|
XIX
secolo: savate, canne e duelli
La
Canne intesa come Sport da combattimento nasce in Francia ai tempi del II
Impero (1852-1873) nelle caserme dell’Armeé Française e in Italia alla
fine del XIX secolo presso la Società ginnastica Andrea Doria di
Genova per opera del Maestro Zerboni.
Entra però in contatto con le palestre e le sale d’armi molto
prima, quando non era ancora considerata uno “sport” ma uno strumento
di difesa; troviamo infatti insegnanti di canne e di bastone già molto
prima della Rivoluzione!
Nel corso del XIX secolo però la sua evoluzione che la porterà a
diventare uno Sport da combattimento la deve sicuramente anche al nascere
e proliferarsi della Savate conosciuta dai più come Boxe Francese; ma
andiamo con ordine.
Alla fine del XVIII secolo, all’epoca della rivoluzione, la savate era
già fiorente in Francia e la canne ormai affermata; Theophile Gautier
afferma nel suo libro “Le maitre de Chausson” (Parigi 1840):
“I maestri bâtonists di canne erano celebri prima della Rivoluzione;
questa gloria si rovinò come tante altre nel baratro del 1793 e bisogna
compiere un salto storico fino all’Impero e alla Restaurazione per
trovare nella memoria dei più vecchi maestri i nomi dei primi che
costituirono la dinastia della savate. Fanfan le bâtoniste è
il Romolo di questa storia e rappresenta il periodo eroico e favoloso (…).”
La
savate tendeva già in quell’epoca a porsi nell’insegnamento dei “bâtonists”
(esperti in scherma di bastone) tra la pratica del bastone e della canne:
discipline che avevano ormai ciascuna i loro specialisti. Certamente “batonists”
e “tireur de savate” completavano la loro formazione con una
conoscenza delle altrui tecniche, come nei tempi odierni coloro che pur
praticando la Boxe Francese cercano di conoscere anche le tecniche della
Canne, delle armi, perfino del bastone e della Lutte Parisienne
(disciplina che ingloba lotta, prese e colpi pericolosi del combattimento
sulla strada e naturalmente impossibili nelle competizioni sportive).
A differenza della canne lo sport dello chausson (Savate) era nella
realtà nato nel periodo della Restaurazione (1815-1830); molto più
giovane ma ugualmente apprezzato, tanto da crescere insieme alla canne
nelle sale d’armi, più militari che civili, dove si praticavano
combattimenti e allenamenti di entrambi. Lo scopo di questi combattimenti
era di sviluppare la velocità, la precisione, il colpo d’occhio,
mettendo così il praticante in grado di applicare in un vero
combattimento per la vita gli insegnamenti, e anche le prese e i colpi “non
sportivi”; nell’ottocento infatti,
l’allenamento non poteva limitarsi soltanto alla ripetizione dei
movimenti con un compagno: prendere l’abitudine allo scontro diventava
una carta supplementare che permetteva di affrontare meglio tutti i rischi
di una rissa.
A tal proposito è molto interessante un passo da un racconto di Theophile
Gautier:
“In quel tempo gli uomini non portavano più la spada. La polizia
vieta il porto delle armi e si è puniti con un’ammenda di 5 franchi per
avere un pugnale in tasca; ogni uomo che ritorna dopo l’imbrunire è
alla mercé dei ladri e degli assassini che rischiano la ghigliottina
(…); le mazze piombate, le cannes a punteruolo sono proibite e
sequestrate dalla polizia agli uffici del teatro affinché cattivi
monellacci e orrende falene notturne che svolazzavano agli incroci abbiano
tutti la facilità di spellarvi e accopparvi; ma avete le vostre canne, i
vostri pugni e i vostri piedi (rif. Alla Boxe Francese, nda) che
opportunamente addestrati sono delle armi temibili come la mazza dei
Caraibi o il laccio dei gauchos argentini (…).”
Le
risse erano frequenti tra la gente del popolo e alla moda nei boulevards;
era questione di scambiarsi dei biglietti da visita oppure degli schiaffi
e ritrovarsi il mattino seguente a duellare sul prato…
Anche a questo riguardo Gautier è molto esemplificativo:
“I
campioni arrivavano seguiti dai loro testimoni e prima di incominciare
domandavano: “Si fa tutto?”. Secondo la gravità dell’offesa la
risposta era affermativa o negativa. “Si fa tutto” voleva dire che
potevano mangiarsi il naso, estirparsi gli occhi con il colpo della
forchetta, strapparsi le orecchie e servirsi dei denti e delle unghie; in
caso contrario erano permessi solamente i calci e i pugni (oltre la spada,
naturalmente… nda) che rappresentava la differenza tra i duelli al primo
sangue e i duelli a morte. Quando si faceva di tutto le botte segrete e i
colpi di freccia erano validi (…).”
La
forza quindi era di combattere con le armi che la natura aveva concesso
all’uomo. Ma il “tireur” in queste risse era un esperto e l’uomo
di mondo ne faceva spesso la pungente esperienza a sue spese. Per ovviare
a questi inconvenienti si sentì la necessità di affiancare al maestro d’armi
(indispensabile in questo secolo dove i duelli erano frequenti) un
insegnante di savate, per tutti coloro che per piacere o professione
frequentavano luoghi più o meno malfamati.
Alexandre Dumas padre ha narrato queste vicende in un suo libro
poco conosciuto: “Filles, loretes et courtisanes” edito da Dolin,
Paris 1843.
Theophile Gautier e altri scrittori ci hanno
tramandato i nomi dei più celebri savateurs-batonists civili, la loro
celebrità nei combattimenti pubblici e il loro virtuosismo nel maneggio
del bastone, della canne, della spranga di ferro, del bastone spezzato…
Celebre in queste arti marziali, per esempio, fu all’epoca della
restaurazione Fanfan
le bâtoniste.
Parallelamente nell’esercito gli istruttori si specializzavano in
discipline di combattimento e si stampavano ora per di più in diverse
città dei brevetti di “Maitre” o di “Prevot” di “Pointe”
(spada), di “contre-pointe” (sciabola) e nel corso del decennio a
questi brevetti sarebbero seguiti dei diplomi di “Canne”, di “Chausson”
e di “Boxe”. Tutti questi diplomi erano consegnati ai richiedenti dopo
un esame passato davanti a sei maestri delle specialità e dovevano
obbligatoriamente averne le firme, come ai tempi del regime monarchico per
i maestri d’armi. Da notare che oltre alle sale d’armi c’erano delle
palestre militari nelle principali città.
Un ottimo esempio è la palestra-sala d’armi di Lord Seymour, “uomo
di mondo ed erede di una favolosa fortuna”. Pugile ed emerito
schermitore, eccezionale sollevatore di pesi, praticava anche la lotta e
la savate. Fin dalla maggiore età aveva fatto trasformare un piano del
suo Hotel (ex Demidoff), avuto in eredità dalla madre, in palestra-sala d’armi,
che vedrà sfilare tutti i grandi nomi aristocratici dell’epoca che
venivano lì a tirare con le armi o ad imparare le astuzie della savate.
Anche i letterati erano assidui frequentatori: Eugéne Sue, Theophile
Gautier; i più famosi maestri d’armi di Parigi vennero li a tenere
lezioni: Bertrand, Roussel, Prévost, Gatéchair, Griser padre e figlio,
Cordelois, i fratelli Lozés, ecc. In questa palestra insegnò anche un
savateur-batoniste celebre, Michel dit Pisseux, che con il suo
allievo Charles Lecour venne a portare il suo sapere.
Sempre grazie al nostro Theophile Gautier possiamo entrare in una
di queste sale, per capire esattamente come andavano le cose…
|