Servizi da Ussana

Ussana: quale democrazia?

Efisio Marras*

 

L'attività politico - amministrativa del gruppo di centro-destra cha ha vinto le elezioni di Ussana nell'aprile del 2000 non può essere valutata con scadenze brevi.
I nuovi amministratori hanno necessità di tempo per capire a pieno il delicato ingranaggio della macchina burocratica, sarebbe ingiusto e fuori luogo, dopo questo breve periodo, esprimere giudizi ed emettere sentenze sul loro operato.
Una cosa però la dobbiamo fare: una seria e pacata riflessione sull'andamento generale della vita politica nella nostra comunità, una prima valutazione su temi essenziali quali la democrazia, la trasparenza e l'informazione e sul loro grado di applicazione nei confronti della gente e dei gruppi politici che la rappresentano in seno al Consiglio Comunale.
Perché è bene ricordarlo il Consiglio Comunale, nella sua globalità, rappresenta la massima espressione della volontà popolare determinata attraverso libere elezioni.
L'atmosfera che ha caratterizzato sin dai primi giorni l'operato della nuova amministrazione non è stata certo rassicurante.
Il clima da " caccia alle streghe" , la "disciplina" da Campo Addestramento Reclute instaurata con i dipendenti, la ridondanza di titoli acquisiti o assegnati, della serie "todos caballeros", oltre a suscitare una scontata ilarità hanno generato un crescente stato di disagio e di scoramento.
Ma ciò che è mancata in questi mesi di nuova amministrazione è stata soprattutto la democrazia.
Il confronto serio e costruttivo su programmi di interesse generale e sugli obiettivi da raggiungere a breve e a lungo termine, la diretta partecipazione dell'assemblea consiliare alla formazione del programma amministrativo.
Il dibattito consiliare sulle linee programmatiche del governo locale è divenuto di fatto un monologo del Sindaco che, come sua consuetudine, non riversa fiumi di inchiostro sulla carta ma preferisce esternare oralmente, la filosofia del "qui lo dico e qui lo nego" è, modestie a parte, una sua invenzione.
Lo Statuto e il Regolamento sul funzionamento del Consiglio Comunale relegati in un angolo.
Tutto ciò che si poteva fare non è stato fatto: infatti non è stata nominata alcuna commissione consiliare.
La minoranza, nonostante rappresenti il 50% della popolazione deve stare fuori da tutto.
Con innato spirito democratico hanno tentato di modificare il regolamento relativo al controllo ed all'acquisizione degli atti amministrativi, imponendo vincoli di ogni natura, regolarmente cassati dal comitato di controllo, convocano i consigli comunali in orari insoliti, (alle 8 del mattino), impedendo di fatto la partecipazione popolare e cosa più grave ponendo limiti al diritto dei consiglieri di prendere visione degli atti da deliberare.
Il tentativo non celato di screditare il Consiglio trasformandolo da organo di controllo e di programmazione in organo di supporto e di ratifica dell'operato della Giunta resta uno degli obiettivi fondamentali della nuova maggioranza.
Dispiace prendere atto di questa situazione ma dispiace soprattutto non trovare nei consiglieri comunali del gruppo di maggioranza un minimo di apertura o di dialogo.
Abbiamo la certezza che questo modo di fare non giovi al paese.
La lotta per la conquista del potere finalizzata esclusivamente all'occupazione di spazi di controllo e di produzione di clientela, l'assenza di programmi seri e percorribili stanno facendo dimenticare i problemi reali della gente.
Quando gli elementi che sostengono la vita democratica vengono a mancare si corre il rischio di trasformare la pubblica amministrazione in un'oligarchia di pochi che arbitrariamente gestiscono il futuro di tutti curando in modo particolare i loro interessi privati e dei gruppi che li sostengono.
Lo stato di isolamento in cui si sta ricacciando il paese è il ritratto fedele di una situazione politica torbida e priva di prospettive, un ambiente in cui ritroveranno linfa vitale la cultura del dispetto, del sospetto e delle "accuse" gratuite.
Chi non è con me è contro di me.
La fine della democrazia.

* Capogruppo consiliare del gruppo di minoranza "Per il progresso di Ussana".