LETTERA 9: scritta alla famiglia Canzii da tre seminaristi compagni di Pasqualino

Chieti 31 gennaio 1930 Seminario Regionale

Desolante famiglia,
Con uno schianto abbiamo ricevuto la ferale notizia; noi che l'abbiamo conosciuto il suo cuore angelico più che umano. Ricordandolo nella piena esuberanza e nella piena vigoria della freschezza giovanile, non possiamo capacitarci come l'inaspettato bacio della morte abbia sfiorato le sue labbra ed il freddo abbia irrigidito le sue membra. Egli è morto dunque ma la sua morte non dev'essere pianta ma invidiata!
"A soli quattordici anni, amato compagno sei stato rapito all'affetto dei tuoi cari che in te avevano riposte le più splendide speranze e che su di te avevan fatto un ideale troppo presto svanito. Ma che? Il Cielo ti ha richiesto alla Terra perch'essa non era degna di albergarti. Ma la tua anima torni ad aleggiare sulle pareti della tua casa: fa sentire a tua madre straziata dal dolore che tu le sei presente, che la proteggi e che preghi per lei".
Voi avete perduto il vostro ideale, il Seminario il suo modello, e noi il più caro compagno.
Noi ammiriamo il vostro Pasqualino ed unanimi ci uniamo al popolo di Bisenti e ripetiamo con esso "È morto un santo".
Il ricordo che fummo uniti ed or siam separati ci strazia talmente il cuore che non possiamo più proseguire.
Sia l'unico vostro conforto il pensare che egli è passato al Cielo e che tra tutte quelle anime che pregano per lui siamo annoverati anche noi, partecipi del vostro dolore.

Sem. Tarantelli Emilio Cermignano
Sem. Antonio Mattucci Arsita
Sem. Maiorini Dante Vestea.