XALCE.GIF (18700 byte)IL CERVO   sangl_anim2.gif (11005 byte)

 

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Specie appartenente alla famiglia dei cervidi, il cervo ( Cervus elaphus ) presenta forme possenti con testa massiccia, occhi ed orecchie piuttosto grandi, coda ben sviluppata, mobilissima. Le dimensioni di questo selvatico sono notevoli: lunghezza testa-corpo 160-205 cm, altezza al garrese 100-130 cm, peso del maschio 160-220 Kg, peso della femmina 90-120 Kg. Il peso degli animali non è costante durante tutto l'anno, ma subisce considerevoli oscillazioni in seguito a variazioni annuali delle disponibilità alimentari ed al ciclo ormonale. I massimi pesi annualmente si raggiungono nei maschi in agosto-settembre e nelle femmine in settembre-ottobre. Esso si configura come il più grosso ungulato selvatico della fauna europea e risulta pertanto facile distinguerlo sia dal Daino che dal Capriolo. Oltre che un ottima vista questa specie possiede anche udito e olfatto sviluppatissimi. La colorazione del mantello estivo è rosso-bruno più o meno scuro senza apprezzabili differenze tra i due sessi con specchio anale di colore marrone chiaro e poco evidente rispetto alla colorazione dominante. Il mantello autunno invernale viene assunto di norma in ottobre ed è formato da peli più lunghi ed ispidi, di colore bruno-giallognolo. Si hanno due mute una primaverile tra aprile e giugno e l'altra autunnale tra settembre e novembre. Il periodo di muta della popolazione dipende in genere da fattori climatici quello individuale è legato invece all'età dell'animale e al suo stato di salute. In genere mutano prima i soggetti giovani e successivamente i più anziani. Il muso è bruno-grigio chiaro, il ventre e la parte interna delle zampe giallo-biancastro. Una linea dorsale scura unisce la regione della coda con l'occipite . I maschi adulti presentano inoltre criniera e giogaia. Il musello è grigio ardesia senza alone bianco, nudo e calloso. Questa specie presenta ghiandole sottocaudali, metatarsali e, nei maschi anche preorbitali che sfociano nei lacrimatoi. Le femmine si riconoscono per l'assenza dei palchi, per le dimensioni più ridotte e per la struttura nel complesso più leggera. I palchi, presenti solo nei maschi, vengono rinnovati ogni anno: in febbraio-marzo si ha la deposizione del trofeo che si riformerà nel corso dell'estate per presentarsi, completo e privo di velluto in agosto. i palchi del cervo si compongono di un'asta principale da cui si dipartono numerose ramificazioni o punte. L'accrescimento dei palchi è legato al ciclo sessuale. Gli animali più vecchi in genere perdono e puliscono prima il trofeo. Le dimensioni ed il peso dei palchi aumentano in maniera abbastanza regolare con l'età. Ciò non si verifica invece per il numero delle punte. L'accrescimento del trofeo non è solo l'espressione del potenziale genetico dell'animale ma anche della qualità e quantita dell'offerta alimentare. Le fatte del cervo assomigliano a chiande sparse a mucchietti sul terreno ma la loro forma varia a seconda della stagione e delle disponibilità alimentari. Di colore marrone scuro o nero, nel periodo primaverile appaiono in genere di forma regolare con consistenza dura e compatta. Nel corso di periodi di carenza di cibo e nel periodo degli amori le loro dimensioni diminuiscono. Le fatte dei maschi si riconoscono da quelle delle femmine ( di forma più ovale) per la maggiore regolarità e grandezza ( 2 cm circa ) ed anche per la forma, con una estremità concava e l'altra appuntita. La presenza di questo selvatico, oltre che con l'osservazione diretta, può essere accertata rintracciandone i segni di presenza. Questi sono rappresentati dalle orme, dai fregoni, dalle brucature, dai sentieri abitualmente percorsi, dalle pozze di fango in cui gli animali si insogliano, dai segnali acustici (bramito). I bagni di fango sono un comportamento caratteristico del cervo e vengono effettuati in ogni periodo dell'anno, anche se la loro frequenza e maggiore nel corso dell'estate e durante la stagione degli amori. Il rotolarsi nel fango, oltre che un sollievo nei periodi più caldi si configura come una ottima difesa contro insetti e parassiti esterni che vengono inglobati nella crosta di fango e cadono con essa. Dopo essersi rotolati nel fango gli esemplari talvolta si sfegano contro tronchi di albero lasciando così un segnale visivo ed olfattivo della loro presenza. L'età nei soggetti abbattuti può essere valutata mediante l'esame dello stato di usura dei denti. La dentatura da adulto è costituita da 34 denti. All'età di circa 27 mesi si ha l'emissione del terzo premolare definitivo, che si distingue da quello di latte in quanto presenta due radici e una cresta ( bicuspidato). Successivamente è il grado di usura dei molari e dei premolari definitivi a fornire una indicazione sull'età del soggetto.

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Il regime alimentare di questa specie varia a seconda del tipo di ambiente. Il cervo non presenta particolari esigenze alimentari denotando una grande capacità di adattamento. Esso si configura non come un selezionatore di alimenti, bensì come un pascolatore puro capace di vivere in zone forestali anche con scarsa presenza di essenze erbacee. In inverno si nutre di castagne, faggiole, ghiande, erbe secche, gemme e corteccie di specie forestali. In primavera ed in estate si rivolge alle più comuni specie foraggere. Generalmente sedentario, si sposta solo se disturbato, per soddisfare esigenze alimentari o nel periodo degli amori. I maschi vivono di preferenza sui margini dei complessi forestali e non mostrano un comportamento territoriale se non nel corso del periodo degli amori. La loro area vitale annuale può superare anche i 5.000 ettari. Le femmine mantengono aree vitali, stabili nel tempo, di 500-1.000 ettari di estensione in relazione alla produttività dell'ambiente e vivono in genere nelle zone più interne di boschi e foreste. Specie con abitudini crepuscolari e notturne, durante il giorno si trattiene nel folto della vegetazione, Animale che vive generalmente in branchi presenta una struttura sociale di tipo matriarcale fondata sul gruppo familiare costituito da una femmina adulta, il cerbiatto dell'anno e quello dell'anno precedente. La rottura del legame con la madre si realizza in genere a due anni di vita per i maschi e più tardi per le femmine. Durante la maggior parte dell'anno i soggetti vivono separati in branchi costituiti da femmine adulte e giovani dei due sessi di età inferiore ai due anni guidati da una cerva adulta e in branchi di soli maschi. L' epoca degli amori, in settembre-ottobre rappresenta il solo periodo in cui si ha un riavvicinamento temporaneo dei due sessi. I cervi anziani, che vivono solitari od accompagnati durante il periodo estivo da uno o due maschi sub-adulti, presentano un certo grado di territorialità. I maschi sono poligami. La gestazione dura 230-240 giorni e le nascite si hanno tra il 15 maggio e il 15 giugno. L'allattamento si prolunga fino a dicembre-gennaio. In genere si assiste alla nascita di un solo cerbiatto che presenta un mantello bruno con piccole macchie macchie bianche destinate a scomparire a circa 3 mesi di età. Un confronto tra l'attuale distribuzione del cervo ed il suo areale potenziale fa supporre notevoli possibilità di espansione. Se da un lato questa possibilità è da ritenersi senza dubbio positiva, dall'altro occorre programmare la diffusione di questo selvatico effettuando una approfondita valutazione del suo impatto sull'ambiente e sulle altre componenti della zoocenosi. Esistono diversi modelli di valutazione ambientale per la stima delle densità potenziali di popolazioni di cervo ( I.N.F.S. 1991) che ipotizzano densità di 1 capo ogni 100 ettari nelle zone meno favorevoli ( alta montagna) fino a 4-6 capi ogni 100 ettari in zone con caratteristiche ambientali ottimali. I comprensori di gestione per una corretta pianificazione faunistico-venatoria devono interessare ampie superfici (almeno di 5/6.000 ettari). Questa specie presenta esigenze ecologiche e una organizzazione sociale caratterizzate infatti anche da spostamenti assai rilevanti con quartieri di svernamento distinti da quelli di estivazione. L'incremento numerico delle popolazioni di cervo che vivono negli ambienti più favorevoli raggiunge il 25-30%della consistenza primaverile.

 

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