Lo Studium
Calabrie, un progetto
incompiuto. Si tratta di un grande progetto politico-culturale
diretto a sanare la
dualità tra mondo latino e
mondo greco, ideato dal Card. Bessarione
e fatto proprio da Papa Nicolò V. Dopo il Concilio di Ferra e di Firenze, che si concluse con l’approvazione del decreto di Unione, si pensò che per attuare in concreto e rendere definitiva l’auspicata unione non bastasse la pronuncia conciliare che sanciva l’unione delle due chiese, ma fosse necessario attuare una comunione tra le due culture , la cui diversità stavano alla base dello scisma. |
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Pertanto a rendere duraturo l’unione dei riti
occorreva una fattore unificante che veniva individuato nello
scambio tra le due culture. La cultura espressa da questi monasteri calabresi
avrebbe dovuto funzionare da
ponte tra le due civiltà, i due mondi , orientale ed occidentale, che per
secoli si erano attestati su posizioni
contrapposte. Questo terribile evento fece accantonare
tale progetto di civiltà, per correre ai ripari , dato che si
aspettava sulle nostra coste l’arrivo dell’esercito del sultano,
atteso che il turco non avrebbe più trovato ostacoli
all’invasione dell’occidente europeo e quindi tutta la
cristianità si trovò esposta a pericolo di imminente invasione. Fu in quel periodo che si provvide a creare un sistema di difesa lungo le coste, con la costruzione delle torri di guardia a presidio delle nostre contrade, per poter disporre di un sistema di avvistamento e tempestivo allarme. |
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Barlaam
di Seminara La sua grande personalità emerse durante il Concilio di Ferrara rendendo possibile con le sue relazioni la comprensione delle tesi occidentali alla delegazione bizantina. . Durante il periodo di Barlaam si ricorda un altro eminente letterato calabrese che corrisponde al nome di Leonzio Pilato, uno che fece strabiliare i dotti bizantini per la sua lingua platonizzante e la sua profonda dottrina. Petrarca , come gli uomini di cultura del tempo , guardavano con grande interesse e simpatia a quello che avveniva in Calabria,sotto l’aspetto della sviluppo della cultura : significativo il fatto che al Poeta Giovanni di Conversano da Ravenna che desiderava recarsi a Costantinopoli per aver modo di istruirsi nella lingua e cultura greca, non esita a consigliare di fare piuttosto un viaggio in Calabria ove, secondo lui, avrebbe potuto meglio raggiungere lo scopo desiderato |
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La preziosità
dei libri della Calabria. Nell’imminenza di questa paventata invasione la
preoccupazione maggiore era
per la dispersione del ricco patrimonio culturale
che da secoli si era prodotto presso quei cenobi. Come misura di emergenza si decide di trasferire in posti sicuri , lontani dai luoghi minacciati dalla invasione, tutti i libri ed i codici più preziosi esistenti in Calabria, ricoverandoli a Roma. Fu tale la mole dei volumi pervenuti a Roma a seguito di una tale affannosa operazione , che nonostante una prima cernita, risultava ancora imponente tanto che non si sapeva quale destinazione dare a così enorme massa librario. Fu proprio per dare una certa sistemazione a tanti libri, che venne in mente a papa Nicolò V di istituire una biblioteca vaticana, composta dai volumi di provenienza calabrese che formarono così il primo fondo di dotazione.Si fa incetta dei libri pregiati , di provenienza calabrese. Era
tale la preziosità dei libri prodotti in Calabria dagli amanuensi
calabresi che ancora per
tutto il corso del 1600 i Signori Principi
e governanti degli stati , gli ecclesiastici di prestigio solevano
mandare loro agenti , muniti di delega e forniti di ricca e larga borsa,
incaricandoli di fare
incetta dei libri che ancora
potevano esistere presso i
monasteri calabresi
,nonostante una prima raccolta, e
comprare quanti volumi fosse possibile
reperire, previo esame fatto da appositi incaricati, esperti della
materia. Mandò Filippo II per aumentare il prestigio della sua biblioteca dell’Escuriale in Spagna; assidui frequentatori dei nostri monasteri furono gli emissari del Cardinale Borromeo per datare di codici di prestigio la sua biblioteca Ambrosiana di Milano; lo stesso fece Cosimo dè Medici per la biblioteca medicea di Firenze . Una parte considerevole di libri calabresi furono destinati dal Cardinale Bessarione alla sua Biblioteca, la Marciana di Venezia. Si segnalano così solo alcuni punti della dispersione subita dal patrimonio librario calabrese. |