Viaggio in SARDEGNA

8 giugno – 24 giugno 2002

 

venerdì 7 giugno

ore 16 partenza da Forlì – arrivo a Piombino alle 20.45 pernottamento nel parcheggio (€ 8)

 

sabato 8 giugno

ceck-in e imbarco alle 9.00 sul traghetto della Linea dei Golfi. Camper open-deck: viaggio confortevole usando il mezzo come cuccetta e salotto. Pastasciutta con gli stridoli per pranzo. Arrivo a Olbia alle 17.30.

Per l’itinerario che abbiamo ideato, verso il sud-ovest, si va in direzione Sassari, tra campi di grano appena mietuto, querce da sughero e greggi.

S. Antioco di Bisarcio è la prima delle chiese romaniche che troviamo nel percorso, nella piana di Ozieri.

Bisarcio nel Medio Evo era sede diocesana e la cattedrale sorgeva accanto a una grande monastero benedettino, di cui sono visibili ancora i resti e a un villaggio. Al primo edificio incendiatosi, si sovrappose la chiesa attuale, costruita da maestranze francesi e pisane nel 1150. Per ultimo fu edificato l’avancorpo a 2 piani, con la facciata assimmetrica, unico in Sardegna e sicuramente di derivazione francese. Come tutte le chiese romaniche, all’eleganza delle forme esterne si accompagna un interno sobrio e armonioso. Il poderoso campanile è stato mozzato da un fulmine.

Dopo pochi km., quasi per caso, arriviamo ad Ardara. Assolutamente indimenticabile per la visita della chiesa romanica di S. Maria del Regno**, l’unico edificio rimasto dai tempi in cui Ardara era capitale del giudicato del Lugodoro. S. Maria del Regno era già completata nel 1107; colpisce il colore scuro, quasi nero, dei blocchi di basalto e l’aspetto compatto dell’esterno. L’interno è una sorpresa: le colonne della navata affrescate con una teoria di personaggi che vanno verso l’altare, dove è il magnifico retablo in 31 quadri, anno 1515. Una delle opere più importanti della Sardegna (altri retabli da vedere: a Perfugas –più a Nord- e, minori, a Bonorva: S. Antonio e S. Giovanni). Diretti a SS. Trinità di Saccargia, giriamo prima per andare a pernottare a Ploaghe; dopo aver passato una strada tra le case larghe non più del camper, andiamo a sistemarci davanti a S. Antonio, tutto illuminato, perché è in corso la trigesima che porterà alla festa del 13/6. Alla mattina la sveglia ce la daranno i fedeli.

 

Domenica 9 giugno

Piove. S. Michele di Salvenero. S. Antonio, altra piccola chiesetta romanica, vista dall’esterno. SS. Trinità di Saccargìa**: la rivediamo dopo 22 anni, ed è un magnifico effetto, nuovamente. L’esterno è unico e offre un bellissimo colpo d’occhio complessivo, con l’apparire nella valle solitaria, lo slancio del campanile, e con la vivacità brillante che le danno l’alternarsi del bianco e del nero e le decorazioni policrome e geometriche della facciata. All’interno, nell’abside begli affreschi romanici. S’acca argia significa vacca pezzata. A ss. Trinità di Saccargia c’è la fonte per l’acqua; e il camper service, posto a disposizione dal ristorante attiguo.

Arriviamo a Borruta e raggiungiamo un’altra chiesa romanica, dalla magnifica facciata e piena di vita, perché sede di un monastero di camaldolesi: S. Pietro di Sorres.

Raggiungiamo il complesso della reggia del Nuraghe S. Antine, con corridoi di massi davvero impressionanti. Nel labirinto delle stanze e delle scale, raggiungiamo anche la sommità. Con il medesimo biglietto, raggiungiamo il Museo di Torralba, veramente ben allestito e con un singolare "giardino" di miliari romani, e relativa riproduzione e traduzione delle iscrizioni.

Suggestivo l’insieme delle tombe scavate nella roccia di S. Andrea Prìa. Le Domus de Janas, o Case delle Fate, sono in un luogo ricco di vegetazione particolare. Con la torcia vediamo le varie celle e, da ultimo, visitiamo la "Tomba del Capo" con una guida della Cooperativa Costaval, molto competente, che ci dà anche interessanti suggerimenti per altre scoperte, alcune da lasciare ad un nuovo ritorno in Sardegna. Nella tomba del Capo si ha la sensazione netta del succedersi delle varie epoche: alle pareti ocra rossa nuragica, affreschi romani (un volo d'uccelli, una donna dallo sguardo pensoso), pitture bizantine, tra cui le decorazioni della volta).

Attraversiamo Bonorva, poi Cossoìne e, per una strada stretta secondaria, dopo 5 km arriviamo a S. Maria Iscalas, una emozionante sorpresa, sulla destra in leggero declivio in mezzo ai prati e appena restaurata l’antichissima chiesetta dalla singolare struttura: 2 capanne di sasso, unite da una cupola bizantineggiante, con due absidiole, una vera chicca.

Pernottamento a Pozzomaggiore, in una silenziosa piazzettina, dopo aver intravisto la facciata di S. Giorgio di stile gotico-catalano.

Lunedì 10 giugno

Sosta al santuario di S. Costantino, poco significativo dal punto di vista artistico (facciata art noveau?) ma sede di una corsa di cavalli intorno al santuario= ardìa -il 7 luglio- emula di quella più famosa di Sedilo. Poi S. Pietro, nella vicina collina, che consente una panoramica su Pozzomaggiore. Svoltati in direzione Semestene, andiamo a vedere un'altra chiesa romanica, S. Nicolò di Trullas, dove ci sono 2 operai che stanno ricoprendo degli scavi, in attesa di poterli riscoprire tra qualche anno, con il prossimo flusso di finanziamenti; la chiesa è aperta, perché serve come base per il fornellino per il caffè degli operai, cosa che ci consente di vedere parti di pareti affrescate.

Ci dirigiamo verso Bosa, per la SS 292; lungo la strada: necropoli ipogeica di Chirisconis, domos de janas del parco archeologico di Suni, e nuraghe Nuradeo. A Suni per il caffè e il quotidiano Nuova Sardegna. A Bosa è vietato l'ingresso ai camper e quindi si parcheggia all'inizio del paese. Appare subito una città di grande importanza commerciale, favorita dal fiume Temo, che la lambisce lento e largo,  sovrastata dal grande castello dei Malaspinas, di cui si sta completando il restauro. Nel passato di Bosa c'è anche lo status di ciyttà reale con un suo statuto autonomo, in stretto contatto con la penisola iberica. Visita al quartiere antico, Sa Costa, poi a S. Pietro Extramuros**, sulle rive del Temo, a N della città, altro gioiello di architetture romanico-gotica. Poi a Bosa Marina.

Per la Planargia ci dirigiamo verso Macomer, via Sindia e con puntata a S. Maria di Corte, Abbazia giubilare del 1148, chiamata anche di Cabuabbas, cioè "abbondanza di acqua e fontane chiare e cristalline". A Macomer  cerchiamo S. Pantaleo, con altra facciata genere gotico-piemontese, bianca con i costoloni e il portale di trachite rosata, poi un cartello realizzato dagli studenti di una scuola, ci indica le vie dove ci sono segni dell'architettura aragonese: noi percorriamo via Eleonora d'Arborea, con bellissime cornici alle finestre e porte.

Direzione Santu Lussurgiu: Troviamo diverse zone archeologiche, in particolare i betili di Tamuli, sassi allungati piantati a terra, con il seno. Alla destra abbiamo il Monti Ferro. S. Leonardo di Siete Fuentes, oasi alberata e verdissima, sorta intorno alle fonti e alla chiesetta dei Cavalieri di Malta. Fordongianus, città termale ricca dal passato importante: l'antica Forum Traiani. Ci posizioniamo per la nottata nel boschetto davanti di fianco alle terme romane, a cui ci si arriva svoltando a sn. all'inizio del paese. Seguiamo delle fumarole in riva al fiume Tirso: è il punto d'imbocco nel fiume dell'acqua termale calda a 54° ; l'ordinanza del sindaco, esposta sopra le vasche,  consente il lavaggio in una vasca dei panni e nell'altra vasca dei contenitori di aluminio per il latte,  per il mantenimento delle tradizioni.

Martedì 11 giugno

A Fordongianus **vediamo la casa aragonese, ben descritta da un'operatrice della Cooperativa Forum Traiani; con lo stesso biglietto si vedono le terme romane. Nella zona delle terme romane si può tranquillamente sostare con il camper. A 2 km. fuori dal paese: Santu Lussurgiu.* Busachi. Interessante è il paese novenario di S. Serafino: scopriamo che in Sardegna ci sono numerosi luoghi di piccole abitazioni, sorti intorno ad un luogo di culto, che vengono abitati solo nei 9 giorni che precedono la festività del santo. / Tadasuni. S. Pietro di Zuri, chiesa spostata a seguito della costruzione della diga e della formazione del lago Omodeo. Ghilarza: S. Pantaleo, Torre Aragonese (museo Gramsci)- paesino di Norbello - S. Agostino: chiesa campestre verso Santu Lussurgiu. Passaggio a fianco del nuraghe Losa.

Villaggio nuragico di Santa Cristina ** (da vedere), con pozzo e capanna nuragica di 14 mt.   Milis - S. Vero Milis - Riola Sardo - S. Caterina di Pittinuri, con pernottamento sul mare, di fianco alla torre bianca

Qui ogni velleità di scrivere un diario giornaliero piuttosto circostanziato cade: il nostro p.c. da viaggio viene attaccato da un virus e non c'è verso di rimetterlo in funzione. Amen. Seguono solo brevi appunti sullo sviluppo successivo del percorso.

Siamo nel SINIS, zona interessante prima di tutto per le sue coste e la luminosità del mare: così bello non è neppure nelle coste più a sud. Is Arenas= lunga spiaggia di sabbia con dotazione di campeggi. PUTZU IDU, fino a SU PALLOSU (sostato vicino al mare e acquistato 3 Kg. di polipi appena pescati nella locale rivendita della coop. dei pescatori). Da Putzu Idu si può prendere la barca per andare all'isoletta di Mal di Ventre. MARI ERMI e IS ARUTAS**: sono le spagge di quarzo. (fatto il percorso in mtb tra Mari Ermi e Putzu Idu, lungo le falesie, con osservazione di diverse colonie di cormorani) Poi S. Giovanni in Sinis (i capanni di canna; la bellissima chiesa paleocristiana, non visitabile all'interno per restauro; acquisto di "triangolo" in pietra di Sardegna) Tharros (percorso in mtb da Tharros a Capo Seu, oasi naturalistica). Stagni di Cabras, con fenicotteri - CABRAS, con acquisto di bottarga= uova di muggine, nel luogo di produzione. Apprendiamo la distinzione tra la bottarga in panetto e quella macinata. A cena: spaghetti olio, aglio e peperoncino con "sformaggiata" abbondante di bottarga. In ogni zona ci approvvigioniamo del vino del luogo: ovunque eccellenti. Qui prendiamo un bianco che vendono agli agriturismi del posto. - ORISTANO (in zona campo sportivo c'è n'area per rifornimento acqua e scarico camper, ben segnalata, un'altra in zona piscina) - chiesa medioevale di S. Giusta - stagni di S. Giusta. Siamo nelle terre del giudicato d'Arborea, zona per eccellenza di Eleonora di Arborea, passata alla storia per aver emanato un Codex di legislazione molto avanzato, per i suoi tempi. L'Arborea è una zona di bonifica, come si vede dall'impianto di urbanizzazione. Moltissimi gli allevamenti di bestiame. Il paese di ARBOREA è singolare. Pernottamento a Marceddì.

Volendo andare nella spiaggia della Torre dei Corsari, a Marceddì prendiamo la strada sullo sbarramento per pescicoltura: c'è il divieto di transito, ma quelli del luogo ci dicono che è normale non tenerne conto. Quando si inizia il ponte occorre accertarsi che dalla parte opposta ci siano mezzi in transito, perché è molto stretto. Risparmiati così oltre 40 km. arriviamo a S. Antonio di Santadi, poi alla spiaggia di sabbia rossa della Torre dei Corsari. Montevecchio Marina - MONTEVECCHIO * - Guspini. Qui iniziamo la zona delle miniere; Montevecchio era il centro minerario della famiglia Satta. Vale la pena di fermarsi, per scoprire le tracce di una dura vita, dedita all'estrazione di piombo e di zinco, che è terminata non più di alcune decine di anni fa e i pozzi, con l'ingresso in stile neo-gotico sono molto particolari. Nel palazzo direzionale, con il salone di rappresentanza affrescato sui toni del blu, trovo il libro scritto da Giampaolo Pansa "Ti condurrò fuori dalla notte": è un romanzo di un giornalista e di un'ossessione nata negli anni del terrorismo, ambientato in questi luoghi. E' una lettura piacevole, da farsi sul posto. INGORTOSU e, dopo una strada bianca di diversi km.da farsi ad andatura molto contenuta PISCINAS, con le sue altissime dune di sabbia rossa e la spiaggia isolata, con la sola discreta presenza dell'hotel "Le dune", ricavato dai depositi del minerale che, con i vagoncini e sui binari di cui c'è ancora traccia, attendeva l'imbarco sulle navi, per diventare tanta polvere da sparo. Da Piscinas in mtb ci facciamo la litoranea della Costa Verde**, fino a Marina di Arbus, guadando torrenti che arrivano al mare alcuni rossi, altri bianchi, ancora pieni di tracce di minerale e delle scorie delle "laverie".

Dal mare un interessante itinerario porta alla Giara di Gesturi passando da Sardara (bella la piccola chiesetta all'ingresso delle terme di S. Anastasia). A BARUMINI** troviamo il complesso nuragico protetto dall'UNESCO, con una guida che rende la visita molto interessante. Il paese vale una sosta per le sue architetture. Ci fermiamo per la notte, dopo aver cenato al ristorante Sa Lola, con fregola e lumache e pecora con il cardo selvatico. La Giara è un altipiano con il più grande bosco di querce da sughero in Europa e si può raggiungere dal paese di Tuili, oppure da quello di Gesturi. Noi seguiamo quest'ultima strada, perché ci è stata consigliata per avere maggiori probabilità di vedere i famosi cavallini della Giara. Parcheggiato il camper, ci facciamo la Giara in mtb, bei sentieri pieni di reperti preistorici, di capanne e di animali, tra cui anche i cavallini, che vediamo numerosi. Ritorniamo sulla costa pasando da Villamar, Salluri (famoso il suo pane) Samassi, Villacidro, Gonnosfanadiga, FLUMINIMAGGIORE (che splendide macellerie, meglio di una boutique) - paese della coltelleria, insieme a Guspini- CAPO PECORA, PORTUXEDDU dove sostiamo in un parcheggio terrazzato sul mare, poi BUGERRU, Cala Domestica (bella baia, ma con tante mosche), Masua (con davanti il Pan di Zucchero, grande scoglio emergente dal mare), Nebida (purtroppo abbiamo saltato il Tempio di Antas vicino a Fluminimaggiore e adesso saltiamo Iglesias, città che nel 1800 era il centro della civiltà mineraria), Fontamare, Portovesme (sembra di essere all'Anic a Ra), S. Giovanni Suergiu, così arriviamo all'ISOLA DI S. ANTIOCO e sostiamo a Calasetta per la notte.

Prendiamo il traghetto per l'ISOLA DI S. PIETRO** con il camper. All'ultimo momento abbiamo abbandonato l'idea di traghettare con la sola mtb: meglio così, perché l'isola di S. Pietro è tutta montuosa e con la bici ci saremmo fermati presto. Invece la esploriamo tutta in lungo e in largo, per quante strade ha (poche). Grandi fenicotteri rosa negli stagni. Bellissimo panorama a Capo Sandalo** - a Carloforte, tra i carugi sembra di essere in un paesino ligure, tanta è l'impronta che hanno lasciato i suoi fondatori. Per pranzare difficile la scelta tra "Il tonno di corsa" e "La Cantina": scegliamo quest'ultimo, molto più ruspante, per il cous-cous, gli gnocchetti al tonno e i calamari al vino.

Chiesa medioevale di Tratalias poi alla cantina di SANTADI, per approvvigionarci di Vermentino e Onda rossa, bianca e rosa. Arriviamo fino al bosco di Pantaleo. Poi Is Domus, Teulada. Porto Zafferano (Capo Teulada, che sicuramente è bellissimo, è impraticabile perché zona militare) e la COSTA DEL SUD, con splendidi paesaggi da fiordo norvegese. Tra Capo Malfatano e Capo Spartivento ci fermiamo in belle spiagge, anche con i sassolini di quarzo. Ci fermiamo a CHIA**, sostando con il camper proprio sotto la torre saracena, dove si può stare davanti ad una insenatura di spiaggia e scogli. Qui ci sono grandi alberi di mimosa, che sta sfiorendo, con grandi spine argentate. Ancora bellissimi bagni di mare. Visita al villaggio fenicio-romano di NORA. Passando a O di fianco a Cagliari e ai suoi stagni, arriviamo a S. SPERATE, cittadina caratterizzata dai murales, alcuni molto belli. E' tempo di rientrare. Direzione Monastir, prendiamo la Carlo Felice, direzione Oristano, poi Nuoro (sbirciata alla facciata della chiesa di Ottana) e Olbia, dove andiamo a cena a "LA BARBAGIA", con piatti caratteristici di quelle zone e Cannonau, per compensare il non averle fatte! Al mattino salutiamo Lucia, Ezio e la banda che si imbarcano. Noi abbiamo ancora due giorni, che passiamo sotto a S. Teodoro, nella spiaggia di Budoni, posizionando il camper davanti alla pineta e approvvigionandoci nel paesino di Taunanella (S. Teodoro e Capo Codacavallo sono oggetto di un'espansione edilizia massiccia). Poi anche noi ci imbarchiamo, tralasciando l'ambita prevista puntata all'Isola dei Gabbiani. E' il 24 giugno 2002.

L'acquisto del quotidiano locale "La Nuova Sardegna" pressoché tutti i giorni ci ha dato notizie interessanti, di luoghi, gente e sagre.

Per questo itinerario non siamo mai andati nei campeggi (peraltro in questo periodo ce ne sono pochi aperti: uno bello a Chia); non abbiamo mai avuto problemi di approvvigionamento acqua (facendo attenzione alla presenza di fontane) e abbiamo sostato in luoghi bellissimi, spesso sul mare, con senso di tranquillità e sicurezza. Torneremo in Sardegna: occasione possono essere le feste tradizionali di Pasqua ad Alghero e Castelsardo. Poi ci manca la parte est/sud, dal Golfo di Orosei a Castelsardo: va recuperata.

 Testi di riferimento:

Sardegna - TCI

Sardegna - Ed- Futuro

GUIDA AL TURISMO ITINERANTE IN SARDEGNA - Ed. Delfini - testo acquistato sul luogo , scritto da un camperista ed utilissimo per la vacanza da camperisti: consiglia aree di sosta, luoghi da vedere e altre amenità interessanti.

Sardegna - Meridiani

Diversi nn. di "Itinerari e luoghi"

Diversi nn. di 2C - Plein Air

Itinerario percorso con 2 equipaggi:
ELNAGH SLEEK 541
Raul e Rosanna Tassinari

CI International 568
Ezio, Lucia, Jacopo, Carlotta Raggi