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Distribuzione geografica

Negli ultimi anni stiamo assistendo ad un incremento costante delle presenze del Capriolo nel nostro appennino, e non solo, ormai ha popolato anche le zone di pianura a ridosso delle colline per la sua  grande capacità di adattamento. Grazie  alla sua particolare conformazione, il Capriolo è ben adatto a vivere nella boscaglia e nei piccoli boschi avvicendati a colture e prati. Il corpo è racchiuso e la groppa più alta del garrese ne fanno un eccellente saltatore, che può muoversi agevolmente nella macchia e nel sottobosco. E' un animale dal rapido accrescimento, si possono ammirare esemplari già sviluppati completamente  entro i primi due anni di vita.

Caratteri distintivi

Lunghezza testa-corpo 90-135 cm; coda 2-3 cm ( detta finta coda); altezza al garrese 65-80 cm; peso 25-30 Kg.           Il capriolo è un animale slanciato, conformato come un tipico saltatore, con groppa più alta del garrese. La testa appare corta con orecchie e occhi grandi. E' provvisto di sensi eccellenti; anche la vista appare acuta, nota soprattutto i movimenti. La specie presenta ghiandole intertarsali e metacarpali; altre si trovano nella regione della fronte e attorno agli occhi nonché nell'area prepuziale e sottocaudale. Durante l'estate il mantello si presenta di colore rossiccio con le parti inferiori più chiare e con una ampia area perianale bianca . Sul margine inferiore del collo si notano due ampie macchie leggermente più chiare. Il musello è grigio ardesia, la fronte scura, mentre il labbro inferiore e una piccola parte di quello superiore sono bianche. Il mantello invernale assume tonalità grigie, tendenti al bruno, con specchio anale spiccatamente bianco. Quest'ultimo permette di determinare i sessi in quanto quello del maschio è a forma di rene e quello della femmina a cuore. I palchi, presenti solo nei maschi, risultano costituiti da due stanghe munite di 3 punte ciascuna; spuntano per la prima volta nell'autunno successivo alla nascita. Infatti a 5-6 mesi, nel giovane maschio, inizia la formazione delle bozze ossee frontali ( o steli). La loro crescita continua lentamente fino a dicembre-gennaio e si conclude con la formazione di due piccole protuberanze, quasi nascoste dal pelo, dette " bottoni", che vengono perse nel giro di poche settimane dal termine del loro sviluppo ( febbraio). Segue la formazione, molto rapida, del primo vero trofeo. Il trofeo è completamente sviluppato con tre punte per palco. Nei soggetti adulti e vigorosi, si ha un peso del trofeo di circa 400-500 g con una abbondante perlatura ed una buona simmetria dei due palchi. Nel capriolo la deposizione del trofeo si ha a ottobre-novembre e la sua completa ricrescita in febbraio-marzo. Il massimo sviluppo dei palchi si verifica attorno ai 5-6- anni; in genere dopo i 7-8 anni, si osserva un continuo regresso. La maturità sessuale viene raggiunta a 12 mesi, mentre quella sociale sempre a 1 anno per le femmine e a 3 anni per i maschi.

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Habitat

L'habitat ideale per il capriolo, contrariamente a quanto si pensava alcuni decenni orsono, non è la media montagna coperta da fustaie di conifere, ma la foresta di latifoglie, ricca di sottobosco, e la stessa macchia mediterranea; ambedue inframmezzate da pascoli e da colture foraggiere. Le esigenze alimentari di questo piccolo cervide appaiono elevate, specie dal punto di vista qualitativo, pertanto l'ambiente deve offrire una pastura ricca in ogni periodo dell'anno, così da consentire un'adeguata alimentazione. A differenza del cervo e del daino, il capriolo si configura quindi come un " bruciatore": cioè come un ruminante assai esigente che sceglie con molta cura gli alimenti più nutrienti.

Biologia

Il maschio adulto delimita il proprio territorio in aprile-maggio marcandolo con particolari ghiandole sebacee poste fra i palchi. L'operazione viene eseguita strofinando la fronte ad arbusti o giovani alberi i cui tronchi non superano il diametro di 3-4- cm . Il comportamento territoriale raggiunge la sua massima espressione nella fase riproduttiva, poi inizia a decrescere. Le femmine vanno in calore nel mese di luglio e agosto, e l'accoppiamento ha luogo all'interno del territorio del maschio. Durante la fase degli amori, le femmine adulte sono ancora in compagnia dei propri cuccioli che, nati in maggio, devono in questo periodo avere completato il loro imprinting ed essere in grado di rimanere per alcuni giorni lontani dalla madre. Terminati gli amori, i caprioli tendono a ricostituire le unità famigliari che si configurano come piccoli branchi ( 3-5 capi), legati da una rigida gerarchia, a struttura chiusa. La loro composizione tipica è la seguente: la femmina capo-gruppo con i cuccioli dell'anno, assieme ad un eventuale figlia sub-adulta ( nata l'anno prima), a cui può aggiungersi un'altra femmina, senza cuccioli, figlia o sorella della femmina capo-gruppo. Il maschio, di norma, rimane solitario all'interno del proprio territorio ma, con l'avanzare dell'inverno e con la caduta dei palchi, tende anch'esso a unirsi al gruppo familiare. A fine febbraio, con il riformarsi del trofeo, inizia la disgregazione del gruppo che culmina con il momento del parto; questo ricade in genere nel mese di maggio. All'approssimarsi del parto, la femmina si isola dagli altri soggetti; la durata della gestazione è di circa 10 mesi e vengono partoriti 1 o 2 caprioletti ( raramente 3 ). Questi ultimi non seguono subito la madre, ma rimangono per alcune settimane isolati, avendo contatti con essa solo per le poppate e per il riposo notturno. Per l'alimentazione del capriolo, tipico "brucatore", di fondamentale importanza risultano le foraggiere leguminose. In regioni appenniniche, il suo nutrimento si basa altre che su germogli di erbe ad alto contenuto proteico anche su apici vegetativi di roverella, frassino, carpino, nocciolo, acero, ecc. In autunno-inverno, il capriolo si nutre di germogli di rovo o di lampone, di ghiande, faggiole, castagne e di funghi, apici vegetativi di conifere e di altre piante erboree.