IL PENSIERO PACIFISTA

 

  Il pensiero di Moneta si basa sull'idea della fratellanza umana e della Federazione Europea. Questi concetti spiegano il perchè Moneta ha sostenuto il pacifismo che nasce dal sentimento di rifiuto delle atrocità belliche. Questo sentimento nasce dall' idea che la guerra è simbolo della cattiveria dell' uomo, mentre la pace è simbolo della civiltà. Per Moneta il concetto di libertà è fondato essenzialmente sul reciproco rispetto tra i singoli uomini. Egli sostiene che i sudditi devono aspirare alla Pace; questa aspirazione è però impedita dalle persone che hanno il potere. Per questo è necessario che i popoli insorgano per rivendicare il proprio diritto di Pace, modificando i governi. Il problema è rendere possibile questa idea, facendo si che il giudizio negativo della guerra si diffonda a tutta la gente e non solo a poche persone. Per superare lo stato di guerra continua, è necessario formare una nuova struttura politica: politica sovrannazionale. Poichè la Pace non può durare per sempre si deve intervenire con quell'accordo che caratterizza la formazione di un popolo. Ogni stato che forma la Federazione deve avere leggi uguali che limitino la libertà. Ernesto Teodoro Moneta giustifica la guerra e l'uso solo qualora ci sia la necessità di difendere la patria oppure se si doveva realizzare l'indipendenza di una nazione. Forse in ciò era influenzato dal suo passato trascorso al fianco di Garibaldi, con il tentativo ancora vivo in lui di difendere accanto alla Pace, libertà e indipendenza. Ciò che genera questa idea di guerra difensiva è l'amore per la patria, ad ogni modo Moneta ritiene che per il raggiungimento della Pace, il disarmo sia una via necessaria; però lui non richiede il disarmo totale, ma il disarmo delle forze militari o meglio degli eserciti permanenti. Questo però avrebbe reso una nazione molto debole militarmente, ma Moneta sostiene che la vera forza sta nella preparazione morale dei cittadini. In questo senso capire che un esercito deve essere puramente difensivo e non offensivo. Uno dei primi passi verso la riforma dell'esercito è l'abolizione del servizio obbligatorio.

 

 

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