Calisto II in Calabria. 

Nello scacchiere  di politica mediterranea la Calabria  occupava una posizione determinante,

quando nel 1122 Papa Callisto II non esita a trasferirsi a S. Eufemia,  per tentare di risolvere  la  crisi  che era insorta tra la  S.Sede e la Potenza Normanna.( pag. 238) 

Punto cruciale della contesa  era il controllo militare  del castello di Vallelonga: un avamposto  militare strategicamente  importante  per arrivare alla pacificazione di tutta l’area meridionale.

Oggi, che  abbiamo smarrito il ricordo di quegli eventi e non siamo  neanche in grado di ricostruire le coordinate geografiche  di questa posizione, oggi strategicamente insignificante, stentiaMO A CAPIRE  il senso di quegli avvenimenti, che pure furono di grande rilievo , come è facile arguire dal fatto che il Papa decide di seguire la vicenda da vicino e così dare impulso  repentino ed immediato all’evolversi della questione. 

Notevole il fatto che, non solo il Pontefice in persona , ma tutta la corte pontificia  in quella circostanza  risulta  installata “in litore Santae  Heuphemiae”: gli atti pontifici emessi in quella circostanza recano la firma di un gran numero di cardinali, con i relativi titoli di appartenenza. Segno evidente che si trattava di una questione vitale per la politica ecclesiastica.

Sta di fatto che i  problemi internazionali,  che allora si erano intrecciati in modo insolubile , trovavano in Calabria  il punto di maggiore attrito.

Il grande moto di Riforma Cattolica. 

   A ridosso del Concilio di Trento si manifesta in Calabria un movimento di riforma e precisamente a Filogaso, dove un gruppo di Frati Francescani , desiderosi dell’osservanza rigida della regola, dà inizio  alla creazione di un nuovo ordine  religioso, detto appunto dell’osservanza, normalmente nomati  Cappuccini, dalla foggia  dell’abito da essi indossato. 

Rispetto all’analogo proposito adottato dai confratelli della Marca di Ancona, che professano lo stesso desiderio di riforma, essi si trovano in piena sintonia Tra le due comunità si stabiliscano contatti e si intrecciano rapporti  di intesa e collaborazione  nell’intento di giungere allo stesso risultato.

Pertanto le due riforme  nascono in contemporanea. Anche se poi diventano più noti  quelli della Marca di Ludovico di Fossombrone e Matteo de Bascio, che però consapevoli dell’importanza di quanto si stava maturando in Calabria, e per sostenersi reciprocamente in questo sforzo, che presentava non pochi rischi anche sotto il profilo della loro integrità personale ,stabiliscono contatti, prendono accordi con il Beato Ludovico da Reggio, che rappresenta le istanze dei frati francescani  riformati della Calabria.

   La raccolta della manna. 

Nei tempi antichi era praticata in alcuni punti della Calabria  la raccolta di questa preziosa sostanza, il cui consumo era  molto diffuso presso le popolazioni locali , per diversi usi, non escluso quello medicamentoso.

Il nome del prezioso alimento evoca in noi il ricordo del famoso fenomeno biblico,che tanta parte ebbe nel rendere possibile  il travagliato passaggio del Popolo Eletto dalla schiavitù alla terra promessa  attraverso la lunga marcia nel deserto.

E la sensazione di trovarci di fronte ad un fenomeno naturale dai risvolti mitici, ci condiziona nel descrivere le varie fasi del suo procedimento.

Il problema principale concerne la questione  della ricerca delle ragioni che hanno reso possibile  il verificarsi di questo fenomeno, atteso che esso non è riconducibile  ad alcuna modalità di coltivazione agricola, quanto piuttosto  ad un fatto che risulta completamente estraneo alle attività dei campi e sembra invece prodotto da particolari condizioni atmosferiche, come: la qualità dell’aria,il grado della sua temperatura,le percentuali di essenze ed i profumi che risultano condensati nell’atmosfera, in particolari condizioni di tempo e di luoghi. Sicchè può ben dirsi che la manna è frutto della combinazione di diversi condizioni climatiche , in presenza di vapori sospesi nell’atmosfera, carichi di profumi e di sapori.

 Essa si produce nelle notti serene e fresche d’estate, che seguono alle giornate calde, quando la rugiada cade sulle foglie degli alberi  dove  subito si solidifica, tanto che  deve essere raccolta alle prime luci del mattino, prima che si sciolga e vada perduta, come avviene  quando rimane esposta ai raggi del sole.

Per questo  alcuni contadini usavano , quando durante la notte  ne era caduta abbondante, tagliere i rami degli alberi la mattina  di buon ora  e riporli al fresco , aspettando che all’ombra dei capanni si possa indurire  e quindi poi raccoglierla con comodità.

Alcuni contratti agrari vigenti nella zona prevedevano che i contadini prima di avviasi ai lavori dei campi al tempo della  mietitura, dovessero provvedere alla raccolta della  manna caduta nella notte. 

Un antico scrittore, Scipione Gazzella descrivendoci le condizioni di Locri e dintorni, secondo quanto gli risultava  alla data del 1601,  menziona fra le attività a cui si dedicavano i cittadini la “ raccolta della delicatissima manna”.

Le utilizzazioni che di tale sostanza vengono fatte ci dicono, segnalando quelle più ricorrenti, che essa si usava somministrare  come bevanda medicamentosa alle donne in stato gravidanza ed ai fanciulli gracili e malaticci. Mescolata poi con alcuni medicinali , ha la virtù di accrescere le loro qualità,risultando così un prezioso addiettivo in farmacopea. Serve come purgante  e nei tempi antichi veniva usata con indubbia efficacia nella lotta al colera, E’ un dissetante molto efficace,e risulta molto utile per aprire e mellificare le parti del petto e della gola, quando sono irritate da infezioni o raffreddori.

Sibari, una città mitica.

Era rinomata come la città dell’eleganza : il modo di vestire delle sibarite, faceva scuola e veniva imitato anche dalle pretenziose matrone romane.

Corse per il mondo la fama di questa città  per il tenore di vita che ivi si praticava.LO sfarzo ed il gusto del bel vivere erano tali che  era costume anticipare di un anno gli inviti a cena, per dar modo agli anfitrioni di preparare per tempo i vestiti da indossare, e destinati solo per quella occasione.

 La grande abbondanza della produzione agricola e l’eccellente sistema di coltivazione dei campi ci viene decantata ricordando che tra un podere e l’altro non c’erano strade interpoderali, ma il passaggio degli uomini, degli animali e carriaggi ,avveniva attraverso galleria sotterranee, intercomunicanti, per non danneggiare o inquinare le coltivazioni, in superficie.

Era tale l’abbondanza della produzione di vino ed olio che dopo la spremitura ,per trasportare questi prodotti, destinati all’esportazione, dalle colline al porto d‘imbarco  era in funzioni un sofisticato sistema a  rete di cunicoli sotterranei, fatte con condotte di piombo  rivestito di resina, per garantire la qualità del prodotto, attraverso i quali, al tempo della raccolta, si facendo affluire   il prodotto ai depositi degli scali marittimi