CONVENTO S. GIOVANNI DA CAPESTRANO  
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Giovanni da Capestrano iniziò la costruzione del convento nel 1447 su di un sito donatogli dalla contessa Cobella da Celano. Il documento conservato nel reliquiario del Santo, è datato 1° dicembre 1447.

Il luogo fu scelto vicino alla "Palombara" dove, secondo la leggenda, sorgeva il castel vecchio, fondato da re Desiderio. In principio il convento era molto piccolo. Il nucleo era tra l'attuale sacrestia e la cantina. Le celle localizzate al piano superiore, erano una decina, mentre al piano terreno vi erano le "officine ". Per l'ingresso i religiosi si servivano della porta vicino alla cappella di S.Marta.

Nel 1456 doveva già esserci una biblioteca per custodirvi i libri ed i manoscritti del Santo che, per sua volontà, furono, dopo la morte, riportati nel convento di Capestrano.

Così scrisse il Mattei nel 1691 "Morto nel 1456 Giovanni in Capestrano s'ebbero gli abiti che adoperava, e che si conservano nella chiesa del convento di S.Francesco. Si tiene per antica tradizione, che venisser miracolosamente per mare dentro una cassa, sulla quale era scritto: all'università di Capestrano; e benché molti tentassero di accostarsi per pigliarla, non fu però possibile, mentre si ritraeva indietro, finché giunti i Sindici fu da essi riverentemente presa, e condotta alla lor terra, ove son tenute quelle vesti in venerazione".

Negli anni successivi, con il fiorire di nuove vocazioni per onorare la memoria del Santo, il convento fu ampliato. Furono costruiti arcate, colonne, ampi corridoi e il convento perse la struttura originale. Nel 1620, appena terminato il chiostro, fu ornato con dipinti che raccontavano la vita del Santo Nel 1654 era già attivo un lanificio con venti addetti che tessevano lane per i frati e per i borghesi.

Nel 1680 il convento poteva ospitare venticinque religiosi, ma ne aveva solo diciassette di cui quattro sacerdoti, due novizi e undici laici.

Una nuova costruzione, iniziata nel 1709, è composta da un quadrato a due piani con in mezzo un cortile destinato ad orto. Al piano superiore vi erano le celle dei frati in quello inferiore il grande refettorio con un affresco datato 1724.

Nel 1736 una parte del lanificio divenne carcere provinciale per i religiosi e nel 1737 entrò in funzione una farmacia. Nel 1742 fu completata l'attuale biblioteca. La scala regia è del 1750 mentre la cisterna che raccoglie le acque dei tetti, al centro del chiostro è del 1774.

L'ultima ala del convento, costruita nel 1853, è quella che si affaccia sull'odierno cimitero.

La biblioteca che contava più di 4.000 pezzi tra volumi e manoscritti era la più grande dell'Ordine Francescano in Abruzzo. La maggior parte dei manoscritti fu dirottata alla biblioteca nazionale di Napoli mentre parte dei libri fu trasferita nella biblioteca provinciale dell'Aquila. Nel 1977 fu ampliato il piazzale antistante la chiesa e al centro di esso fu posta la statua raffigurante S. Giovanni con la croce vittoriosa nella mano destra. La statua, alta 6 metri, è opera dello scultore P. Andrea Martini. Dal 1993 al 1997 la struttura è stata sottoposta ad un importante restauro.

Nel Museo del convento di S. Giovanni si possono ammirare oggetti di grande valore, quali tutti gli oggetti appartenuti al Santo: il mantello, il bastone, i sandali e la bibbia di pergamena del XV sec. contenente miniature raffiguranti i profeti, regalata a S. Giovanni dal papa Callisto III.

Si conservano inoltre arredi sacri di grande pregio: calici in argento del 1700, una croce processionale sempre del 1700, il busto argenteo del Santo donato al convento da Cosimo III dei Medici nel XVIII sec, un quadro databile 1740/41 attribuito a Vincenzo Damini pittore Veneziano. Il documento più antico conservato è una bolla di Urbano IV datata 18 aprile 1262.

 

 

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