La fine del "Comandante"
La salma di D'Annunzio nella |
Gabriele
D'Annunzio si spegne al Vittoriale il 1° marzo 1938. L'omaggio al poeta in un articolo dell'inviato speciale del "Corriere della Sera". Gabriele D'Annunzio è spirato improvvisamente questa
sera alle 20.05, colpito da una emorragia cerebrale, mentre si accingeva
a passare dallo studio alla sala da pranzo. |
La
salma, rivestita della divisa di generale d'aviazione, con la medaglia
di Fiume, veniva composta su un letto funebre attorno al quale gli
intimi e le personalita' accorse alla notizia hanno prestato la prima
veglia. Nelle prime ore della notte giungeva al Vittoriale anche lo
scultore Minerbi, chiamato telefonicamente subito dopo il trapasso, ed
egli provedeva a ricavare la maschera funebre secondo il preciso ordine
che aveva lasciato il poeta. Ecco il testo del comunicato che nelle prime ore della notte è stato affisso nella portineria del Vittoriale: "La salute del comandante in questi ultimi mesi si era sempre mantenuta molto soddisfacente, tanto da permettergli di riprendere molte delle sue attivita' fisiche che da qualche tempo aveva ridotte. Anche gli ultimi controlli medici avevano dato esito soddisfacente ed egli si riprometteva di effettuare presto il preannunciato viaggio a Roma, al quale pensava con gioia e con amore. Questa sera, dopo una giornata trascorsa normalmente, mentre si trovava al tavolo di lavoro, egli accusava un improvviso malessere per cui, aiutato dai familiari presenti, veniva adagiato nel letto dove in pochi momenti avveniva la fine, precisamente alle ore 20,05. I medici, subito accorsi, non potevano che constatare la morte." Abbiamo letto con estrema emozione le laconiche righe del comunicato, nella piccola stanza della guardia all'ingresso, vigilata da un carabiniere in divisa, al fioco lume di una lampada. Intorno tutto taceva. Un velo nero sul cancello, unico segno di lutto, risalta nella luce verde da acquario che illumina gli archi e che da alla scena una parvanza irreale. |
La bara viene portata a braccia |