Lo Studium Calabrie, un progetto incompiuto. 

Si tratta di un grande progetto politico-culturale diretto a   sanare la dualità tra mondo latino  e mondo greco, ideato dal Card. Bessarione  e fatto proprio da Papa Nicolò V. 

Dopo il Concilio di Ferra e di Firenze, che si concluse con l’approvazione del decreto di Unione, si pensò che per attuare  in concreto e rendere definitiva l’auspicata unione non bastasse la pronuncia conciliare che sanciva l’unione delle due chiese, ma fosse necessario  attuare una comunione tra le due culture , la cui diversità  stavano alla base dello scisma.

Pertanto a rendere duraturo l’unione dei riti  occorreva una fattore unificante che veniva individuato nello scambio tra le due culture. 
Per l’attuazione di questo progetto, di così vasto respiro, si passa alla fase esecutiva mediante  una bolla di Papa Nicolò V con la quale si intendeva procedere alla creazione di una  Università , dove potesse avvenire l’incontro tra le due culture
A tal fine viene scelta  come localizzazione  la piana di Reggio, dove risultavano  istallati numerosi cenobi dell’Ordine brasiliano 

La cultura espressa da questi monasteri calabresi avrebbe dovuto funzionare  da ponte tra le due civiltà, i due mondi , orientale ed occidentale, che per secoli si erano attestati su posizioni  contrapposte. 
La notizia della caduta di Costantinopoli, avvenuta nel 1527 fece sì che il mondo occidentale, che considerava quella città come avamposto della civiltà occidentale, venisse invaso dal terrore

Questo terribile evento fece accantonare  tale progetto di civiltà, per correre ai ripari , dato che si aspettava sulle nostra coste l’arrivo dell’esercito del sultano, atteso che il turco non avrebbe più trovato ostacoli  all’invasione dell’occidente europeo e quindi tutta la cristianità si trovò esposta a pericolo di imminente invasione.
Pertanto tutti gli sforzi e le risorse che erano state reperite  e destinate alla creazione dello Studium calabrese, vennero stornate ed adibite ad opere di difesa della coste, dove si paventava uno sbarco imminente, della flotta ottomana. 

Fu in quel periodo che si provvide a creare un sistema di difesa  lungo le coste, con la costruzione  delle torri di guardia a presidio delle nostre contrade, per poter disporre di un sistema di avvistamento e tempestivo allarme.

Barlaam di Seminara 

La sua grande personalità  emerse durante il Concilio di Ferrara rendendo possibile con le sue relazioni la comprensione delle tesi occidentali  alla delegazione bizantina. .

 Durante il periodo di Barlaam  si ricorda un altro eminente letterato calabrese che corrisponde al nome di Leonzio Pilato, uno  che fece strabiliare i dotti bizantini  per la sua lingua platonizzante e la sua profonda dottrina.

Petrarca , come gli uomini di cultura del tempo , guardavano con grande interesse e simpatia  a quello che avveniva in Calabria,sotto l’aspetto della sviluppo della cultura : significativo il fatto che al Poeta Giovanni di Conversano  da Ravenna  che desiderava recarsi a Costantinopoli per aver modo di istruirsi  nella lingua e cultura greca, non esita a consigliare di fare piuttosto un viaggio in Calabria  ove, secondo lui,  avrebbe  potuto meglio raggiungere lo  scopo desiderato

La preziosità dei libri della Calabria. 

L’emergenza insorta nel mondo occidentale alla notizia della caduta di Costantinopoli, pone ala attenzione degli stati cristiani alcuni problemi urgenti, tra cui quello della salvaguardia dell’immenso patrimonio librario, esistente in Calabria.

Nell’imminenza di questa paventata invasione la preoccupazione maggiore  era per la dispersione del ricco patrimonio culturale  che da secoli si era prodotto presso quei cenobi. 

Come misura di emergenza  si decide  di trasferire  in posti sicuri , lontani dai luoghi minacciati dalla invasione, tutti i libri ed i codici  più preziosi esistenti in Calabria, ricoverandoli a Roma.

Fu tale la mole dei volumi pervenuti a Roma a seguito di una tale affannosa operazione , che nonostante una prima cernita,  risultava ancora imponente tanto che non si sapeva  quale destinazione dare a così enorme   massa librario. Fu  proprio per dare una certa sistemazione a tanti libri, che venne in mente a papa Nicolò V di istituire una biblioteca  vaticana, composta  dai volumi di provenienza calabrese  che formarono così il primo fondo di dotazione.Si fa incetta dei libri pregiati , di provenienza calabrese.

  Era tale la preziosità dei libri prodotti in Calabria dagli amanuensi calabresi  che ancora per tutto il corso del 1600 i Signori Principi  e governanti degli stati , gli ecclesiastici di prestigio solevano mandare loro agenti , muniti di delega e forniti di ricca e larga borsa,  incaricandoli  di fare incetta  dei libri che ancora potevano esistere  presso i monasteri  calabresi ,nonostante una prima raccolta,  e comprare quanti volumi fosse possibile  reperire, previo esame fatto da appositi incaricati, esperti della materia.

Mandò Filippo II per aumentare il prestigio  della sua biblioteca dell’Escuriale in Spagna; assidui frequentatori dei nostri monasteri furono gli emissari del Cardinale Borromeo  per datare di codici di prestigio  la sua biblioteca  Ambrosiana  di Milano; lo stesso fece Cosimo  dè Medici  per la biblioteca medicea  di Firenze . Una parte considerevole di libri  calabresi furono destinati dal Cardinale Bessarione alla sua Biblioteca, la  Marciana di Venezia.

Si segnalano così solo alcuni punti  della dispersione subita dal patrimonio librario calabrese.