Le opere

                Povero Belgio e
          Amoenitates Belgicae

 
Poulet-Malassis. Il poeta era stato invitato tempo prima a tenere alcune conferenze nei circoli letterari di Bruxelles, ma aveva sempre rifiutato; adesso accetta soprattutto nella speranza di trovare un editore che gli pubblichi tutta la sua opera. Purtroppo, il successo delle 5 conferenze (sui Paradisi artificiali, Delacroix e Gautier) è inferiore alle attese, anche, e soprattutto, sul piano finanziari. Irritato per queste traversie, seccato dalla mentalità e dall'atteggiamento della società belga, Baudelaire trasforma le Lettere dal Belgio che aveva progettato di spedire al Figaro, in una serie di ferocissime satire sulla stupidità, idiozia, la pigrizia, la volgarità morale - artistica e l'ignoranza di una intera nazione. "Grande merito fare un libro sul Belgio ! Si tratta di essere divertenti parlando della Noia; istruttivi parlando del Niente " dice subito all'esordio. E poi, continua con commenti dello stesso tipo su fatti, avvenimenti di ogni giorno, notizie ed articoli pubblicati dai giornali della nazione ospite: " Non c'è popolo fatto per il conformismo più di quello belga. Qui si pensa in banda, si ride in banda "; e ancora: " Un operaio francese è un aristocratico nei confronti di un principe di questo paese ". Baudelaire intitolò queste sue note Povero Belgio (Pauvre Belgique) e ne cominciò la stesura nel giugno 1864. Le riprese in seguito più volte per aggiungere nuovi brani o brevi postille, ma non le portò mai a termine. Il libro è diviso in 33 capitoletti, tutti preceduti da un breve sommario. La prima edizione completa dell'opera è del 1890 (privata, solo 10 copie); quella definitiva del 1952. Contemporaneamente a Povero Belgio, Baudelaire cominciò a stendere le Amoenitates Belgicae, 25 epigrammi e brevi poesie sempre di contenuto antibelga, che Baudelaire pubblicò in parte nel 1866, e che vennero poi pubblicati postumi nel 1872 - 81 e nel 1925.
frontespizio di Povero Belgio
Nel 1864, stanco di essere perseguitato dai creditori, insofferente della incomprensione che sente intorno a sé, in tutto l'ambiente letterario della capitale, Baudelaire decide di trasferirsi in Belgio, dove da già un anno si è rifugiato per sfuggire ai creditori l'amico

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                               

 

 

 

 

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