ERNESTO TEODORO MONETA: LA VITA
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Ernesto Teodoro Moneta (1833-1918) fu uno
dei più grandi propugnatori del Pensiero
Pacifista. Visse dalla seconda metà dell'Ottocento
ai primi decenni del nostro secolo. Da ragazzo fu
testimone dell'insurrezione del 1848, alla quale
parteciparono il padre e i fratelli. |
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Quando il Lombardo-Veneto ricadde sotto la dominazione austriaca, negli anni che vanno dal 1849 al 1859, Moneta si occupò personalmente del noto antiaustriaco: prima con una "Società segreta di giovani d'azione", poi con gli "Unitari della Società Nazionale italiana" di Daniele Manin, un'organizzazione politica che intendeva promuovere l'unificazione nazionale intorno a casa Savoia. Moneta stimava molto Manin e Pallavicino; questi ultimi convinsero Moneta ad aderire alla loro causa e quando nel mese di febbraio 1859 il Marchese Giorgio Pallavicino, che era succeduto a Manin nella presidenza della Società e che dirigeva l'Unità Nazionale e il Piccolo Corriere, lo invitò a parteciparvi. Ernesto accettò con entusiasmo, ma quando Pallavicino diventò cieco, l'intera responsabilità del giornale ricadde su di lui. Nel 1866, Moneta ritorna nell'esercito. La sua immagine è quella di un uomo che ha accumulato
un grande bagaglio di esperienze, non solo militari; è
ormai un ufficiale colto, brillante e di ingegno, che
dalla posizione di privilegio nello Stato Maggiore del
Generale Sirtori può spaziare sulle vicende italiane,
osservandone i lati positivi ma anche gli aspetti
negativi che inevitabilmente si sviluppano nei
retrobottega della politica. Nel 1887 fu uno tra i promotori delle associazioni "Unione lombarda per la pace" e "L'arbitrato internazionale", "Società per la pace e la giustizia internazionale". Nel 1889, due anni dopo, al Congresso Mondiale del
centenario della Rivoluzione Francese, fu in prima fila
in qualità di relatore d'apertura. Nel 1903, a Milano, Parigi e Londra ci fu una manifestazione in difesa dei popoli Armeno e Macedone contro la politica d'oppressione ottomana, presieduta da Moneta. Vi aderì anche un ampio arco di personalità: Turati, Marcori, Ada Negri ed altri. Nel 1907 venne conferito a Moneta il Premio Nobel per
la pace grazie agli intensi decenni d'attività
"per la pace fraterna". Morì a Milano nel 1918 e giace nel cimitero di Missaglia. |