BRASSICACEE

Varietà: Broccolo Romanesco, Verde di Macerata, Tardivo di Fano, 
Violetto di Catania, Aspargillo di Napoli, Cima di Rapa


Sito di coltivazione: 
regioni del centro-sud Italia.

Rilevanza economica: 
nel 2000 la superficie coltivata a cavolfiori e cavoli broccoli è stata pari a 
circa 25.000 ettari, con una produzione complessiva di oltre 500.000 tonnellate, 
corrispondenti ad un valore intorno ai 200 milioni di Euro. La produzione di 
cavolfiori e cavoli broccoli è avviata in parte all'esportazione (76.000 
tonnellate, pari a circa 40 milioni di Euro) realizzando un saldo positivo degli 
scambi commerciali di 30 milioni di Euro. Oltre il 40% della produzione 
nazionale è realizzato in Campania e in Puglia, dove, in particolare, si segnala 
la realtà produttiva della provincia di Foggia che, da sola, concentra circa un 
quarto dell'intera superficie italiana.

Principali difetti condizionante la produttività: 
sensibilità alle larve di Pieris brassicae (Cavolaia) che si nutrono delle 
foglie; 
l'elevata eterogeneità delle piante (soprattutto nel caso del "Broccolo 
Romanesco") è un ostacolo alla raccolta meccanizzata.

Soluzione tradizionale: 
per arginare l'attacco da parte delle larve della Cavolaia si effettuano 
trattamenti con insetticidi chimici; 
non ci sono soluzioni per limitare l'eterogeneità del raccolto.
 
Soluzione biotecnologica: 
integrazione di un gene che produce una proteina insetticida del gruppo Bt 
(Bacillus thuringiensis) per limitare l'attacco dell'insetto. Piante 
geneticamente modificate con questo gene sono già state prodotte per molte 
varietà, tranne che per la Cima di Rapa; 
introduzione di un gene che conferisce la  maschiosterilità per ottenere ibridi 
F1 più omogenei per forma e dimensioni.
Vantaggi: questi interventi permetterebbero di limitare i trattamenti con 
insetticidi.