Una luce che brilla nel buio :Il Vivarium. 

IL mondo ricaduto nell’ignoranza e nella barbarie a seguito delle invasioni barbariche  e la caduta dell’impero romano d’occidente, trova nel Vivarium , costruito da  Marco Aurelio Cassiodoro, nella sua terra di Squillace, l’ultimo rifugio  della cultura , del sapere e delle scienze, e l’estremo ridotto della civiltà . Mentre tutto intorno incombono  le tenebre della barbarie e dell’ignoranza, nel Vivarium vengono coltivate le lettere, le scienze, le arti, curata la conservazione del sapere antico; attingendo al quale fu poi resa possibile la ripresa della civiltà, quando le mutate condizioni politiche lo consentirono.

Infatti  quando i tempi furono maturi dal Vivarium in Calabria si sparsero i lumi della scienza e del sapere, diffondendosi gradatamente al resto d’Italia.

 Mercè l’opera dei suoi copisti si  moltiplicarono i libri, si trascrissero i codici, conservandone gelosamente  gli esemplari, il che rese possibile di.salvarli dalla totale distruzione .

Così avvenne che tutto il sapere antico  transitò, tramite l’elaborazione fatta dai monaci del Vivarium, alle nuove generazioni, rendendo possibile la ripresa della civiltà.

Le molte Accademie

Esaminando la situazione dei vari luoghi, come ha fatto  Gabriel Barrio, compilando il suo rapporto intitolato  “ De  Antiquitate et situ Calabriae”, Romae  1738, è ancora riscontrabile su tutto il territorio regionale una fioritura promettente e diffusa di queste forme  associative  sorte, alcuni secoli prima   spontaneamente con  finalità culturali dichiarate, nell’ambito della quali ,però,  venivano alimentati programmi  politici di opposizione al governo Vicereale Spagnolo.

In base a questa relazione risulta che  per un lungo periodo che va dal 1500 a tutto il 1700 non c’è paese della Calabria, sia esso anche di minore importanza,  che non possa annoverare l’esistenza di una sua accademia

Esse, dedite normalmente a dispute filosofiche , disquisizioni letterarie ed esibizioni poetiche alimentavano, nei loro risvolti,  propositi di libertà politica  ed un modo di ragionare libero  dall’imperio delle autorità culturali, svincolato cioè dai precetti aristotelici, allora dominanti. Erano intellettuali che, nell’ansia di sempre nuove conoscenze,  volevano andare oltre i limiti imposti  dalla cultura ufficiale; in altri termini, non si assoggettavano supinamente all’osservanza “dell’Ipse dixit” ed intendevano mettere in discussione  quanto già codificato “in verbo magistri,” volendo sottoporre tutto alla verifica sperimentale.

Questi uomini di cultura inaugurarono una fase nuova  del pensiero umano, che anelava a sempre nuove conoscenze,  non accettava i limiti dei precetti già codificati e perciò furono gli antesignani della nuova  stagione che per questo venne detta l’epoca della  Scienza Nuova.

Massimi esponenti di questa tendenza furono Telesio e sopratutto Campanella , il quale pagò con 27 anni di carcere duro,  sofferti in una cella  buia ed umida  di castel Dell’Ovo a Napoli, una delle più orrende segrete scavate sotto il livello del mare, tra sevizie e tormenti, il suo proposito di aprire nuovi traguardi  alle conoscenze , ponendosi sulle stesse posizioni culturali di Galileo.

La congiura di Campanella                               

Per merito di Campanella il mondo della cultura si è svincolato dai vincoli della scolastica, che aveva imposto un sistema di pensare del tutto statico, legato come era ai precetti di Aristotele, che non potevano essere messi in dubbio, senza esporsi a gravi conseguenze, anche di carattere personale. Per rompere questo modo di pensare e fare in modo che l’intelletto potesse aprirsi alle nuove conoscenze, Campanella creò un movimento di pensiero che lottava contro l’oscurantismo allora imperante in tutte le scuole, e proclamava il rifiuto di ogni precetto, non passato al vaglio dell’esperienza. .

E’ da qual momento, e per merito di tanti intellettuali calabresi, che si associarono a questo programma,che la scienza  rimasta ferma sotto l’imperio dell’ipse dixit, si è rimessa in movimento alla ricerca di nuove conoscenze e sempre più vasti orizzonti.

Per apportare questa aria di novità Campanella subì un pesante processo, fu perseguitato ,  catturato come un ribaldo,  processato ed incarcerato , sottoposto a carcere duro per 27 anni, passati  tra supplizi e tormenti.

Con lui cinquemila uomini di cultura calabresi furono rastrellati nei vari paesi, incarcerati , condotti a Napoli stipati su cinque galee, torturati e massacrati perché ritenuti coinvolti nel movimento di congiura, ordito da Campanella.

Erano invece intellettuali, rei soltanto di condividere il pensiero del filosofo.Questi nomi di sconosciuti , appartenenti a tutte le classi sociali, sono i veri martiri della cultura .