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UNA  SCHEDA  di sintesi TRATTA DAL SITO www.agripuglia.it con le principali attrattive turistiche di CAROVIGNO

UN PO' DI STORIA
RISORSE CULTURALI
Le manifestazioni folkloristiche
I gruppi folkloristici
Le fiere ei mercati
Le feste religiose
I siti archeologici
I beni architettonici
I personaggi illustri
RISORSE AMBIENTALI
Le oasi naturali e le riserve marine
ITINERARI

 

UN PO' DI STORIA

Carovigno si erge sulla cima di una amena collina tra Brindisi e Ostuni, a poca distanza dal mare Adriatico, le cui acque azzurre e cristalline toccano 18 Km di costa ancora intatta.

Città Antichissima, risulta abitata fin dalla prima età della pietra, come attestano diversi e interessanti ritrovamenti del paleolitico e neolitico. Significativi resti di insediamenti umani, sono tuttora visibili in contrada Carisciola e nei pressi della lama di Mezzaluna. Città della Japigia, divenne centro fiorente con la civiltà messapica, come dimostra l'importantissimo materiale archeologico esposto nei musei di Egnazia, Brindisi e Taranto. Il primitivo etimo Carbinia dal greco Karbina (frugifera), sottolinea la sua caratteristica preminente di essere copiosa di olio, vino, mandorle, fichi. In seguito, cambia denominazione sino a pervenire all'attuale forma onomastica di Carovigno. La città occupa tutto il colle, difesa da una duplice cinta di mura: la più interna formata da pietroni informi, l'esterna, da grandi parallelepipedi di tufo duro, senza cementazione. Nel 473 a. C., alleata di Brindisi, Carbinia viene distrutta dai Tarantini, subendo crimini di ogni genere. Alla distruzione scampò la rocca, in seguito cinta da alte muraglie con quattro torri, due rettangolari (una a porta Brindisi e una a Porta Ostuni, tuttora esistenti) e due rotonde. A queste vi sono annesso il palazzo baronale, detto il castello, costruito tra il 1390 e il 1440.

La dominazione di Bizantini, Longobardi, Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi, arrecarono a Carovigno tribolazioni, lutti e miserie, aggravati da cinque secoli di arrogante strapotere baronale, che rendono nulla la stessa autorità del Re. Il regime feudale in Carovigno comincia can Adamo Trambaj, definito da Vincenzo Andriani, "Nerone dei suoi tempi compendio mostruoso di ingiustizia, ingiurie, soprusi e angherie," Verso la fine del 1500, comunque il paese appare circondato da muraglie, torri e fossati e vanta un comodissimo castello. A metà del 700, Carovigno passa in feudo alla famiglia Imperiali, titolare del marchesato di Oria e del principato di Francavilla Fontana. Estintasi la Famiglia Imperiali senza eredi, dopo un decennio di emancipazione sotto la Regia potestà, Carovigno viene venduta in assoluto e senza obblighi di feudalità a Gerardo Dentice principe di Frasso. L'equivoco atto di vendita rende complessa e litigiosa l'applicazione delle leggi murattiane sulla soppressione della feudalità e causa una lunga controversia tra Comune e Casa Dentice. Carovigno contribuisce al risorgimento d'Italia con personalità di assoluto rilievo, tra cui spicca la nobile figura di Salvatore Morelli, antesignano propugnatore dell'emancipazione della donna, della introduzione della scuola materna e di quella promiscua. La popolazione attuale di Carovigno è di 15.170 abitanti.

RISORSE CULTURALI

LE MANIFESTAZIONI FOLKLORISTICHE

La Nzegna; il vessillo della NZEGNA riconosciuto dalla Federazione Italiana Sbandieratori come la più antica insegna Mariana, documento medioevale di pace ecumenica fra Greci e latini risalente intorno all’anno 1000. La leggenda narra il ritrovamento in una grotta di una giovenca genoflessa davanti all’immagine della Madonna, quindi, ancora oggi, la NZEGNA è vista nel contesto di una tradizione religiosa. I festeggiamenti in onore della Madonna di Belvedere, protettrice del paese avvengono il lunedì, il martedì nell’abitato di Carovigno il sabato successivo alla Pasqua al Santuario di Belvedere, con la battitura della tradizionale NZEGNA. La coincidenza con il festeggiamento della Pasqua ortodossa indica le probabili origini di questa antichissima manifestazione. Il Santuario di Belvedere incontra la cultura greco-bizantina e quella cattolica. Tuttavia per la comunità di Carovigno, la NZEGNA resta un culto Mariano, oltre che rito propiziatorio indicante nella caduta del vessillo un segno infausto. Battitori singoli di “Nzegna” nel tempo, dal Secolo XVII al XIX sono stati membri delle famiglie Brandi (alias lu monucu), Lanzillotti, Di Perna, Maellaro e dal 1930 dai cugini Carlucci.
Manifestazioni Natalizie; rappresentazione della Natività nella civiltà contadina nella cornice del borgo medievale, con la degustazione di piatti tipici.
Speciale FotoCronaca Pasqua 
lunedì - l'asta per la madonna
lunedì - la processione e la Nzegna
martedi - la processione
martedi - la Nzegna

I GRUPPI FOLKLORISTICI

Il Gruppo Sbandieratori “Nzegna”; ai battitori della Nzegna, si è affiancato il gruppo degli Sbandieratori, integrandosi ed assumendo il nome di “Ente Culturale Nzegna” già Gruppo Sbandieratori Battitori Nzegna di Carovigno (BR) fondato nel 1966 dal Sig. Michele Cretì. Il Gruppo è stato uno dei fondatori della Federazione Italiana Sbandieratori e conta circa 150 iscritti. Nei 30 anni di attività ha partecipato a diverse rassegne e festival del folklore internazionale in Francia, Spagna, Portogallo, Svizzera, Germania, Austria, Grecia, oltre che in diverse località italiane. Ha inoltre, partecipato a tutti i Campionati Nazionali della Bandiera conseguendo il titolo nazionale in diverse specialità.

 

LE FIERE E I MERCATI

Fiera del bestiame in occasione del Santo Crocifisso,13 maggio; presso la borgata di Serranova
Fiera della Madonna dell’Uragano, prima domenica di agosto Sagra del polpo Festa di Santa Sabina, ultima domenica di agosto Presso la borgata marina di Santa Sabina.
Mercato settimale il Martedì

LE FESTE RELIGIOSE

Maria SS di Belvedere, Lunedì, Martedì E Sabato dopo Pasqua.
Festa patronale, con battitura della Nzegna.
Festa della Madonna dell’Uragano, 17 agosto.
Festa di Santa Maria Goretti, primo sabato e domenica di agosto.

I SITI ARCHEOLOGICI

Santa Sabina; villaggio e porto di antica tradizione storica. Posta lungo il corso della antica via romana «Traiana», sede della stazione postale che prese il nome di «ad Speluncas», proprio per le numerose grotte che si trovano in questo luogo. Nelle molte grotte si sono rinvenuti reperti messapici, monete romane d’oro e d’argento, una moneta egizia, la statua di una dea romana, 15 tombe a forma di imbuto.
Torre Guaceto; area archeologica di enorme importanza. La presenza di acqua dolce (in una carta nautica del XIII secolo, Guaceto è chiamata «Gausit» che vuol dire appunto acqua o fiume), l’approdo sicuro, l’entroterra boscoso e ricco di fauna, il mare pescoso, hanno favorito fin dalla preistoria insediamenti umani. I romani per la sua posizione strategica tra il mare e la via Traiana, l’utilizzarono come approdo per le navi di passaggio, per l’esportazione di merci agricole e anfore prodotte nelle fornaci ubicate lungo la costa. Decade con l’invasione barbarica, viene riutilizzata dai Saraceni per le incursioni verso l’interno, torna in auge nel 1500 come porticciolo per il commercio di vino e olio, decade definitivamente per l’apertura del porto di Brindisi e con la fine della navigazione di piccolo cabotaggio.

I BENI ARCHITETTONICI

Centro storico medievale; all’interno delle antiche mura di cinta delimitate da Porta Brindisi, Porta Nuova e Arco «Del Prete» si snodano un intrigo di strette viuzze che costituiscono il suggestivo Borgo medievale, cuore dell’antica Carbinia. Le bianche mura tinteggiate a calce, gli archi e i giochi architettonici, deliziano gli occhi ed i cuori dei numerosi visitatori. Ancora attivo è il forno pubblico di «lu Scattusu» che produce il tipico ed inimitabile pane cotto con fascine di ulivo. Centro culturale ed economico del borgo è l’antica Piazza Coriolano. Il borgo medievale e a tutt’oggi teatro di manifestazioni culturali, folcloristiche e sagre paesane.
Il Castello Dentice di Frasso; in posizione elevata e inglobato nel sistema di cinta urbana, ha impianto triangolare con tre torrioni ai vertici, quadrangolare la più antica (Secolo XI), una circolare e una a mandorla, che trova rari riscontri in Italia. Fu costruito alla fine del 1300, su di un nucleo più antico risalente al secolo XI. Abitato da Goffredo III di Monte Scaglioso, prima e dallo svevo Roberto di Biccari poi.
Chiesa Matrice; dedicata all’Assunta, sorge sull’asse viario che taglia diagonalmente l’abitato, mettendo in comunicazione Porta Brindisi con Porta Nuova. Si presume che la sua origine sia del XIV secolo. Nota come chiesa di S. Antonio, l’edificio fu ampliato nel ‘500. Fino al tardo ‘600 lo spazio antistante ricopre il ruolo di piazza cittadina «la pizzica». Sull’altare maggiore si può ammirare una tela del Solimene scuola del Franceschini risalente al Sec.XVIII e ultimamente restaurata.
Chiesa di S.Anna (sec. XVII); edificata tra la fine del 600 e l’inizio del secolo successivo dalla famiglia Imperiali fu “Jus Patronatus” di Michele Imperiale feudatario di Carovigno. La chiesa attigua al castello ne ha seguito tutte le vicende, risultando cappella privata dei feudatari successivi .
Chiesa di S.Angelo (sec. XV); di impianto normanno, è intitolata all’Arcangelo Michele. La chiesa di S.Angelo rimane priva di notizie fino al 1558, anno in cui si parla della sua esistenza insieme a quella di S. Antonio (dentro le mura), di S. Nicola, S. Giovanni, S. Martino, S. Sebastiano e S. Maria di Bellovidere (extra moenia). Ubicata al centro del borgo medievale (terra), più volte minacciò rovina, fino al 1845 anno in cui fu nuovamente ricostruita.
Chiesa del Carmine; il 2 dicembre 1625 dietro istanza dei P.P. Carmelitani la Sacra Congregazione e la Curia di Ostuni, approvano il trasferimento del Convento del Soccorso infestato da aria malsana, in un casamento con orto lasciato da Don Antonio De Leo e iniziò a fabbricare il nuovo monastero del Carmine. Queste le origini dell’attuale chiesa del Carmine, posta sul viale principale di Carovigno, attigua al palazzo di città. All’interno sono custoditi affreschi risalenti al Sec. XVIII rappresentanti l’ultima cena e S. Elia nel deserto, nonchè un ignoto S. Lorenzo tra i martiri Leonardo e Stefano, olio su tela del Sec. XVIII.
Chiesa Nuova; il 20 settembre del 1783 il sindaco dott. Renato Cavallo prendendo atto della volontà popolare di costruire un nuovo e piu capace luogo di culto, inaugurò la costruzione della nuova Chiesa Matrice. L’ambizioso progetto, si scontrò con la limitatezza dei mezzi a disposizione. Per lunghi anni rimase incompleta. Nel 1954 su interessamento dell’Arciprete Don Angelo Massari iniziarono i lavori di completamento ultimati il 17 Aprile 1977. Da notare il contrasto tra la facciata e le mura ottocentesche e la parte restante di stile contemporaneo.
Santuario di Maria Santissima di Belvedere; posto a 3 km a Nord–Est di Carovigno, a 100 metri di altezza spazia un ampia visione sull’azzurro del mare Adriatico. Costruito nel 1500 su preesistenti cripte rupestri, affrescate con pitture bizantinneggianti. La cappella e il dormitorio furono costruiti grazie alla devozione popolare, su di una antichissima grotta della collina, in cui vi si accede scendendo 47 scalini. Su un altare laterale vi è l’affresco con il dolce volto della Madonna, molto venerato dal popolo.
Castello di Serranova; ubicato nei pressi della borgata di Serranova a circa 9 km da Carovigno. Edificato nel 1629 dal nobile genovese Ottavio Serra, vicino alla torre della Regina Giovanna, casa fortificata del medioevo. Adiacente al castello sorge la cappella omonima del XVII secolo. Nel 1791, il castello ed il feudo di Serranova, vennero comprati dal principe Dentice di Frasso insieme agli altri beni di Carovigno. Nella cappella è custodito il leggendario «Crocifisso di Serranova» che il 3 del mese di Maggio di ogni anno viene portato in processione per scongiurare eventi calamitosi o siccitosi, poiché a tale Crocifisso le varie credenze popolari attribuiscono poteri miracolosi.
Torre Santa Sabina; ubicata nella omonima località marina. La torre attuale del XVI secolo (una precedente risaliva al XIII secolo), ha forma stellare a quattro spigoli orientati verso i punti cardinali, con coronamento merlato.
Torre Guaceto; è ubicata a 15 km a Nord-Ovest di Brindisi, nella omonima zona umida. La torre del 1300, sorge su di un promontorio che si protende nel mare. Con base quadrata e grandi caditorie per lato, fu costruita per compiti di vigilanza e difesa del porticciolo. Attualmente è sede di osservatorio presieduto dal WWF che vigila sulla zona umida e sulla riserva marina.
Le masserie; l’agro di Carovigno è ancora disseminato di insediamenti rurali e gentilizi ancora abitati nei quali è possibile degustare e d acquistare prodotti agroalimentari tipici e manufatti.

I PERSONAGGI ILLUSTRI

Salvatore Morelli (1824–1880) - Deputato al Parlamento dal 1867 al 1880, avvocato, letterato, patriota.
Antonino Brandi (1823 – 1851) - Illustre poeta in latino ed italiano.
Vincenzo Andriani (1788 – 1851) - Medico, storico, numismatico,
Giosuè Trisolini (1783-1852) - Chirurgo nell’esercito francese e primo chirurgo nell’Ospedale della Trinità di Napoli.
Francesco Saverio del Prete (1822 – 1875) - Dotto sacerdote pronotario e apostolico.
Pietro Cavallo (1827 – 1900) - Insigne medico nominato professore dell’ospedale degli incurabili di Napoli
Antonio Perrino (1904 – 1986) - Medico chirurgo, senatore della Repubblica.

RISORSE AMBIENTALI

Oasi naturali e riserve marine L’Oasi e la riserva naturale marina di Torre Guaceto A 15 km a Nord-Ovest di Brindisi, è situata la Riserva Naturale Marina di Torre Guaceto, una zona umida costiera dichiarata di importanza internazionale nella convenzione di Ramsar (Iran) del 1971. Il promontorio con la torre, e il litorale circostante formano una baia sabbiosa chiusa verso il mare da tre isolotti. L’interno della baia è occupato dalla palude caratterizzata da un’ampia fascia di fragmiteto, costituito da cannuccia di palude (Phagmites australis) attraverso la quale traluce l’acqua proveniente dai diversi canali. La macchia occupa soprattutto la zona Nord della riserva, con i folti cespugli di fillirea, lentisco, pungitopo, mirto, ginepro. Ai lati estremi della palude e della macchia, a limite del bagnasciuga si estende il sistema dunale, con una florida vegetazione di piante pioniere come la calcatreppia marittima, l’euforbia mediterranea, la gramigna delle spiagge. La fauna è varia; nel canneto, al riparo da occhi indiscreti, si aggira una molteliplicità di volatili: porciglioni, voltolini, schiribille, anatre selvatiche, aironi; verso il mare si librano gabbiani, berte maggiori e minori. La zona di mare antistante l’oasi di Torre Guaceto, è stata dichiarata nel 1990 con decreto del Ministero dell’Ambiente di concerto con quello della Marina Mercantile, riserva naturale marina per l’alta diversità biologica, che caratterizza i diversi ambienti marini dalla costa fino a 5 miglia al largo.

ITINERARI

Lungo la costa; Torre S. Sabina, Specchiolla, Torre Guaceto.
Verso la collina; Serranova, Santuario di Maria Santissima di Belvedere
Percorso tra monumenti chiese