L'esempio di chi amministra

Daniela Pia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Che i partiti siano in crisi non è una novità: gli uomini che ne fanno parte, spesso, non riescono a suscitare partecipazione, a rappresentare un mondo di emozioni legate a valori e a qualità morali. I partiti, spesso, si sono trasformati in comitati d'affari, non sempre legittimi, e hanno contagiato la società diffondendo la cultura del disimpegno. Il primo compito dei partiti e di coloro che li rappresentano dovrebbe essere invece di tipo culturale, teso a creare un retroterra di significati, di progettualità, di capacità da mettere a disposizione di tutti e non certo quello di agevolare la spartizione del potere.
I cittadini, soprattutto i giovani, si sentono sempre più distanti dalla politica, perciò avvicinarli ai gangli vitali dell'amministrazione pubblica, luoghi in cui i partiti e i loro uomini vivono e operano, è cosa quanto mai necessaria. È da tempo che, tramite la scuola, i giovani sono stati invitati ad assistere alle sedute del Parlamento, del Consiglio regionale e comunale. Sono iniziative dense di significato, che dovrebbero far si che le nuove generazioni comprendano il funzionamento della cosa pubblica. Colmare il divario che separa i due mondi sembrerebbe essere l'imperativo. Troppe le differenze: da una parte chi investe energia e danaro per crearsi le basi culturali e professionali che consentano di sfuggire alla disoccupazione dilagante e, dall'altra, chi è tutto preso dalla conquista e dalla gestione del potere. Allora aprire le porte ai giovani perché tocchino con mano come i politici-amministratori agiscono nelle diverse sedi potrebbe essere importante.
Certo non è sempre edificante assistere a queste sedute. I nostri parlamentari, ad esempio, hanno spesso offerto alle scolaresche invitate ad assistere ai lavori, uno spettacolo davvero deprimente: insulti, oggetti lanciati all'indirizzo degli "avversari" e zuffe da bar. Protagonisti gli stessi personaggi che poi troviamo nei Talk Show, pronti a stigmatizzare episodi simili accaduti per strada o allo stadio. Avessero almeno il buongusto di tacere evitandoci di assistere al loro presenzialismo inopportuno. Se si scende ad una dimensione locale sarebbe auspicabile, anche a Sestu, che gli studenti delle nostre scuole fossero invitati, frequentemente, ad assistere alle sedute del Consiglio comunale; con alcune avvertenze però:

- ragazzi non imitate il comportamento di quei consiglieri che sono presenti in consiglio solo fisicamente e che non si esprimono nemmeno quando si dibattono temi di grande rilevanza (avete presente i vostri compagni che a scuola ci vanno solo per scaldare la sedia?);
- evitate di esprimervi come coloro che, dando risposte incomprensibili, con tortuosi giri di parole rispediscono la risposta al mittente;
- non emulate i "botta e risposta", spesso carichi di ingiurie, che impediscono qualunque tipo di dialogo fra i consiglieri.

Prese queste precauzioni, presenziare al Consiglio Comunale, può essere veramente istruttivo: vi renderete conto che amministrare è un'arte nella quale non tutti possono cimentarsi o forse potreste pensare che …. se c'è riuscito tizio ad occupare una poltroncina allora … chiunque può farlo; con quali risultati sarà poi, per voi e per chiunque, facile da constatare.