Intervista al dott. Mario Corona

Daniela Pia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

In consiglio comunale è stato più volte definito "lo straniero". Lui risponde: "ho visto nascere e ho contribuito a far crescere intere generazioni… se sono straniero dopo trent'anni, poveri i nuovi arrivati… Per fortuna non sono le affermazioni di due o tre imbecilli che mi faranno dimenticare l'ospitalità della maggior parte della gente di Sestu.

Dott. Corona, l'elettorato della sinistra, a Sestu come in campo nazionale, si è notevolmente ridotto. Quali sono, a suo parere, a livello locale, le cause di questa diaspora e quali specchietti crede che siano stati agitati dagli altri schieramenti per attirare a sé un elettorato che in passato è stato così coeso?

Che si sia notevolmente ridotto non direi, tanto che il governo attuale è di sinistra. Ma forse la domanda è riferita alla sinistra storica, quella per intenderci del congresso di Livorno dove maturò la prima scissione della sinistra. La storia di questa sinistra è una infinita serie di divisioni, talvolta per motivi ideologici ma il più delle volte per imposizioni dall'alto dettate dalle centrali partitiche, slegate dai problemi della gente comune. In questi ultimi anni a Sestu abbiamo sentito parlare di anticomunismo anche da parte di coloro che col comunismo avevano convissuto e perfino governato quando appariva nella sua massima espressione e potenza. Io che da socialdemocratico avevo sempre combattuto certe idee di autoritarismo centralizzato, oggi resto allibito quando sento alcuni affermare che per salvare la sinistra bisogna votare questa destra formato 2001. Ma ciò che trovo veramente abominevole è la disinvoltura di certi individui che avendo avuto tutto o quasi dal sottopotere della sinistra (posti di lavoro in primo luogo) oggi, senza arrossire, sbandierano i loro nuovi ideali. Per fortuna non sono molti.

L'opposizione ha sempre avuto un ruolo importante nel cercare di vigilare sull'operato di chi governa. Pensa che questo sia l'unico suo compito o crede che ve ne siano altri, come quello di stimolare la coscienza critica dei cittadini, che in passato non sono stati tenuti in debito conto? Come fare per sollecitarli?

L'opposizione deve vigilare, criticare per le cose fatte male o, peggio, non fatte ma deve essere anche costruttiva, se ha a cuore l'interesse generale della popolazione. Deve saper stimolare la coscienza critica dei cittadini con la comunicazione, assolutamente inadeguata a Sestu. Se la popolazione fosse stata messa in condizioni di partecipare alle scelte che si andavano compiendo, facilitandone innanzitutto la partecipazione alle sedute del consiglio comunale, forse non si sarebbe assistito al triste spettacolo di questi giorni. Inoltre una stampa inadeguata (l'Unione Sarda non è sufficiente e non è nemmeno molto aggiornata sulle nostre idee) non ha permesso ai cittadini di giudicare obiettivamente gli avvenimenti politici locali.

Come mai allora, constatata l'insufficienza e l'inadeguatezza dell'informazione che circola a Sestu, non avete provveduto a creare un foglio o periodico che vi desse voce?

Ho sollecitato più volte la nascita di un giornale della sinistra, ma senza risultati pratici. Molti avevano altro a cui pensare. Certo che se "Il Caffè sestese", superata la fase di avviamento, riuscisse ad inoltrarsi più profondamente nello studio della realtà sestese, potrebbe essere un foglio dell'area dell'Ulivo, con tutte le sue componenti, socialista e democratica, repubblicana, cattolica, insomma quell'area che già una volta ha salvato l'Italia dallo sfascio.

Lei è un politico di lungo corso e quindi ha visto succedersi, nel nostro paese, diverse amministrazioni. Cosa ha di diverso quella attuale perché in Consiglio si respiri un'atmosfera così ostile e poco costruttiva?

Dal 1982 sono stato eletto senza interruzione in consiglio comunale. Penso proprio che stia arrivando anche per me il tempo di chiudere un ciclo, forse per aprirne un altro. Sono nato ad Iglesias, una realtà dove la politica, nel suo significato più nobile, iniziava nelle piazze e nelle strade per concludersi in consiglio comunale. Ritengo la partecipazione alla vita politica un dovere di ogni cittadino (non certo per fini personali). Credo di aver adempiuto al mio compito senza paura di guardare in faccia amici o avversari. Non ho avuto padroni, mi ha guidato solo la mia coscienza. Negli anni passati c'era un profondo rispetto delle istituzioni e soprattutto dell'avversario politico, che mai di trasformava in nemico. Un rispetto per il governo della cosa pubblica che oggi stento a ritrovare nei banchi di questa maggioranza. Mi pare di essere precipitato in un club esclusivo per iniziative riservate. Ma soprattutto manca l'elemento indispensabile: la conoscenza dei problemi, la preparazione, mentre abbondano prepotenza e arroganza.

Uno sguardo al territorio: quello che, anche da osservatori esterni, viene definito lo scempio urbanistico di Sestu, a suo parere, a quali logiche corrisponde?

Questa è la domanda chiave per le iniziative passate e per quelle future. E' accaduto che si è utilizzata maldestramente una legge, la n. 16 del 29/4/1994, che permette di compromettere il territorio nelle iniziative di sviluppo. La legge dice che i piani integrati servono per la riqualificazione urbanistica, edilizia e ambientale. Ma a Sestu non c'erano i presupposti minimi per poterla applicare e, di conseguenza, l'avvio della trasformazione ha avuto effetti in senso peggiorativo: non città di servizi avanzati, non tipologie urbanistiche appropriate e sviluppate in senso orizzontale; non prati verdi, non piazze per bambini, non piste ciclabili, ma caos costruttivo e aumento scellerato della popolazione. E' la logica del tutto presto, costi quel che costi. Certamente una manna per tutti coloro che vedono nel territorio non un bene da utilizzare in modo parsimonioso ma piuttosto l'utilità di pochi.

Cosa pensa del rientro del sindaco Taccori dopo che aveva, con parole durissime, definito irrevocabili le sue dimissioni? Come mai i due successivi consigli comunali sono stati convocati al mattino, impedendo, di fatto ai cittadini che studiano e lavorano di potervi partecipare?

Quel che penso io ha poca importanza. Sono preoccupato invece per quel che penserà di sé stesso il Sindaco, dopo le gravi affermazioni riportate dalla stampa. Per il suo bene gli avevo augurato di avere il coraggio per dare un taglio netto ad un progetto che lo vedeva al centro di una situazione ridicola. Così non è stato, la farsa non è ancora finita. In tanto squallore si è ricominciato a convocare il consiglio comunale nelle ore più impensabili. Sono ricominciate le adunanze mattutine quando la gente è impegnata nel lavoro: un'altra arma assurda di lotta antidemocratica che ha fatto della non partecipazione e della disinformazione i presupposti per realizzare in silenzio i programmi, a tutto danno della nostra comunità.

Una provocazione: diverse volte, alcuni esponenti esponenti le si sono rivolti definendola "straniero". Lei, che da oltre trent'anni vive ed opera attivamente nel nostro paese, come pensa possano essere visti, allora, i cittadini di recente acquisizione, da parte di quegli stessi esponenti?

Sono arrivato a Sestu nell'agosto del 1967. Ho percorso mille e mille volte le strade prima polverose o piene di fango di una Sestu, non ricca ma dignitosa, onesta e riconoscente, degli anni '60. Ho visto nascere, e contribuito a far crescere, intere generazioni di bambini (allora non esistevano i pediatri residenziali). Ho continuato a percorrere queste strade man mano che venivano asfaltate mentre sorgevano i quartieri nuovi, con un armonico incremento della popolazione, senza che tradizioni e costumi venissero travolti da peggiore modernismo. Negli anni '80, poi, tanta parte del mio tempo è stata dedicata all'emergenza droga, quando trovare un posto per assistere il tossicodipendente era impresa impossibile. Alla fine degli anni '90 qualcosa era cambiato, anche in peggio: il dio denaro iniziava ad essere adorato ed usato come termine di paragone e di qualità. Macchine di lusso sono all'ordine del giorno e il rispetto verso i più umili un ricordo del passato.
Chi mi ha definito in consiglio comunale "straniero in Sestu" è figlio di un pericoloso morbo e di un altro simile, entrambi difficilmente guaribili.

Vuole forse alludere alla xenofobia e al razzismo?

Con razzismo si indica quell'attitudine mentale che porta a considerare diverso chi non è nato in un determinato paese, a farne un comodo capro espiatorio cui attribuire, ad esempio, la colpa di ciò che non viene approvato; attraverso le lobby gli si danno avvertimenti del tipo: "non sei di Sestu e devi stare attento perché nessuno ti potrà difendere". Veri e propri avvertimenti mafiosi. Di fronte a questo modo di pensare tribale e antistorico, a nulla valgono le manifestazioni esteriori di un falso cristianesimo ornato di fasce tricolori. Se sono straniero a Sestu dopo trent'anni, poveri i nuovi arrivati! Quanta acqua dovrà passare sotto i ponti del Rio Matzeu per lavare l'onta di non essere nati a Sestu? Tuttavia si è fatto di tutto per far arrivare a Sestu 2600 persone forestiere con i piani integrati di via Monserrato. Come dire che il forestiero è gradito quando è merce di scambio.

Insomma, Sestu è un paese di ingrati?

Assolutamente no! Per fortuna non sono le affermazioni di due o tre imbecilli che mi faranno dimenticare l'ospitalità della maggior parte della gente di Sestu, ormai la mia gente. Abbiamo visto crescere il nostro paese e sono convinto che prima o poi la gente capirà quale è stato l'inganno di questi ultimi anni e come sia potuto accadere che Sestu abbia rischiato e rischi di perdere ciò che di più bello aveva: il rispetto, la tranquillità, l'onestà, la pace sociale, il sorriso, l'umiltà, in una parola il vivere a misura d'uomo.