Quarto Festival della Canzone Sarda

Daniela Pia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

È un festival che cresce quello che si tiene a Sestu ormai da quattro anni.
Vi si sono confrontati 10 big, artisti affermati che hanno alle loro spalle la pubblicazione di diversi lavori e la partecipazione a manifestazioni nazionali di rilievo, e 14 "nuove proposte", artisti con buone basi musicali che stanno cercando di ricavarsi una loro nicchia.
La direzione artistica del festival si è mostrata in grado di scegliere oculatamente fra gli artisti isolani, offrendo al pubblico presente e a quello che seguiva la diretta televisiva, un assaggio dei diversi generi musicali proposti dagli artisti; con spaccati di contaminazioni sonore, frutto di attenta ricerca.
Che questo festival della canzone sarda stia diventando un evento è stato testimoniato anche dal nervosismo che serpeggiava nel dietro le quinte: man mano che si rendevano noti i risultati della giuria qualcuno si è lasciato andare a crisi di pianto, altri hanno contestato il risultato, mentre nelle prime due serate vi è stata anche qualche furberia di bassa lega per tentare di ottenere un passaggio sul palcoscenico, da parte di chi, in un primo momento, aveva scelto di non aderire alla manifestazione.
La voce, sul valore di questo festival, si è sparsa e, in una città del nord della penisola, è stato organizzato un raduno di sardi intorno ad uno schermo gigante, dal quale si è seguita la tre giorni della manifestazione, mentre sul sito dei Nuraghi giungevano attestazioni di stima e complimenti da tutta l'Italia.
Al successo della serata ha contribuito non poco il fatto che tutti gli artisti si siano esibiti dal vivo e chi non faceva parte di un gruppo ha potuto contare sull'accompagnamento di validi musicisti come Andrea Pilloni, Roberto Massa, Jonathan Tanca e Antonello Secci invitati dall'organizzazione a tale scopo. Fra gli ospiti intervenuti non possiamo non ricordare Andrea Parodi e i Sa razza sarda passaggi graditissimi a tutto il pubblico.
Domenica 17 giugno la serata finale ha incoronato vincitori del festival i "Tribù Mediterranee", frutto di un progetto musicale di Tiziano Dessì, che con il brano "It' est" hanno imposto le loro sonorità mediterranee.
Al secondo posto Soleandro, artista sassarese proveniente dalla scuola di Mogol, che con il brano "A' s'omine" ci ha allietato con sonorità acustiche vicine al folk-americano.
Terzi il gruppo Le blinde che con il brano "Brigante" hanno proposto un sound che ha fuso la musica mediterranea con il flamenco e la musica gitana.
Degni di nota, comunque, sono stati: Battista Dagnino con il brano "A mattanza", l'artista di provata esperienza ha al suo attivo collaborazioni con i Bluvertigo e con l'indimenticabile Fabirzio de Andrè di cui è stato corista nella tournèe nell'album "Nuvole"; altro carlofortino d.o.c. è sicuramente Mario Brai, ideatore del progetto musicale "Mare Nostrum", grande esperto di musica etnica che vanta al suo attivo collaborazioni con Riccardo Zappa e con Mauro Pagani, ex PFM e arrangiatore di Fabrizio de Andrè.
Fra i brani più divertenti, secondo l'indice di gradimento del pubblico, quello di Reverendo Jones, carico di doppi sensi e di un ironia boccaccesca che ha trasformato in canzone luoghi comuni e barzellette sulla "facilità" delle donne. Unico sestese in gara Giampiero Cau che ha interpretato con discreta perizia un brano scritto da Anna Pusceddu e musicato dal maestro Michele Ugas. Questo, in sostanza il Festival 2001; se anche in futuro potremmo contare su una cosi accurata pianificazione compresa l'ottima direzione sia tecnica che artistica affidata alla competenza di Pierpaolo Meloni, il Nuraghi sapranno garantirci una manifestazione sempre più interessante.