LETTERA 1: al padre

 

Penne, addì 27 aprile 1928

 

Carissimo padre,
Vengo a rispondere alla tua desiderata letterina facendovi sapere che io sto bene, e nel medesimo tempo vengo ad augurarti una fausta salute.
Io ho capito tutto quello che tu mi volevi dire, ed ho accettato gradevolmente i gentili saluti che tu o mio padre mi invii tuttora dalle lontane terre straniere.
Spero dal Buon Gesù, il quale provvede a tutto, poter soddisfare il tuo desiderio che nutri verso di me, e a me darmi la perseveranza sulla via del bene. No, non credere che le tue fatiche non avranno compenso, ma Dio serberà ai suoi figli il più bel ricompenso che ci sia, purché le cose si facciano per amor suo.
Dunque, o mio padre carissimo, speriamo sempre in Dio anche quando la fortuna non ci arride, che Lui penserà ad aiutarci; perciò io, come pure tu, non mancheremo di pregarlo.
Tu mi dici in questa lettera che hai deciso di far venire in America mia madre, perché hai già la carta cittadina, non è una cosa difficile, va bene, ma sarebbe secondo come poi mi troverò io e le altre cose una opinione molto sbagliata; perché prima di tutto starò qui come un vagabondo, cioè come un ragazzo trovatello perché chi mi guarderebbe e procurerebbe tutte le altre cose; sì la povera nonna che cosa credi che fa? Ormai ella ha bisogno di conforto e non vuole alcun inciampo, perché è ormai vecchia, dunque come sia fa?
Ah! Già, il rimedio già l'ho preso, ed è buonissimo, vuoi sentirlo? Tu starai per ora in America, quando vuoi fare una passeggiata la puoi fare, e mia madre quanto Pietro resteranno nel medesimo luogo; non è vero?
E vedrai dopo che tu non sciuperai né tempo né moneta, dunque per ora fa stare.
Quando, se Dio vuole verrà un tempo opportuno, e ti sei fatto ricco come il Santaro, come dicono i Bisentini, allora potrai certamente fare i giri di nozze. Tu adesso ti farai una bella risata, e ti dimenticherai tutto per questo riguardo. Hai visto? Nel rileggere questa lettera, davvero una risata mi ho fatto. Per ora va così. Gesù Buono provvederà a tutto. Perciò adesso come tu mi dici raddrizzati tu qualche moneta col non sciuparla, se tu vuoi mettere in una superba posizione i tuoi figli.
Per me la mia professione sospirata la ho già scelta, se Dio mi darà fortuna, cioè quella del sacerdote, cioè nel fare un buon pastore di anime per quelle che vogliono andare in Cielo.
Ecco la mia decisione e faccio stabile patto a non abbandonarla finché Dio mi dà forza e lena, e io farò del più per farla accrescere questa vocazione.
Io in questi due mesi studierò più del consueto e per fare una buona riuscita agli esami in 3° ginnasiale, e ciò renderà contento il tuo cuore buono.
Dunque non ho altro da dirti. Ti abbraccio fortemente, tuo figlio.

Pasquale Canzii