Dal romanzo "Nelle nostre stanze vuote"
.............Poi, volle prendere un'altra strada,per giungere a casa.
Questa si apriva improvvisamente in uno slargo ampio, nuovo, relativamente almeno, rispetto
alle altre costruzioni che la circondavano. Era un'opera del fascismo. In origine si erano smantellate
piccole case rnalsane per costruire un grande mercato generale coperto. Grande come una piazza
era parso a quei tempi, e così era stato subito battezzato la piazza coperta. Davanti si apriva una
vera piazza, anch'essa grande, che, cosa ancora più inverosimile per un paese lastricato di pietre grandi e sconnesse, era stata ricoperta
per intero di mattoni: di quelli ordinari, certo, di cemento, ma uno spazio così grande e con una superficie così levigata non si era
mai visto, e divenne perciò il luogo di raduno dei bambini e dei ragazzi, a seconda degli
orari, che chiamavano il posto dei mattoni"tanto era singolare questo materiale da costruzione per il nessun
uso che se ne faceva non solo fuori ma pur dentro le case.
Il mercato coperto (e il fascismo) si erano scontrati ben presto con l'individualismo -della natura umana in genere e con quello dei
contadini meridionali in particolare, per i quali, unito a una tenace resistenza al cambiamento, è all'origine di un atavico patrimonio
di trucchi per sottrarsi ai danni della storia. I pescivendoli, beccai, venditori di verdure, se ne erano tornati, chi
prima chi dopo, alle loro bottegucce senza aria, senza acqua e senza igiene, ma anche senza l'imbarazzo di dover vendere sotto gli
occhi dei loro concorrenti. Imbarazzo che era anche e più degli acquirenti che - per non far torto a nessuno - amici come erano e
conoscenti di tutti - finivano per non comprare né dall'uno né dall'altro.
Il fascismo non poteva cambiare le abitudini secolari dei contadini né forzare la loro resistenza
alla modemizzazione, e così si decise di chiudere la piazza coperta, trasformandola, con poca spesa, in
una enorme sala cinematografica: il cinema Comunale
Cosi Descrive Enzo Rutigliano la "Chiazza Cuverta" in alcuni passi del suo romanzo.
Il luogo dei mattoni, ora ridotto ad una spianata solo di mattoni e macchine, col le facciate degli edifici che non nascondono la lor appartenza ad antichi ortali
Noi non crediamo sia giusto che una così ampia area, a 30 mt dal centro del paese, non sia presa in considerazione per un uso più furbo.
Ma no dimentichiamoci che CAROVIGNO non è una grande città !!!
Quindi non pensiamo ad "ASTRUSI PARCHEGGI SOTTERRANEI" come qualche dissennato politico a caccia di "appalti" va farneticando da qualche tempo.
noi non siamo in una grande citta !!!
Pensiamo invece a soluzioni nuove, capaci di ridare vitalità al centro del nostro paese che si sta sempre più spopolando.
Ma occorrono idee e progetti e i nostri amministratori fino ad ora non hanno dimostrato un gran che
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