LA LIUTERIA E LA RIVALUTAZIONE NEL CILENTO
"Liuteria" indica l'arte del liutaio, cioè
colui che costruisce e ripara liuti o altri strumenti a corda (il liuto è un
antico strumento musicale a corda).
La "capitale" della liuteria è Cremona,
infatti in questa città nacquero i più celebri liutai italiani se non del
mondo (Nicolò Amati, Antonio Stradivari ecc.).
Dunque la liuteria italiana pone le sue
radici in regioni settentrionali. Nel meridione l'arte del liutaio
non era molto conosciuta. I contadini che popolavano le terre del
Cilento talvolta sapevano
suonare qualche rudimentale strumento: ne sono esempio gli antichi flauti,
costruiti con una canna da fiume, che alcuni anziani contadini ancora
oggi sanno costruire.
A partire dalla seconda metà del '700, i viaggiatori ed emigranti
provenienti in particolare dal nord Italia
portarono nei
loro paesi nuovi strumenti musicali tra i quali la chitarra. Lentamente qualche
persona del luogo si appassionò ed iniziò a costruire qualche esemplare
di questo strumento in maniera rudimentale, talvolta anche modificando
la forma originale. Fu
così che nacque la liuteria nel sud Italia, basata essenzialmente sulla
costruzione della chitarra battente: dapprima comparvero le antiche chitarre
battenti siciliane, poi i modelli calabresi ed infine le chitarre battenti cilentane.
Questi 3 modelli formano le sole "chitarre battenti d'Italia".
La
costruzione delle chitarre battenti cilentane
era eseguita con strumenti rudimentali e senza applicare tecniche
particolari. Non esistevano veri e propri liutai, infatti questo
strumento, insieme a mandolini e chitarre classiche, non veniva costruito
per essere venduto ma per divertirsi nelle antiche serate contadine
(nascevano così i canti popolari cilentani oggi quasi dimenticati).
I liutai cilentani più conosciuti nella prima metà del '900, non solo in Italia ma
anche negli Stati Uniti (a Miami, in particolare, dove costruirono violini
conosciuti in tutto il mondo), erano i fratelli De Luccia originari di Casigliano (di Sessa Cilento).
Con
essi inizia la storia della
chitarra battente cilentana.
Nel corso del Novecento, per circa 60 anni
(fra il 1945 e il 2000),
la costruzione della chitarra battente cilentana fu abbandonata. Quasi tutta quella cultura che questo
strumento aveva creato venne dimenticata con l'avvento dell'organetto.
Domenico Campitiello, nei vari anni della sua attività,
ha svolto un'importante ricerca per la rivalutazione della chitarra
battente cilentana, riscoprendo tutte le caratteristiche da tempo
dimenticate e
tutti i canti popolari nati con questo straordinario strumento. Inoltre
Domenico Campitiello ha studiato alcuni "esemplari" della chitarra
battente originale avviando una produzione.
Oggi nella bottega Campitiello si
costruisce la chitarra battente cilentana originale (dalla quale poi è
nato anche il modello di chitarra battente Campitiello: con profondità di
cassa minore e tavole di fondo non "a doghe", ma incollate "a libro"), facendo
rinascere la cultura creata da questo semplice strumento e riscoprendo le
antiche tradizioni. Attualmente Domenico Campitiello è uno degli ultimi
liutai costruttori della chitarra battente cilentana.
Clicca sulle immagini per
ingrandirle
Domenico Campitiello con le sue chitarre.
A lato, le
ultime preparazioni in laboratorio. |
Le chitarre in costruzione
sono realizzate con legni pregiati: acero, noce, gelso,
ciliegio e pioppo.
La scelta di questi legni
è dovuta ad una selezione
per quanto riguarda l'ottima
sonorità. |
|