Una forma di Confederazione

La Magna Grecia ha assunto una formula politica simile ad una confederazione di città libere, che avevano così modo di esprimere le loro individualità.

Nonostante l’autonomia di ogni repubblica, presso di loro era vivo il sentimento della comune nazionalità, fattore segreto del loro ingrandimento, gelosamente custodito.

Quando la potenza romana volle colpire a morte quella nazione, spegnendone alla radice ogni possibilità di ripresa , tra i patti imposti alle città federate venne contemplata una  clausola in  base alla quale  era vietato fra loro fare alcuna alleanza;Essa venne ritenuta la condizione più pesante, un colpo al cuore di quella nazione, perché mirava a distruggere il vincolo  che per tanti secoli  aveva tenuto insieme le varie città della Magna Grecia, cercando così di pregiudicare in modo definitivo   la possibilità  della loro ricomposizione.

I popoli della Magna Grecia avevano una naturale propensione  per il sistema federativo; tendenza che loro derivava dalla tradizione della terra di origine , dove tali forme associative erano state largamente e proficuamente sperimentate, sotto forma di “Anfizionia”, una formula politica che  nella Grecia antica ebbe tanto seguito.

Fuori di questo sistema  per la civiltà della Magna Grecia non vi era alcuna possibilità  di sopravvivenza; in quanto venivano  a mancare le condizioni vitali per potersi esprimere.

Un episodio emblematico.del sentimento nazionale

 A questo sentimento di fraternità rende onore , pur afflitta da estreme difficoltà , la città di Reggio. Infatti quella repubblica, durante la guerra tarantina, non volle mancare allo sforzo comune dal quale dipendeva la salvaguardia dell’indipendenza di tutte le città greche minacciate dall’invasione dei barbari romani. E nella contingenza, non essendo in condizione di partecipare direttamente allo sforzo bellico, perché la flotta cartaginese,in quella circostanza alleata dei Romani, incrociava all’estrema punta della penisola  con atteggiamento minaccioso, concepì un generoso proposito  di fare ogni dieci giorni un solenne pubblico digiuno , onde inviare , in segno di solidarietà con le altre città sorelle, impegnate direttamente nella lotta, i risparmi  così ottenuti  ai Tarantini che capeggiavano la lega degli italioti , ed erano in serie difficoltà per l’assedio imposto  dalle forze romane.

Un culto tipico di quella nazione

Era quello di Giove Onirico, ossia  Confinante, un culto che tendeva ad avviare la fase della concordia. Il Nume era considerato come colui  davanti al quale le vedute particolari dovevano cedere il passo  al sentimento  della comune solidarietà.

Numa Pompilio ,dopo un periodo di indottrinamento in Calabria, una volta  assunto al regno , decise di istituire anche a Roma il culto del Dio Temine  secondo un principio della scuola pitagorica della quale egli stesso fu a lungo discepolo. che proclamava la concordia tra i popoli. 

Per queste motivazioni ideali , nella terra di origine si era voluto far sorgere , col concorso di tutte le repubbliche il tempio al Dio termine, considerato loro tempio nazionale, capace di avviare la fase della concordi, scegliendo  il territorio di Caulonia, un punto nevralgico , dove con maggiore   frequenza  sorgevano motivi di frizione e contrasto, tra le due finitime repubbliche, e per la sua posizione fungeva da stato cuscinetto.

Le intenzioni dei promotori era che intorno al tempio del Nume dovessero di nuovo riannodArsi i vincoli di fraternità che avevano radici profonde.

Anche le lotte che si erano scatenate a Crotone  tra i Pitagorici ed i fautori  di una nuova corrente culturale che mirava ad abbattere le istituzioni ispirate dalla dottrina pitagorica che fino al quel momento aveva formato il cardine della società, scatenando  una serie di reazioni nel resto della nazione, trovavano componimento all’insegna di questa divinità

Essendo quella della Magna Grecia una società essenzialmente ideologica, era inevitabile che la messa i discussione  dei principi filosofici , che stavano alla base dell’ordinamento politico, dovessero portare turbamento  della vita delle varie comunità, che in quella identità culturale si riconoscevano.

Per rafforzare il vincolo di osservanza, iL tempio fu dedicato al massimo dei Numi , Giove,sotto il titolo di Onirico, ossia confinante,per rimarcare  che i confini geografici non dovessero essere motivo di domestiche  discordie, ma punti di incontro  e di scambio. Sfatare il consueto concetto , che considerava il confine  come segno di limite e separazione , per cui chi sta di qua è tuo amico da amare, quello invece che sta di là è tuo nemico, da odiare e combattere.
Di conseguenza quella della Magna Grecia era una nazione senza confini: ivi era la Magna Grecia ove arrivava il verbo di Pitagora.