Ermetismo

Corrente poetica italiana nata all'inizio del Novecento e sviluppatasi negli anni Trenta. Gli ermetici furono un gruppo di poeti raccolti soprattutto intorno a due riviste fiorentine, "Il Frontespizio" e "Campo di Marte", ed ebbero alcuni interlocutori critici privilegiati come il cattolico Carlo Bo e Oreste Macrì.

La poesia di Giuseppe Ungaretti, Salvatore Quasimodo, Alfonso Gatto, Mario Luzi, Piero Bigongiari, Leonardo Sinisgalli si può leggere come una reazione sia all'elaborata retoricità dannunziana,sia al simbolismo poco concettuale e poco astratto di Giovanni Pascoli. I modelli positivi di riferimento sono infatti soprattutto stranieri, come Stéphane Mallarmé e Paul Valéry. Secondo gli ermetici, la poesia non deve scendere a compromessi né con la realtà riconoscibile nell'esperienza di tutti, né con un'antica tradizione poetica logorata come quella italiana, e neppure con una facile comunicatività. Si tratta di una poesia evocativa, oscura, non organizzata in modo logico ma ricca di metafore, analogie e immagini perlopiù ricercate e astratte. Una poesia che, aspirando alla "purezza", diventa in certi casi difficile da comprendere. Proprio sottolineando questo ostentato distacco, gli ermetici sostenevano di aver rifiutato ogni compromesso con il fascismo.