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Ernesto Guevara de la Serna

1928 - 1967 in arte el CHE

Le Canzoni del popolo, Inni al Che

"EL PUEBLO UNIDO JAMAS SERA VENCIDO"

El pueblo unido jamás será vencido
el pueblo unido jamás será vencido
el pueblo unido jamás será vencido
el pueblo unido jamás será vencido.
De pie cantar, que vamos a triunfar avanzan ya banderas de unidad
y tu vendrás marchando junto a mi y así verás tu canto y tu bandera florecer la luz de un rojo amanecer anuncia ya la vida que vendrá.
De pie marchar el pueblo va a triunfar será mejor la vida que vendrá
a conquistar nuestra felicidad yen un clamor mil voces de combate se alzarán dirán canción de libertad con decisión la patria vencerá
Y ahora el pueblo que se alza en la lucha con voz de gigante gritando: adelante!
El pueblo unido jamás será vencido
el pueblo unido jamás será vencido
La patria está forjando la unidad de norte a sur se movilizará
desde el salar ardiente y mineral al bosque austral unidos en la lucha
y el trabajo irán, la patria cubrirán su paso ya anuncia el porvenir
De pie cantar el pueblo va a triunfar millones ya imponen la verdad
de acero son, ardiente batallón sus manos van llevando la justicia y la
razón mujer con fuego y con valor ya estás aquí junto al trabajador
Y ahora el pueblo que se alza en la lucha con voz de gigante gritando: adelante!
El pueblo unido jamás será vencido
el pueblo unido jamás será vencido
el pueblo unido jamás será vencido
el pueblo unido jamás será vencido
el pueblo unido jamás será vencido
el pueblo unido jamás será vencido.

Inti Illimani

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"HASTA   SIEMPRE"

Aprendimos a quererte desde la histórica altura donde el sol de tu bravura le puso un cerco a la muerte.

Aquí se queda la clara la entrañable transparencia de tu querida presencia Comandante Che Guevara.

Tu mano gloriosa y fuerte sobre la historia dispara cuando todo Santa Clara se despierta para verte.

Aquí se queda la clara la entrañable transparencia
de tu querida presencia Comandante Che Guevara.

Vienes quemando la brisa con soles de primavera
para plantar tu bandera con la luz de tu sonrisa.

Aquí se queda la clara la entrañable transparencia
de tu querida presencia Comandante Che Guevara.

Tu amor revolucionario que conduce nueva empresa
donde espera la firmeza de tu brazo libertario.

Aquí se queda la clara la entrañable transparencia
de tu querida presencia Comandante Che Guevara.

Sequiremos adelante como junto a ti seguimos
y con Fidel te decimos "Hasta siempre Comandante!"

Carlos Puebla

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"STAGIONI"

Quanto tempo è passato da quel giorno d'autunno di un ottobre avanzato, con il cielo già bruno, fra sessioni di esami, giorni persi in pigrizia, giovanili ciarpami, arrivò la notizia...

Ci prese come un pugno, ci gelò di sconforto, sapere a brutto grugno che Guevara era morto: in quel giorno d'ottobre, in terra boliviana
era tradito e perso Ernesto "Che" Guevara...

Si offuscarono i libri, si rabbuiò la stanza, perché con lui era morta una nostra speranza: erano gli anni fatati di miti cantati e di contestazioni,
erano i giorni passati a discutere e a tessere le belle illusioni...

"Che" Guevara era morto, ma ognuno lo credeva che con noi il suo pensiero nel mondo rimaneva...
"Che" Guevara era morto, ma ognuno lo credeva che con noi il suo pensiero nel mondo rimaneva...

Passarono stagioni, ma continuammo ancora a mangiare illusioni e verità a ogni ora, anni di ogni scoperta, anni senza rimpianti:
" Forza Compagni, all'erta, si deve andare avanti! "

E avanti andammo sempre con le nostre bandiere
e intonandole tutte quelle nostre chimere...
In un giorno d'ottobre, in terra boliviana,
con cento colpi è morto Ernesto "Che" Guevara...

Il terzo mondo piange, ognuno adesso sa che "Che" Guevara è morto, mai più ritornerà, ma qualcosa cambiava, finirono i giorni di quelle emozioni e rialzaron la testa i nemici di sempre contro le ribellioni...

"Che" Guevara era morto e ognuno lo capiva
che un eroe si perdeva, che qualcosa finiva...
"Che" Guevara era morto e ognuno lo capiva
che un eroe si perdeva, che qualcosa finiva...

E qualcosa negli anni terminò per davvero
cozzando contro gli inganni del vivere giornaliero:
i Compagni di un giorno o partiti o venduti,
sembra si giri attorno a pochi sopravvissuti...

Proprio per questo ora io vorrei ascoltare
una voce che ancora incominci a cantare:
In un giorno d'ottobre, in terra boliviana,
con cento colpi è morto Ernesto "Che" Guevara...

Il terzo mondo piange, ognuno adesso sa che "Che" Guevara è morto, forse non tornerà, ma voi reazionari tremate, non sono finite le rivoluzioni e voi, a decine, che usate parole diverse, le stesse prigioni,

da qualche parte un giorno, dove non si saprà, dove non l'aspettate, il "Che" ritornerà, da qualche parte un giorno, dove non si saprà,
dove non l'aspettate, il "Che" ritornerà !

Francesco Guccini

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"COHIBA"

C'è, in un'isola lontana, una favola cubana che vorrei tu conoscessi almeno un po'

C'è, un'ipotesi migliore, per cui battersi e morire
e non credere a chi dice di no perché c'è

C'è un profumo inebriante che dall'Africa alle Ande
ti racconta di tabacco e caffè

C'è una voce chiara ed argentina, che fu fuoco e medicina
come adesso è amore e rabbia per me

C'è, tra le nuvole di un sigaro, la voce di uno zingaro
che un giorno di gennaio gridò

C'è, o almeno credo ci sia stato, un fedelissimo soldato
che per sempre quella voce cercò e che diceva

Venceremos adelante o victoria o muerte
Venceremos adelante o victoria o muerte

C'è, se vai ben oltre l'apparenza, un'impossibile coerenza
che vorrei tu ricordassi almeno un po'

C'è una storia che oramai è leggenda, e che potrà sembrarti finta
e invece è l'unica certezza che ho

C'erano dei porci in una baia, armi contro la miseria
solo che quel giorno il vento cambiò

C'era un uomo troppo spesso solo, e ora resta solo un viso
che milioni di bandiere giurò e che diceva

Venceremos adelante o victoria o muerte
Venceremos adelante o victoria o muerte

L'america ci guarda non proprio con affetto apparentemente placida ci osserva ma in fondo, lo sospetto che l'america, l'america ha paura
altrimenti non si spiega come faccia a vedere in uno stato in miniatura
questa orribile minaccia por esto

Venceremos adelante o victoria o muerte
Venceremos adelante o victoria o muerte

Daniele Silvestri

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"LA MALDICION DE MALINCHE"

Del mar los vieron llegar mis hermanos emplumados eran los hombres barbados de la profecia esperada.

Se oyó la voz del monarca de que el Dios había llegado y les abrimos la puerta por temor a lo ignorado.

Iban montados en bestias como demonios del mal iban con fuego en las manos y cubiertos de metal.

Solo el valor de unos cuantos les opuso resistencia y al mirar correr la sangre se llenaron de vergüenza.

Porque los Dioses ni comen ni gozan con lo robado y cuando nos dimos cuenta ya todo estaba acabado.

Y en este error entregamos la grandeza del pasado y en este error nos quedamos trescientos años esclavos...

Se nos quedó el maleficio de brindar al extranjero nuestra fe, nuestra cultura, nuestro pan, nuestro dinero.

Y les seguimos cambiando oro por cuentas de vidrio y damos nuestras riquezas por sus espejos con brillo.

Hoy, en pleno siglo veinte, nos siguen llegando rubios y les abrimos la casa y los llamamos amigos.

Pero si llega cansado un indio de andar la sierra lo humillamos y lo vemos como extraño por su tierra.

Tu, hipócrita que te muestras humilde ante el extranjero pero te vuelves soberbio con tus hermanos del pueblo.

Oh, maldición de Malinche, enfermedad del presente, cuándo dejaras mi tierra, cuándo harás libre a mi gente.

 

 

"LA MALEDIZIONE DI MALINCHE"

Dal mare li videro arrivare i miei fratelli coperti di piume erano gli uomini barbuti della profezia attesa.

Disse la voce del monarca che il Dio era arrivato e abbiamo aperto loro la porta per timore dell'ignoto.

Andavano cavalcando animali come demoni del male andavano con fuoco nelle mani e coperti di metallo.

Solo il valore di alcuni oppose loro resistenza e guardando correre il sangue si riempirono di vergogna.

Perché gli Dei non mangiano né godono con ciò che hanno rubato
e quando ci siamo resi conto
era già tutto finito.

E in questo errore consegniamo
la grandezza del passato e in questo errore rimaniamo
trecento anni schiavi...

Ci rimase il maleficio di brindare allo straniero la nostra fede, la nostra cultura, il nostro pane, il nostro denaro.

E continuiamo a dare oro in cambio di vetro e diamo le nostre ricchezze
per i loro specchi luccicanti.

Oggi, in pieno ventesimo secolo,
continuano ad arrivare i biondi e apriamo loro la casa e li chiamiamo amici.

Ma se arriva un indio stanco di percorrere la sierra lo umiliamo e lo vediamo come straniero nella propria terra.

Tu, ipocrita che ti mostri umile davanti allo straniero ma ti fai superbo con i tuoi fratelli del popolo.

Oh, maledizione di Malinche,
malattia del presente, quando lascerai la mia terra, quando renderai libera la mia gente.

 

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"CANCION DEL ELEGIDO"

Siempre que se hace una historia se habla de un viejo, de un niño o de sí,
pero mi historia es difícil: no voy a hablarles de un hombre común.
Haré la historia de un ser de otro mundo, de un animal de galaxia.
Es una historia que tiene que ver con el curso de la Vía Láctea, Es una historia enterrada Es sobre un ser de la nada.

Nació de una tormenta en el sol de una noche,
el penúltimo mes.
Fue de planeta en planeta buscando agua potable, quizás buscando la vida o buscando la muerte eso nunca se sabe.

Quizás buscando siluetas o algo semejante que fuera adorable,
o por lo menos querible, besable, amable.

El descubrió que las minas del rey Salomón se hallaban en el cielo
y no en el África ardiente, como pensaba la gente.
Pero las piedras son frías y le interesaban calor y alegrías
las joyas no tenían alma, sólo eran espejos, colores brillantes
y al fin bajo hacia la guerra… ¡perdón! quise decir a la tierra.

Supo la historia de un golpe, sintió en su cabeza cristales molidos
y comprendió que la guerra era la paz del futuro.
Lo más terrible se aprende enseguida y lo hermoso nos cuesta la vida.
La última vez lo vi irse entre humo y metralla, contento y desnudo,
iba matando canallas con su cañón de futuro.

Silvio Rodríguez

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"CANCION POR LA UNIDAD LATINOAMERICANA"

El nacimiento de un mundo se aplazó por un momento
un breve lapso del tiempo, del universo un segundo.
Sin embargo parecía que todo se iba a acabar
con la distancia mortal que separó nuestra vidas.

Realizaron la labor de desunir nuestras manos
y a pesar de ser hermanos nos miramos con temor.
Cuando pasaron los años se acumularon rencores,
se olvidaron los amores, parecíamos extraños.

Qué distancia tan sufrida, que mundo tan separado
jamás hubiera encontrado sin aportar nuevas vidas.
Esclavo por una parte, servil criado por la otra,
es lo primero que nota el último en desatarse.

Explotando esta misión de verlo todo tan claro
un día se vió liberal por esta revolución.
Esto no fue un buen ejemplo para otros por liberar,
la nueva labor fue aislar bloqueando toda experiencia.

Lo que brilla con luz propia nadie lo puede apagar,
su brillo puede alcanzar la oscuridad de otras costas.
Qué pagará este pesar del tiempo que se perdió.
de las vidas que costó, de las que puede costar.

Lo pagará la unidad de los pueblos en cuestión,
y al que niegue esta razón la historia condenará.
La historia lleva su carro y a muchos nos montará,
por encima pasará de aquel que quiera negarlo.

Bolivar lanzó una estrella que junto a Martí brilló,
Fidel la dignificó para andar por estas tierras.
Bolivar lanzó una estrella que junto a Martí brilló,
Fidel la dignificó para andar por estas tierras.

Pablo Milanés

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"EL APARECIDO"

Abre sendas por los cerros, Deja su huella en el viento, El águila le da el vuelo Y lo cobija el silencio.
Nunca se quejó del frío, Nunca se quejó del sueño,
El pobre siente su paso Y lo sigue como un ciego.
Correlé, correlé, correlá, Por aquí, por allí, por allá, Correlé, correlé, correlá, Correlé que te van a matar, Correlé, correlé, correlá.
Su cabeza es rematada Por cuervos con garra de oro,
Cómo lo ha crucificado La furia del poderoso.
Hijo de la rebeldía, Lo siguen veinte más veinte,
Porque regala su vida Ellos le quieren dar muerte.
Correlé, correlé, correlá, Por aquí, por allí, por allá, Correlé, correlé, correlá, Correlé que te van a matar, Correlé, correlé, correlá.

RECITADO
Un hombre caerá con el crepúsculo, Caerá también un hombre y su bitácora En la oscuridad de un pozo.
Pescador en la arena, Prisionero en la gaviota, Caerá su muerte maltratada, Su muerte mineral
Y la semilla que no germinaba todavía.

Inti Illimani

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"ZAMBA DEL CHE"

Vengo cantando esta zamba con redoble libertario,
mataron al guerrillero Che comandante Guevara.
Selvas, pampas y montañas patria o muerte su destino.


Que los derechos humanos los violan en tantas partes,
en América Latina domingo, lunes y martes.
Nos imponen militares para sojuzgar los pueblos,
dictadores, asesinos, gorilas y generales.


Explotan al campesino al minero y al obrero,
cuanto dolor su destino, hambre miseria y dolor.
Bolívar le dió el camino y Guevara lo siguió:
liberar a nuestro pueblo del dominio explotador.


A Cuba le dió la gloria de la nación liberada.
Bolivia también le llora su vida sacrificada.
San Ernesto de La Higuera le llaman los campesinos,
selvas, pampas y montañas, patria o muerte su destino.

Víctor Jara

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Ultimo aggiornamento: 17-08-03.

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