Il 25 maggio, con il dramma di Michel de
Ghelderode "Le donne al sepolcro", si è concluso il laboratorio
teatrale: "il gioco della metamorfosi" condotto da Fabio Pisu.
Una rappresentazione tutta o quasi al femminile: otto infatti le donne
in scena e solo due le presenze maschili (Angelo Murtas e Mattia Murgia).
Il dramma scelto, nel suo sviluppo ha ben rappresentato le principali
tappe del lavoro di laboratorio: i personaggi, marionette inanimate all'inizio,
cominciano ben presto a prender vita, prima acquisendo il respiro, poi
il movimento, e infine la percezione di essere persona: da lì,
lo snodarsi dei dialoghi e l'intrecciarsi dei caratteri. Otto colori differenti
popolano la scena, a sottolineare la diversità delle donne che
li esibiscono. Una sola cosa accomuna queste donne: il "viaggio"
verso il sepolcro.
Sarà questo tema a far da filo conduttore del dramma testimoniando
ancora una volta il carisma di colui che è il reale protagonista
della storia, e che prenderà la parola solo alla fine del dramma:
Gesù.
È proprio il desiderio di raggiungere questo misterioso personaggio,
(pur per diverse ragioni, quali, curiosità, ostentata devozione,
etc.), a unire Marta e Maria (Simonetta Leoni e Maria Antonietta Pili);
l'avara Veronica (Silvia Farris); la superba donna risanata (Benedetta
Pisano); la pigra donna Pilato (Agnese Argiolas); alla Yocabeth (M. Bonaria
Zanda) moglie di Pilato, e alla schietta donna che lava i morti (Luana
Porcu, cioè
io!), nel corteo che le porterà al sepolcro
e a unirle poi a Maria (Valentina Manunza) nel silenzio di pietosa contemplazione
della croce che chiude anche il dramma.
A fine rappresentazione la serata è continuata ancora all'insegna
dell'arte, nella forma dei disegni, realizzati da Simone Ambu e Simona
Obino, e delle poesie di Manola Mura e Marcello Romano, lette e interpretate
da Tino Pettilli e Fabio Pisu, che hanno meravigliosamente salutato le
fatiche, le soddisfazioni, le emozioni che ogni allievo neoattore ha vissuto
e porterà con sé.