Napoli

Durante i bombardamenti alleati che colpirono Napoli nel corso della Seconda guerra mondiale, alcuni velivoli furono abbattuti dalla contraerea o dai caccia italiani. Un bimotore alleato, forse un B 25 Mitcheli, precipitò nella zona della Secca della Badessa, circa un miglio al largo di Nisida. Tre famosi pionieri dell'attività subacquea, Claudio Ripa, Ennio Falco e Alberto Novelli, nel 1952 ricuperarono la parte centrale della fusoliera e i due motori su un fondale di 27 metri. Le ali e la coda non furono trovate. L'operazione fu condotta con mezzi di fortuna, a bordo di due piccole imbarcazioni dotate di paranco differenziale. Le parti del velivolo furono rottamate per recuperare il metallo. Sembra che altri frammenti di aereo si trovino a ponente di Nisida, in un fondale di almeno 70 metri.

 

Ischia

Un bombardiere americano B 17 Flying Fortress si è inabissato nelle acque dei versante nord-ovest dell'isola d'ischia, probabilmente al largo della zona di San Montano. Alcune testimonianze dell'epoca confermano il fatto. Il relitto giace probabilmente a una profondità molto elevata, non raggiungibile dai sommozzatori sportivi, e non è mai stato individuato con precisione; soltanto un elica e alcuni rottami sono rimasti impigliati nelle reti di pescatori locali e sono stati recuperati. L'elica è oggi esposta nel Palazzo Reale di lschia Porto ed è stata inserita in un monumento ai soldati caduti in guerra. Una bomba, che probabilmente non era stata sganciata durante il raid su Napoli, fu scaricata in mare, forse da un altro B 17, allargo di Forio d'ischia. Si trova tuttora a una profondità di circa 35 metri al largo della, spiaggia di Citara. Un aereo non identificato, forse un caccia della Seconda guerra mondiale, rimase impigliato una trentina di anni fa nella rete a strascico di un peschereccio, al largo dei versante meridionale dell'isola d'ischia. Il relitto fu trascinato verso riva e poi abbandonato sul fondale antistante l'imboccatura del porto di Sant'Angelo a una quindicina di metri di profondità. Il primo sub che lo ispezionò fu il campione dei mondo di pesca subacquea Massimo Scarpati. Non si hanno, notizie precise sul destino di questo relitto.


Capri

Nella zona di Punta Carena a Capri, su un fondale di 75 metri, quindi, non alla portata dei sub sportivi giace tuttora la fusoliera integra di un altE’o B 17. Lo afferma il sub professionista caprese "Gennarino" Albuino, oggi titolare di un centro di immersioni. Secondo la sua testimonianza, le ali e i quattro motori del bombardiere furono recuperati negli anni '50 per essere rottamati.


Costiera Sorrentino-Amalfitana

Corrono voci che nella zona di mare adiacente Punta Penna e la Rupe di Montalto, non lontano da Punta della Campanella, ci siano i resti di un aereo su un fondale di almeno 55 metri. E che alcuni piccoli rottami attribuibili a un aereo, forse un caccia, siano stati trovati casualmente da un subacqueo nei fondali antistanti Praiano. In entrambi i casi, si tratta comunque di notizie non confermate, che riportiamo per dovere di cronaca.


Salerno

L'unico aereo individuato sott'acqua dai sommozzatori dei circolo "Go Sub Salerno" è uno Junkers Ju 88, abbattuto durante lo sbarco di Salerno nel 1943. Si trova al largo dei litorale fra Salerno e Pontecagnano, a una profondità di 24 metri. Il fondale fangoso ha parzialmente sepolto il relitto, a cui manca un'ala. Era armato con siluri poiché dotato di appositi supporti, visibili grazie alla posizione rovesciata del velivolo. I sub salernitani sono risaliti al modello di aereo effettuando delle misurazione e osservando i dettagli dell'unico motore rimasto. E’ anche stata recuperata una bussola fabbricata a Berlino. Il relitto è in cattivo stato di conservazione. Il muso è immerso nel fango e mancano i piani di coda, di cui rimane un frammento separato dal relitto.


Da Paestum a Punta Licosa

Due relitti, o meglio frammenti di relitti, sono stati individuati dai sommozzatori dei circolo Cesub di Santa Maria di Castellabate. Il primo è probabilmente un frammento di ala o di coda di un velivolo tedesco non identificato della Seconda guerra mondiale. Il frammento, abba stanza grande di un peschereccio al largo di Punta Licosa, a una profondità di circa 60 metri. Secondo la testimonianza di Pino Trotta, presidente dei Ce Sub, il metallo era coperto da vernice verde e portava una svastica. Ciò lascia presumere che potesse trattarsi della coda di un bombardiere, date le dimensioni, poiché la svastica non era presente sulle ali, bensì sulla coda dei velivoli tedeschi. Purtroppo il reperto, che dopo il recupero era stato lasciato sul porto, fu trafugato. Il secondo frammento di aereo, un carrello di caccia, è stato invece trovato nel tratto di mare fra Paestum e Agropoli, zona dello sbarco alleato dei 1943, a una profondità di circa 45 metri. Il pezzo si trova tuttora in fondo al mare, ma è stato spostato dai sub in una zona più accessibile. Secondo alcune testimonianze, nella seconda metà degli anni '60 un gruppo di sub tedeschi recuperò a bassa profondità altri rottami di velivoli e probabilmente li portò in Germania.


Capo Palinuro

A breve distanza dallo Scoglio dei Coniglio, a una profondità di circa 22 metri, giace il relitto di un bimotore tedesco (dovrebbe essere uno Junkers Ju 88) abbattuto durante la Seconda guerra mondiale. Sembra che il velivolo si sia inabissato più al largo e sia stato trascinato fino alla sua posizione attuale da un peschereccio a strascico, costretto poi a tagliare e abbandonare la propria rete. Il relitto non è in buono stato; manca completamente la coda e uno dei motori si trova a poche decine di metri dalla fusoliera. Lo si può osservare in immersione rivolgendosi a uno dei diving center locali, che conoscono perfettamente la sua localizzazione.


Marina di Camerota

Un caccia americano, di modello non identificato, è precipitato in mare durante la guerra al largo dell'isola di Marina di Camerota. 1 rottami sono coperti da una fitta prateria di posidonia, le cui verdi foglie nascondono le parti agli occhi dei sub. Nel corso di alcune immersioni effettuate molti anni fa nella zona, furono individuati un fiap e un carrello; più al largo, su un fondale fangoso delimitato da un costone roccioso a circa 35 metri di profondità, si trova invece il motore. Dalla distribuzione dei rottami, molto frammentati e sparsi su un'area particolarmente vasta, si presume che l'aereo sia esploso. Il pilota si salvò lanciandosi con il paracadute e fu recuperato in mare da un abitante di Marina di Camerota che andò in suo soccorso su una barca a remi. Il soccorritore è defunto già da tempo e non siamo riusciti ad avere ulteriori informazioni.



 

 

 

 

 

   

 

   
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