....della vita e della
leggenda di Hubertus
Per quanto concerne la prima
parte della sua vita, esistono cinque diverse relazioni.
E' nato nell'anno 656, secondo taluni nell'anno 655, da nobile casata,
era il figlio
più vecchio del duca Bertrand di Toulouse. Divenne presto
bravo nel tiro con l'arco e nelle arti
militari, salendo rapidamente a posizioni
preminenti nell'apparato dell'impero. Per i servizi resi, gli fu
concesso, sin dagli anni
giovanili, il possesso di estesi territori.
Hubertus,
si è sposato con Floribana von
Löwen.
Un matrimonio molto corto, perché alla nascita del primo
bambino, Floribertus, la sposa venne a
mancare d'improvviso malore. Hubertus, abbattuto, cercò
distrazioni dandosi a vita sregolata ma,
soprattutto, alla caccia. Questa speciale passione era favorita dalla
concessione dei diritti
ad esercitare la caccia all'inseguimento su cinghiale, cervo, capriolo
entro le
sue tenute. Hubertus vi si dedicava intensamente con i suoi cani
affiatati, anche il giorno
dedicato al
Cristo .
Successe che un
Venerdi Santo scovò ed inseguì un cervo nel folto
della foresta,
sino a precludergli la via di scampo. Alzò l'arco, pronto a
scoccare, quando una voce chiamò il
suo nome, mentre una croce luminescente appariva tra le punte del
trofeo del maestoso maschio.
Sorpreso, scese da cavallo e cadde ginocchioni, mentre i cani gli si
facevano
intorno latrando. "Signore che
vuoi, che fai ?" E il Signore a lui : "Non scordare che la vita eterna
è sopra le cose di questo
mondo". Il cervo ebbe salva la vita e Hubertus non scordò
mai l'incontro, tanto che cedette il
titolo, gli armati, i possedimenti e si ritirò in solitudine
nelle Ardenne.
Dopo alquanto tempo,
si presentò al vescovo Lambert di Maastricht che lo
istruì e lo consacrò
prete. Ritornò missionario nelle Ardenne, dove la fede
pagana era radicata. Fu nominato lui stesso, vescovo di
Tongern-Maastricht
nel 722, trasferendo la sede vescovile in
Lüttich. Morì il 30 maggio 727 in Tervuren/Bruxels.
La ricorrenza cade il 3 novembre, in coincidenza del giorno dell'anno
743 in cui si avanzò
l'ipotesi della sua canonizzazione. La tomba si trova in
Sant-Lifting-Ert nelle
Ardenne/Belgio. Le spoglie furono spostate in occasione di un'avanzata
militare e al giorno d'oggi nessuno sa
dove riposino.
Il Santo,
è patrono del cacciatore e dell'arciere, del guardaboschi,
del macellaio,
del pellicciaio, del matematico e del fabbricante di apparecchi
matematici, dell'ottico e
del metallurgico.
Nei paesi in cui
viene ricordato, a novembre, si preparano gli
Hubertusbräuche,
Hubertusschlüssel, Hubertusstola, Hubertusbrot e lo
Hubertuswecken, secondo il
vecchio costume e a ricordo di carestie e affanni in cui il Santo si
prodigò. Il pane, viene
pure offerto agli animali, secondo tradizione e simbologia affermata : "non protettore , non cacciatore !"
Questo motto, pure, ha radici lontane e iconograficamente lo vedo ben
rappresentato nell'immagine esistente nella Hubertus-Kapelle,
Hönningen, consacrata nel 1610.
Chi
volesse maggiormente approfondire può visitare lo splendido,
esteso sito in lingua tedesca http://www.sankt-hubertus.de gestito dal
pastore Rolf Adler. Al fine, ricordo che le pagine possono essere
tradotte istantaneamente utilizzando le funzioni del sito
http://translate.copernic.com/
La venerazione di cui viene
ancor oggi fatto oggetto, si evidenzia pure attraverso la preghiera,
qui la propongo nella versione del reverendo Jakob Vetsch, del 15
novembre 1987:
Fürbitten (Preghiera)
(traduzione letterale a cura della signora Irene Cimmino)
Padre caro, Tu hai creato l’Universo, il mondo bello ed anche me.
Tu
hai avuto la bontà di aprire gli occhi e il cuore di San Uberto,
per il respiro delle creature e per la passione di Tuo Figlio
Gesù Cristo.
Tu hai avuto la grazia di condurre San Uberto
sulla strada della grande luce della vita, ciò è
racchiuso nel Tuo amore verso i tuoi figli, verso gli animali e le
piante.
Noi Ti ringraziamo con tutto il nostro cuore per
l’esempio dell’eletto, cui hai salvato la vita così
che egli diventi per noi una benedizione e così che noi possiamo
imparare da lui ciò che Tu vuoi da noi.
Noi Ti preghiamo di condurre anche noi nella luce perpetua di ogni croce che è testimone della nuova vita immortale.
Aprici ai bisogni degli ammalati, dei deboli, dei feriti.
Rafforza
il nostro senso di responsabilità verso la natura e le sue fonti
di vita: le acque, l’aria e la terra. Incoraggia il comportamento
fraterno e i pensieri nobili di aiuto gli uni per gli altri e per le
opere della Tua meravigliosa creazione. Infondi in noi la
consapevolezza che se un solo membro soffre tutte le membra soffrono.
Ti preghiamo soprattutto per la fauna e per i boschi, per i cacciatori e i guardaboschi.
Non lasciarli soli davanti al loro compito. Infondi loro la Tua forza e il Tuo amore.
Di’ un nuovo “sia fatto” nella Tua creazione!
Porteremo ora davanti a Dio tutte le nostre preghiere e pensieri per il Signore.
Preghiamo. PADRE NOSTRO CHE SEI NEI CIELI...
Deutsche
Version
Hubertusmesse
Nel
giorno del Santo, -come pure in ricorrenze particolari, a richiesta dei
cacciatori-, viene celebrata la Hubertusmesse. Si tratta di un rito
pregno di misticismo si, come pure di ricercata coreografia. Vengono
invitati i migliori suonatori di corno della regione, spesso,
eccellenti virtuosi dell'ottone (mi rimane memoria
dell'esibizione d'un solista che usava il tritone, in anni
più verdi). I suonatori, primi di lato all'altare, composti nel
loro classico Tracht verde, inalberato il Gamsbart o la coda di
forcello (nulla vieta, salvo l'amor proprio, d'usare diverse insegne)
vanno ad intercalare il corso della funzione e della predica con sonate
di vecchio sapore e significato, anche se talora ammodernate. Di fronte
a loro, spesso, una rappresentanza (in questo caso, accettata) di
"amici-ausiliari". Segue, alle ali della navata, il popolo dei
cacciatori, per l'occasione composti e impeccabili pur essi nelle loro
"divise". Davanti all'altare, trova posto un maestoso trofeo di cervo,
agghindato dell'essenza cara ai cacciatori: l'abete, segno di caccia
difficile, nella graduatoria dei valori assegnati al Bruch. Al
popolo delle donne e dei bambini vengono lasciati i pancali (anche
perché, dico io, son più avvezzi alla frequentazione). La
messa non si discosta da quella classica, mentre molto spesso risulta
particolarmente interessante il sermone (e a sentire i cacciatori -a
rito compiuto- spesso applaudirebbero l'officiante). I parroci che
vivono la comunità, son ben coscienti delle lagnanze delle loro
genti e si lasciano andare a critiche sul potere economico, sulla
leggerezza di scelte lesive dell'ambiente, sulla mancanza di coscienza
naturalistica ed ancora, a raccomandazioni a usufruire con
giudizio dei beni della natura.
Liturgia (Esempio, libera traduzione)
proposta dal reverendo Jakob Vetsch
Introduzione
dell'organo ed invito al Bläsergruppe - Jagdhornbläsergruppe:
"saluto" - Introduzione: "Oh, il mio Dio, è vero come
meravigliosamente si prende la mia anima . Sempre presente nei miei
sensi, quello che è e quello che sono." (Joachim Neander),.Jh.,
canzone di 51,6) Coro non annunciato. - Jagdhornbläsergruppe:
"Kurie" - Jagdhornbläsergruppe: "Introitus" - Leggere attraverso
un convenuto: Salmo del 42 - Coro 12,1-3 (organo) - Predica -
Jagdhornbläsergruppe: "Gloria" - Jagdhornbläsergruppe:
"Offertorium" - Predica - Interludio dell'organo - Coro di 51,1-6
(organo) - Per favore e Nostro padre - Jagdhornbläsergruppe:
"Sanctus" - Jagdhornbläsergruppe: "Deogratias" - Comunicazioni:
Grazie per la partecipazione ai suonatori di corno.
Alla benedizione
sentiamo il pezzo "riunione" , gli altri, seduti. Davanti la chiesa
c'è un più piccolo concerto. - Coro di 59,1.7.8 (organo)
- Benedizioni - Jagdhornbläsergruppe: "riunione" -
Conclusione dell'organo -
Deutsche
VersionNel
rito italiano una proposta da:
La Preghiera del Cacciatore
Ti
lodiamo, Signore, perché dai vita all'acqua, ai boschi, ai
fiori, agli animali, alle pianure, alle montagne ed al sole che
illumina. E Ti lodiamo perché ci doni di giungere alle nevi
bianche ed alle paludi, camminare nelle pianure e salire le colline e
perché ci fai continuamente comprendere la bellezza della Tua
Creazione.
Ti lodiamo, Signore, perché ci concedi di vedere
caprioli e camosci sui monti, l'aquila e il falco nel cielo e quante
altre creature sono nel mondo a Tua gloria.
Perdonaci, Signore, se
talvolta le sacrifichiamo alla nostra passione, ma la loro esistenza ci
fa capire la Tua generosità, ci dispone al rispetto dei Tuoi
beni ed alla riflessione.
Sii lodato, Signore, per la pace che ci
donano montagne, pianure, boschi e paludi, ed i pensieri che ci
suscitano: scrutando la natura ed ascoltandone la voce impariamo a
ritrovarTi nell'abisso del nostro spirito.
E se un giorno Tu volessi
farci restare fra loro, accogli, nella Tua infinita misericordia, la
nostra anima di peccatori ma a Te più vicina.
(Con approvazione Ecclesiastica 5 aprile 1991)
Il Cervo in una poetica
espressione
di Jimalee Burton:
Der Jäger zum erlegten
Hirsch (libera traduzione: Il cacciatore ha abbattuto il
cervo)
"Sono spiacente, ti ho dovuto uccidere,
piccolo fratello. Ho bisogno della tua carne, perché i miei
bambini sono affamati. Perdonami, piccolo fratello. Voglio onorare il
tuo coraggio, il tuo potere e la tua bellezza! Appendo il tuo trofeo a
questo albero; in futuro, ritornerò, penserò a te
e ti onorerò mentalmente". "Mi spiace, averti dovuto
uccidere; perdonami, piccolo fratello. Vedi che faccio, commemorandoti
fumo la pipa, brucio questo tabacco."
Deutsche Version