VALUTATE VOI:
LE NOZIONI CHE VI
SONO STATE IMPARTITE IN FASE DI ABILITAZIONE,
QUELLE CHE VI SONO
STATE SUGGERITE DAGLI ONNIPRESENTI "ESPERTI",
LA
VOSTRA STESSA ESPERIENZA ACQUISITA.
DOPOCHE' CHIEDETEVI:
QUALI MOTIVI POSSONO INDURRE TALUNI A
SUGGERIRE DIVERSAMENTE??
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IL CONTRIBUTO OFFERTO DA GIANFRANCO PALCI, FORNI AVOLTRI, UD
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I CONTRIBUTI OFFERTI DA PIETRO LUIGI CHIAPPINI, ARONA,NO
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Pubblicato da: "CACCIARE A PALLA" Luglio 2009
"Blatt" o "Foglia"
che sia, sempre efficace
Nei miei anni più verdi ci fu chi si
preoccupò di indicarmi l'area ove indirizzare la palla onde
non correre il rischio di inseguire il selvatico o, peggio, lasciarlo
in bosco.
La preda
fosse perduta, oltretutto veniva imputata
come abbattuta, rientrando nel piano di abbattimento generale e
personale.
La zona corporea veniva
segnalata non
più vasta di un pugno, situata a mezzeria del tronco, appena
dietro il “gomito” e il tiro "di punta" era
indicato negativamente.
Nei casi di perfezione di mira
l'area veniva riconosciuta Blatt, ovvero foglia, in lingua tedesca.
Oggi,
vedo adottato lo stesso termine, ovunque vada a colpire la palla, pur
con esiti diversi.
E'
da chiarire infatti, che
colpendo l'area che si indica, la preda crolla sulle quattro zampe,
senza sia leso alcun organo.
Cuore,
fegato, polmoni, stomaco
rimangono intatti. Un risultato ben diverso viene ottenuto
quando si ledano solo questi.
Deluso dalla
odierna, eccepibile, larga definizione di Blatt, dopo tanto tempo da
quelle elementari nozioni impartitemi, sono andato alla ricerca di
approfondimenti.
Ho svolto quindi una preliminare ricerca su
siti web di lingua tedesca, rimanendone completamente insoddisfatto.
Ho
optato allora per una ricerca su anatomia umana e animale, di quello
che per lontana memoria ricordavo un ganglio.
Una nozione
trasmessa ben oltre quarant'anni addietro, forse mal trasmessa o forse
male memorizzata.
Rilevando in posizione solo il
nervo vago e purtuttavia, reperendo il ganglio che sembrava poter
rispondere al requisito, dislocato in posizione diversa dall'esperita.
Dubbio
e insoddisfazione hanno continuato a rodermi.
La
svolta, definitivamente chiarificatrice, mi è giunta in
occasione dell'incontro di Medeazza 2007.
Al
termine di questo, ho interessato all'argomento il veterinario
cardiologo Gino Dagnolo, nipote di quello Steno che fu gran maestro.
Questi,
mi ha bocciato l'identificazione del ganglio, confermando in situ solo
il nervo vago, per le sue prerogative, congruo alla mia ricerca.
Ho
tentato quindi di capire per qual motivo la nozione di Blatt sia
ignorata oggi, dall'Italia alla Germania. Ricevendone le testuali
parole, "Ci insegnano a curare, non ad ammazzare".
Cosa
che mi fa ritenere l'economica "buona morte" (con uso accurato di
stiletto oltre che di devastante palla) non sia scientifica a motivo
della mancata produzione di "scientifica rendita" per l'operatore
veterinario che ovviamente, potrebbe essere surrogato anche nella
pratica civile.
Mentre per contro, l'intervento con siringa
e “scientifica mistura” giustifica bene una
parcella.
Ancora una volta, la scienza mischia la bottega.
Con
esiti discutibili tocca notare, prima nella preparazione dei tecnici
faunistici e degli zoologi e quindi, nella preparazione dei loro
apprendisti cacciatori cui parimenti non vengono impartite nozioni atte
ad ovviare sofferenze inutili alle prede.
Tornando
al punto, mi servo largamente dell' "Anatomia e fisiologia degli
animali domestici" di Bortolami, Callegari, Beghelli (ed. Edagricole)
per capire meglio cosa sia e cosa sovrintenda il nervo vago. Confidando
nell'indulgenza degli Autori e dell'Editore.
Tra i
nuclei di nervi che si dipartono dal tronco cerebrale, troviamo il X
nervo cranico o vago.
Viene così
descritto.
Il nervo vago è
misto, somatico e viscerale.
La componente motrice somatica
nasce dal nucleo ambiguo ed innerva la muscolatura laringea ed il
tratto striato della muscolatura dell'esofago; la componente
viscero-motrice si origina dal nucleo dorsale e rappresenta il tratto
pregangliare parasimpatico destinato alla muscolatura liscia ed alle
ghiandole degli apparecchi
respiratorio e digerente e al cuore (azione
cardio inibitrice).
La
componente viscerosensitiva
porta la sensibilità agli apparecchi ora menzionati,
mentre
le poche fibre esterocettive o somatosensitive si
distribuiscono alla cute del padiglione auricolare. (pag.
392)
Più oltre, più
accuratamente.
E'
un nervo misto, somatico e viscerale, ed è il più
lungo e il più esteso dei nervi cranici.
Ometto
quanto non strettamente riferito alla ricerca.
Rami
cardiaci e bronchiali.
I primi concorrono, con rami
simpatici, alla formazione del plesso cardiaco; i secondi, sempre in
associazione a rami simpatici, formano i plessi polmonari.
Tra
i rami cardiaci vanno
ricordati alcuni filuzzi sensitivi che innervano l'arco dell'aorta;
nel
Coniglio cosituiscono un nervo distinto, detto n. dell'arco aortico o
di Cyon-Ludwig. (Pag. 413)
Trovo
ancora preciso riferimento in: Parasimpatico rombo-mesencefalico
Le fibre pregangliari di questo
tratto del parasimpatico nascono dai nuclei visceromotori dei nn.
cranici X, IX, VII, e III.
Nervo vago.
Le fibre pregangliari nascono
dal nucleo dorsale di questo nervo e decorrono in esso e nei suoi rami,
fino alla periferia;i neuroni post-gangliari con i quali dette fibre
prendono rapporto si trovano nei visceri bersaglio o in vicinanza di
questi.
La componente visceromotrice del
vago, perciò, non si porta a gangli ben definiti, come
avviene per gli altri nervi del parasimpatico.
Le fibre del vago per il cuore
si portano ai gangli cardiaci, alcuni dei quali sono contenuti nello
spessore del miocardio.
La maggior parte delle fibre
vagali si rende a ganglietti periferici situati nelle cavità
toracica e addominale e a ganglietti, microscopici o quasi, contenuti
nella parete dell'intestino. (Pag. 420)
La
ricerca a questo punto mi appare esaustiva. Il Blatt trova e consolida
il suo fondamento ben scientificamente.
Non rimane
che esporre le immagini illustrative queste, offerte dal Dott. Gino
Dagnolo.
Sono state ritagliate nella grafica utile ed i
tronchi del vago che identificano l'area Blatt son stati evidenziati in
giallo.
Heil!
IMMAGINI
Immagine
Blatt, l'area ristretta da usare con il colpo di fucile. Con lo
stiletto, il punto va identificato con maggior precisione (girando la
lama, facendo affluire aria, ove venga mancato il nervo).
Esempio angolo di sito
e prospettiva
Immagine pecora, volendo
disquisire, potrebbe essere leso solo il tronco vago inferiore, nulla
togliendo all'esito.
Dettaglio
Immagine capra, i
tronchi di vago sono in posizione perfetta rispetto quanto indicato.
Dettaglio
Immagine
maiale, anche
in questo caso l'area Blatt non varia. Altre proposte appaiono
superflue.
Dettaglio
Immagine
vago, rappresentazione schematica del decorso del nervo.
Immagine simpatico,
correlazione minimale tra parasimpatico e simpatico.
Come si
voglia definirla, la nozione di “foglia”
è nota dai primordi. Nel caso, la freccia non è
diretta al cuore!
Prospetto
caudale del nervo vago, marcato neretto, appare contornare trachea,
esofago, ecc.
Dettaglio
ovvero Schema
"Anatomia e fisiologia
degli animali
domestici"
Più
oltre,
più accuratamente.
E' un nervo misto, somatico e
viscerale, ed è il più lungo e il più
esteso dei nervi cranici.
Dopo la sua emergenza, che
già conosciamo, perfora la dura madre e fuoriesce dalla
cavità cranica attraverso il foro giugulare (Fig. 10.38),
nel quale si trovano i suoi due gangli sensitivi, il giugulare
(somatico) e il nodoso (viscerale); quest'ultimo nel Cavallo
è poco distinto.
Passa quindi ai lati della
faringe e percorre la regione cervicale affiancato dall'a. carotide
comune e dal tronco cervicale del simpatico.
All'entrata del torace abbandona
i rami simpatici e il vago di destra differisce, per i suoi rapporti,
da quello di sinistra.
Il vago di destra contorna
obliquamente ed inferiormente l'a. succlavia destra; incrocia quindi la
faccia laterale dell'a. brachio-cefalica e il lato destro della
trachea, rispetto alla quale assume una posizione dorsale in
prossimità della biforcazione tracheale; a questo livello si
divide in una branca dorsale e in una ventrale.
Il vago di sinistra entra nel
torace addossato alla faccia laterale dell'esofago e passa al
disotto e poi caudalmente all'a. succlavia sinistra (Fig.
7.17); quindi si pone dorsalmente al bronco di sinistra dividendosi in
un ramo dorsale e in uno ventrale.
A questo livello, i rami dorsali
dei due vaghi si fondono in un unico tronco vagale dorsale e lo stesso
fanno quelli ventrali dando origine al tronco vagale ventrale (Figg.
5.13 e 7.17).
Entrambi si portano caudalmente,
decorrendo accollati dorsalmente e ventralmente all'esofago e con
questo penetrano nella cavità addominale attraverso lo iato
esofageo.
Nella cavità
addominale, i due tronchi si distribuiscono ai visceri in modo diverso
e di questo comportamento sarà fatta menzione trattando
dell'innervazione dei vari organi.
Nel suo lungo tragitto, il vago
stacca numerosi rami collaterali e stabilisce rapporti anastomotici o
di passaggio con varie altre formazioni nervose.
Di tali rami e di tali rapporti
diamo una breve descrizione.
Ramo faringeo.
Prende origine a livello del
ganglio cervicale superiore e concorre, con rami del glossofaringeo e
del simpatico, a formare il plesso faringeo.
Questo ramo presiede
all'innervazione dei mm. del palato molle e della faringe (ad eccezione
del m. tensore del velo del palato, che dipende dalla branca
mandibolare).
N. laringeo craniale.
Nasce caudalmente al precedente
e si porta alla laringe, distribuendosi alla mucosa dalla base della
lingua, a quella faringea e, per breve tratto, a quella dell'esofago;
la sua natura è essenzialmente sensitiva.
N. laringeo ricorrente (Fig.
5.13)
Nasce dalla porzione craniale
del tratto toracico.
Il laringeo ricorrente di
sinistra si stacca a sinistra dell'arco dell'aorta che successivamente
circonda per raggiungere la regione cervicale; quello di destra si
stacca più cranialmente e circonda ventro-dorsalmente
l'arteria costo-cervicale per portarsi, come il precedente, nella
regione cervicale.
I due nervi laringei ricorrenti
percorrono tale regione in senso contrario rispetto al vago e a ridosso
della trachea.
Dopo aver staccato lungo il loro
decorso qualche ramuscolo di secondaria importanza, ciascuno termina
mediante il n. laringeo caudale che innerva i mm. intrinseci della
laringe.
Rami cardiaci e bronchiali.
I primi concorrono, con rami
simpatici, alla formazione del plesso cardiaco; i secondi, sempre in
associazione a rami simpatici, formano i plessi polmonari.
Tra i rami cardiaci vanno
ricordati alcuni filuzzi sensitivi che innervano l'arco dell'aorta; nel
Coniglio cosituiscono un nervo distinto, detto n. dell'arco aortico o
di Cyon-Ludwig. (Pag. 413)
Livio Penco