ASL LE/2 Maglie - PRESIDIO OSPEDALIERO "F.FERRARI" - CASARANO (LE)

DIVISIONE DI CARDIOLOGIA UNITA' CORONARICA

Primario Dott. Giacinto PETTINATI

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Tachicardia

Si parla di tachicardia quando la frequenza cardiaca supera le cento pulsazioni al minuto. Non tutte le tachicardie sono però uguali. È, infatti, possibile che il disturbo dipenda semplicemente da un'accelerazione della produzione di impulsi da parte della solita centralina elettrica del cuore; si parla in questo caso di tachicardia sinusale. È anche possibile che la tachicardia sia provocata da rapide scariche di impulsi elettrici in partenza dagli atri o dai ventricoli. È il caso della tachicardia parossistica sopraventricolare e della tachicardia parossistica ventricolare.

In azzurro l'ispessimento della tonaca intimale La tachicardia sinusale rappresenta una normale risposta dell'organismo a svariate situazioni, quali l'esecuzione di uno sforzo fisico, l'ansia, un calo di pressione, la febbre, un'aumentata funzione della tiroide (e va, eventualmente, trattata curando la malattia di base). Diverso è il discorso nel caso delle tachicardie parossistiche sopraventricolari e ventricolari, che sono caratterizzate da un esordio improvviso e dall'insorgenza di disturbi; si manifestano generalmente con palpitazioni, talvolta accompagnate da calo della pressione e svenimento.
La gravità dei disturbi dipende dalla durata dell'episodio, dalla velocità con cui si contrae il cuore e dall'eventuale presenza di una malattia cardiaca. Il cuore che batte con frequenza elevata non è in grado di pompare il sangue in maniera efficace e ciò può provocare una caduta della pressione. Non solo, una maggior frequenza significa anche un maggior consumo di ossigeno da parte del cuore e quindi maggiore rischio di manifestare sintomi di ischemia, per esempio una crisi di angina pectoris. Le due tachicardie, che possono essere differenziate eseguendo un elettrocardiogramma, presentano un diverso trattamento. Quella sopraventricolare può essere interrotta ricorrendo a particolari manovre, quale il massaggio carotideo, o all'uso di farmaci; in quella ventricolare può essere necessario il ricorso alla cardioversione elettrica: si tratta di una scossa elettrica che, distribuendosi in tutto il cuore, blocca la produzione degli stimoli elettrici anomali e consente al nodo del seno di riprendere il controllo della situazione.

 

 
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