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lampada Spider (J. Colombo)

O Luce Srl

Fondata nel 1945 da Giuseppe Ostuni, O luce è, nel campo dell' illuminazione, la più antica azienda italiana di design ancora attiva.
Già nel 1951 partecipa, con successo, alla IX Triennale, presentando un luminator disegnato da Franco Buzzi. Un grande successo è sancito da Tito Agnoli con le segnalazioni alla seconda edizione del Compasso d' oro, nel 1955, di due sue lampade (un modello da terra e un modello per libreria). Nel 1956 seguiranno, in rapida sequenza, altre due segnalazioni. Oltre ad Agnoli, con Ostuni lavorano Forti, Arnaboldi, Monti e Minale. Ma è alla fine del decennio, e precisamente grazie all'incontro con Joe e Gianni Colombo, che O luce acquista una più precisa carica rivoluzionaria. I fratelli Colombo (poi solo Joe proseguirà le sue acuminate incursioni nel mondo degli oggetti) cercavano qualcuno in grado di reagire alle loro provocazioni. Innanzittutto nascerà la lampada da tavolo 281, conosciuta come Acrilica, presente nel catalogo o luce dal 1962. Curva di spessissimo perspex in cui la luce pare risalire, essa rimane da un lato come dimostrazione di un possibile punto di incontro tra arte e design, dall' altro come testimonianza di un uso colto dei nuovi materiali. Medaglia d'oro alla XIII Triennale, la stessa in cui Joe Colombo otterrà anche due medaglie d'argento (per il "Combi-Center" e la "Mini-Kitchen") sancisce la figura di Joe Colombo tra i grandi interpreti dell' epoca. Intanto, nel 1963 Marco Zanuso disegna per O luce la lampada da tavolo modello 275 con grande diffusore in perspex bianco orientabile a rotazione su di una base in metallo laccato bianco. Nuovamente da un materiale, il vetro stampato detto "Lente Fresnel", nascerà, nel 1964/66 con Joe Colombo, la famiglia di lampade stagne da esterno Fresnel. Seguirà, nel 1965, il gruppo Spider, che nel 1967 vinse il Compasso d' Oro e nel 1972 fu a New York per la mostra "Italy: the new domestic landscape". Nel 1970 infine, entrata in produzione nel 1972, ad un anno dalla prematura scomparsa di Joe Colombo, nasce la Lampada Alogena, necessariamente da allora chiamata Colombo. Prima alogena per interni ad apparire sul mercato, icona insuperata di un design assieme funzionale e contemporaneo. Intanto però alla O luce inizia una nuova importantissima epoca, coincidente con il passaggio della proprietà da Ostuni alla famiglia Verderi e contrassegnata dalla preponderante figura di uno dei grandi maestri del design italiano: Vico Magistretti. Per molti anni Magistretti sarà art director e principale designer della compagnia, lasciando in essa una traccia inconfondibile e un patrimonio di riconoscibilità diffuso nel mondo intero. La Atollo si trasforma addirittura in una sagoma, una silouette grafica capace da sola di restituire il concetto "lampada". Imitata nel mondo intero, ma sostanzialmente inimitabile, vincitrice del Compasso d' Oro nel 1979, presente in tutte le collezioni permanenti dei maggiori musei di design e arti decoartive. Magistretti preserva intanto o luce da facili incursioni nelle poetiche post-modernistiche, come dimostra la parallela presenza in catalogo di numerosi pezzi di Bruno Gecchelin.
All'inizio degli anni '90, sarà il rigore dello svizzero Hannes Wettstein, allora designer emergente, a caratterizzare la filosofia dell'azienda. Ricordiamo, dello stesso Wettstein, il modello Soirée, esile assemblaggio di alluminio e makrofol e quindi le ironiche provocazioni di Riccardo Dalisi con i modelli Sister e Zefiro. Nel 1995 infine, o luce inizia un nuovo corso che, attraverso la art direction di Marco Romanelli, potenzia il successo internazionale e il riconoscimento critico della collezione. La nuova formula si incentra sulla valorizzazione di linguaggi estremamente differenti e personali in particolare appartenenti ad esponenti di spicco della ricerca contemporanea quali l' inglese Sebastian Bergne, lo svizzero Hans Peter Weidmann, gli italiani Laudani/Romanelli. Nel 1997 la lampada Estela è il primo oggetto al mondo in produzione industriale dei fratelli Fernando e Humberto Campana. Nel 2000 con la serie Nuvola inizia a collaborare con O luce Toni Cordero. Tra i maggiori architetti italiani della sua generazione, Cordero si impone per le sue forme assolutamente dirompenti e non omologate.

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