VALUTATE VOI:
LE NOZIONI CHE VI SONO STATE IMPARTITE IN FASE DI ABILITAZIONE,
QUELLE CHE VI SONO STATE SUGGERITE DAGLI ONNIPRESENTI "ESPERTI",
LA VOSTRA STESSA ESPERIENZA ACQUISITA.
DOPOCHE' CHIEDETEVI:
QUALI MOTIVI POSSONO INDURRE TALUNI A SUGGERIRE DIVERSAMENTE??
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Pubblicato da: "CACCIARE A PALLA" Luglio 2009

"Blatt" o "Foglia"
che sia, sempre efficace

Nei miei anni più verdi ci fu chi si preoccupò di indicarmi l'area ove indirizzare la palla onde non correre il rischio di inseguire il selvatico o, peggio, lasciarlo in bosco.
La preda fosse perduta, oltretutto veniva imputata come abbattuta, rientrando nel piano di abbattimento generale e personale.

La zona corporea veniva segnalata non più vasta di un pugno, situata a mezzeria del tronco, appena dietro il “gomito” e il tiro "di punta" era indicato negativamente.
Nei casi di perfezione di mira l'area veniva riconosciuta Blatt, ovvero foglia, in lingua tedesca.
Oggi, vedo adottato lo stesso termine, ovunque vada a colpire la palla, pur con esiti diversi.

E' da chiarire infatti, che colpendo l'area che si indica, la preda crolla sulle quattro zampe, senza sia  leso alcun organo.
Cuore, fegato, polmoni, stomaco rimangono intatti. Un risultato ben diverso viene ottenuto quando si ledano solo questi.

Deluso dalla odierna, eccepibile, larga definizione di Blatt, dopo tanto tempo da quelle elementari nozioni impartitemi, sono andato alla ricerca di approfondimenti.
Ho svolto quindi una preliminare ricerca su siti web di lingua tedesca, rimanendone completamente insoddisfatto.

Ho optato allora per una ricerca su anatomia umana e animale, di quello che per lontana memoria ricordavo un ganglio.
Una nozione trasmessa ben oltre quarant'anni addietro, forse mal trasmessa o forse male memorizzata.
Rilevando in posizione solo il nervo vago e purtuttavia, reperendo il ganglio che sembrava poter rispondere al requisito, dislocato in posizione diversa dall'esperita.

Dubbio e insoddisfazione hanno continuato a rodermi.

La svolta, definitivamente chiarificatrice, mi è giunta in occasione dell'incontro di Medeazza 2007.

Al termine di questo, ho interessato all'argomento il veterinario cardiologo Gino Dagnolo, nipote di quello Steno che fu gran maestro.
Questi, mi ha bocciato l'identificazione del ganglio, confermando in situ solo il nervo vago, per le sue prerogative, congruo alla mia ricerca.

Ho tentato quindi di capire per qual motivo la nozione di Blatt sia ignorata oggi, dall'Italia alla Germania. Ricevendone le testuali parole, "Ci insegnano a curare, non ad ammazzare".

Cosa che mi fa ritenere l'economica "buona morte" (con uso accurato di stiletto oltre che di devastante palla) non sia scientifica a motivo della mancata produzione di "scientifica rendita" per l'operatore veterinario che ovviamente, potrebbe essere surrogato anche nella pratica civile.
Mentre per contro, l'intervento con siringa e “scientifica mistura” giustifica bene una parcella.
Ancora una volta, la scienza mischia la bottega.

Con esiti discutibili tocca notare, prima nella preparazione dei tecnici faunistici e degli zoologi e quindi, nella preparazione dei loro apprendisti cacciatori cui parimenti non vengono impartite nozioni atte ad ovviare sofferenze inutili alle prede.

Tornando al punto, mi servo largamente dell' "Anatomia e fisiologia degli animali domestici" di Bortolami, Callegari, Beghelli (ed. Edagricole) per capire meglio cosa sia e cosa sovrintenda il nervo vago. Confidando nell'indulgenza degli Autori e dell'Editore.

Tra i nuclei di nervi che si dipartono dal tronco cerebrale, troviamo il X nervo cranico o vago.
Viene così descritto.  

Il nervo vago è misto, somatico e viscerale.

La componente motrice somatica nasce dal nucleo ambiguo ed innerva la muscolatura laringea ed il tratto striato della muscolatura dell'esofago; la componente viscero-motrice si origina dal nucleo dorsale e rappresenta il tratto pregangliare parasimpatico destinato alla muscolatura liscia ed alle ghiandole degli apparecchi respiratorio e digerente e al cuore (azione cardio inibitrice).

La componente viscerosensitiva porta la sensibilità agli apparecchi ora menzionati, mentre le poche fibre esterocettive  o somatosensitive si distribuiscono alla cute del padiglione auricolare. (pag. 392)

Più oltre, più accuratamente.

E' un nervo misto, somatico e viscerale, ed è il più lungo e il più esteso dei nervi cranici.

Ometto quanto non strettamente riferito alla ricerca.

Rami cardiaci e bronchiali.
I primi concorrono, con rami simpatici, alla formazione del plesso cardiaco; i secondi, sempre in associazione a rami simpatici, formano i plessi polmonari.
Tra i rami cardiaci vanno ricordati alcuni filuzzi sensitivi che innervano l'arco dell'aorta; nel Coniglio cosituiscono un nervo distinto, detto n. dell'arco aortico o di Cyon-Ludwig. (Pag. 413)

Trovo ancora preciso riferimento in: Parasimpatico rombo-mesencefalico

Le fibre pregangliari di questo tratto del parasimpatico nascono dai nuclei visceromotori dei nn. cranici X, IX, VII, e III.

Nervo vago.
Le fibre pregangliari nascono dal nucleo dorsale di questo nervo e decorrono in esso e nei suoi rami, fino alla periferia;i neuroni post-gangliari con i quali dette fibre prendono rapporto si trovano nei visceri bersaglio o in vicinanza di questi.
La componente visceromotrice del vago, perciò, non si porta a gangli ben definiti, come avviene per gli altri nervi del parasimpatico.
Le fibre del vago per il cuore si portano ai gangli cardiaci, alcuni dei quali sono contenuti nello spessore del miocardio.
La maggior parte delle fibre vagali si rende a ganglietti periferici situati nelle cavità toracica e addominale e a ganglietti, microscopici o quasi, contenuti nella parete dell'intestino. (Pag. 420)

La ricerca a questo punto mi appare esaustiva. Il Blatt trova e consolida il suo fondamento ben  scientificamente.
Non rimane che esporre le immagini illustrative queste, offerte dal Dott. Gino Dagnolo.
Sono state ritagliate nella grafica utile ed i tronchi del vago che identificano l'area Blatt son stati evidenziati in giallo.
Heil!


IMMAGINI

Immagine Blatt, l'area ristretta da usare con il colpo di fucile. Con lo stiletto, il punto va identificato con maggior precisione (girando la lama, facendo affluire aria, ove venga mancato il nervo).
Blatt Esempio angolo di sito e prospettiva

Immagine pecora, volendo disquisire, potrebbe essere leso solo il tronco vago inferiore, nulla togliendo all'esito.
pecora Dettaglio

Immagine capra, i tronchi di vago sono in posizione perfetta rispetto quanto indicato.
capra Dettaglio

Immagine maiale, anche in questo caso l'area Blatt non varia. Altre proposte appaiono superflue.
maiale Dettaglio

Immagine vago, rappresentazione schematica del decorso del nervo.
vago

Immagine simpatico, correlazione minimale tra parasimpatico e simpatico.
simpatico


Come si voglia definirla, la nozione di “foglia” è nota dai primordi. Nel caso, la freccia non è diretta al cuore!
prado



Prospetto caudale del nervo vago, marcato neretto, appare contornare trachea, esofago, ecc.
perp
Dettaglio ovvero Schema

"Anatomia e fisiologia degli animali domestici"
Più oltre, più accuratamente.

E' un nervo misto, somatico e viscerale, ed è il più lungo e il più esteso dei nervi cranici.

Dopo la sua emergenza, che già conosciamo, perfora la dura madre e fuoriesce dalla cavità cranica attraverso il foro giugulare (Fig. 10.38), nel quale si trovano i suoi due gangli sensitivi, il giugulare (somatico) e il nodoso (viscerale); quest'ultimo nel Cavallo è poco distinto.
Passa quindi ai lati della faringe e percorre la regione cervicale affiancato dall'a. carotide comune e dal tronco cervicale del simpatico.

All'entrata del torace abbandona i rami simpatici e il vago di destra differisce, per i suoi rapporti, da quello di sinistra.
Il vago di destra contorna obliquamente ed inferiormente l'a. succlavia destra; incrocia quindi la faccia laterale dell'a. brachio-cefalica e il lato destro della trachea, rispetto alla quale assume una posizione dorsale in prossimità della biforcazione tracheale; a questo livello si divide in una branca dorsale e in una ventrale.
Il vago di sinistra entra nel torace addossato alla faccia laterale dell'esofago e passa al disotto  e poi caudalmente all'a. succlavia sinistra (Fig. 7.17); quindi si pone dorsalmente al bronco di sinistra dividendosi in un ramo dorsale e in uno ventrale.

A questo livello, i rami dorsali dei due vaghi si fondono in un unico tronco vagale dorsale e lo stesso fanno quelli ventrali dando origine al tronco vagale ventrale (Figg. 5.13 e 7.17).

Entrambi si portano caudalmente, decorrendo accollati dorsalmente e ventralmente all'esofago e con questo penetrano nella cavità addominale attraverso lo iato esofageo.
Nella cavità addominale, i due tronchi si distribuiscono ai visceri in modo diverso e di questo comportamento sarà fatta menzione trattando dell'innervazione dei vari organi.

Nel suo lungo tragitto, il vago stacca numerosi rami collaterali e stabilisce rapporti anastomotici o di passaggio con varie altre formazioni nervose.
Di tali rami e di tali rapporti diamo una breve descrizione.

Ramo faringeo.
Prende origine a livello del ganglio cervicale superiore e concorre, con rami del glossofaringeo e del simpatico, a formare il plesso faringeo.
Questo ramo presiede all'innervazione dei mm. del palato molle e della faringe (ad eccezione del m. tensore del velo del palato, che dipende dalla branca mandibolare).

N. laringeo craniale.
Nasce caudalmente al precedente e si porta alla laringe, distribuendosi alla mucosa dalla base della lingua, a quella faringea e, per breve tratto, a quella dell'esofago; la sua natura è essenzialmente sensitiva.

N. laringeo ricorrente (Fig. 5.13)
Nasce dalla porzione craniale del tratto toracico.
Il laringeo ricorrente di sinistra si stacca a sinistra dell'arco dell'aorta che successivamente circonda per raggiungere la regione cervicale; quello di destra si stacca più cranialmente e circonda ventro-dorsalmente l'arteria costo-cervicale per portarsi, come il precedente, nella regione cervicale.
I due nervi laringei ricorrenti percorrono tale regione in senso contrario rispetto al vago e a ridosso della trachea.
Dopo aver staccato lungo il loro decorso qualche ramuscolo di secondaria importanza, ciascuno termina mediante il n. laringeo caudale che innerva i mm. intrinseci della laringe.

Rami cardiaci e bronchiali.
I primi concorrono, con rami simpatici, alla formazione del plesso cardiaco; i secondi, sempre in associazione a rami simpatici, formano i plessi polmonari.
Tra i rami cardiaci vanno ricordati alcuni filuzzi sensitivi che innervano l'arco dell'aorta; nel Coniglio cosituiscono un nervo distinto, detto n. dell'arco aortico o di Cyon-Ludwig. (Pag. 413)


Livio Penco