forze Armate Rivoluzionarie (FAR). Fonda la rivista Verde Olivo, su cui scrive numerosi articoli. Fidel lo designa capo del Dipartimento dell'Istruzione e della Cultura, incarico che svolge simultaneamente ad altre diverse occupazioni e impegni personali, poiché oltre alla sua insaziabile sete di lettura era un amante degli sports sin dall'infanzia.
Deve porre a termine missioni fuori dal territorio cubano: diplomatiche, politiche, etc. E' incaricato alla riforma industriale. Poi, il 26 novembre 1959, Fidel decide di nominarlo presidente del Banco Nacional de Cuba, incarico che svolge con successo.
Nei momenti difficili, di minaccia di aggressione, il Che compie missioni di straordinaria importanza come capo militare.
Si distingue come dirigente politico, soprattutto per il suo stretto rapporto con le masse. Con la sua intelligenza era capace di intraprendere, con la massima sicurezza, qualsiasi compito di qualsiasi tipo, in qualunque direzione. Partecipa a numerose conferenze internazionali.

Alla fine del 1960 gli USA decretano un embargo commerciale totale contro Cuba e all'inizio del 1961 interrompono tutte le relazioni diplomatiche.

 

la Morte

[9 ottobre 1967  La Higuera - Bolivia]

Dal marzo 1965 il Che smette di apparire in pubblico. Questo fatto mette in moto la propaganda nemica che si si prodiga a lasciar circolare le più svariate versioni circa le cause della sua enigmatica sparizione. La sua missione come ambasciatore delle idee della Rivoluzione Cubana era arrivata alla fine. Nel 1966 con Fidel prepara una nuova missione nella Bolivia, dove arriva il 3 novembre.

L' 8 ottobre 1967 a La Higuera, il Che cade nelle mani dell'esercito. L'alto comando decide di fucilarlo immediatamente. Il 9 ottobre, un soldato Boliviano esegue l'ordine. Anche se la stampa internazionale offre 125.000 dollari per il diario del Che in Bolivia, i rivoluzionari boliviani si assicurarano che questo arrivi a Cuba quello stesso anno, facendo fallire il piano della CIA di fare propaganda anticomunista con copie alterate  o false delle parole del Che.
Il 1 luglio 1968 il diario è pubblicato a Cuba e distribuito gratuitamente. Il testo causa uno scandalo internazionale per la descrizione di come Bolivia e  USA trattano i prigioni di guerra. L'esempio del Che ispira da allora centinaia di migliaia di giovani "e di pensieri" nel mondo.

Il 28 giugno 1997 un gruppo di esperti Cubani e Argentini scopre una fossa comune a Vallegrande (Bolivia) con i resti del Che e di atri 6 guerriglieri.

Il 12 luglio 1997 è ricevuto all'aeroporto di San Antonio de los Baños dalla sua famiglia e dai compagni. I resti del Che riposeranno temporaneamente nella sala Granma del Ministero delle Forze Armate e saranno traslate nel mese di ottobre in un mausoleo nella Piazza Ernesto Che Guevara a Santa Clara.

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Ultimo aggiornamento: 23-07-04.

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