TORRE GALLI

  Lungo la strada provinciale, innesto per la strada statale 18, che passa per Caria, a soli tre chilometri dal villaggio, sorge, sopra una delle colline più amene di Monte Poro. Il complesso collinare del Poro (708) prende nome da una voce bizantina “Poros” passaggio, localizzata al passaggio del Poro di Nicotera.

Una costante tradizione di viabilità è possibile definirla nel luogo che una grande carovaniera preistorica attraversava convergendo sud‑ovest sulla valle del Mesima. E' da supporsi legittimamente che la stessa carovaniera si prolungasse verso ovest attraversando Torre Galli e Caria e arrivando fino al mare Tirreno, Porto Ercole.

TORRE GALLI proprietà della famiglia Galli di Tropea che per molto tempo l' ha adibita a villeggiare. Uno dei vani a piano terra, ben aggiustato, lo adoperava per cappella. All'altare era il quadro dell'Immacolata, copia del Murillo. A celebrare chiamava sacerdoti ora di Spilinga, ora di Caria, tra i quali il Sac. Pasquale Pontoriero, il vecchio, da Spilinga e poi il neo sacerdote Antonio Mollo da Caria, il quale dava pure lezioni di lingua francese ai figli del padrone, cav. Galli Peppino.

Adempivano così al precetto della messa domenicale non solo la famiglia, ma anche i molti coloni ed altri contadini della contrada, che al principio della Messa venivano avvisati, in mancanza di campana, dallo sparo di un mortaretto. 

 I terremoti del 1905 e 1908 hanno diroccato il fabbricato. Alquanto rifatto, un incendio fortuito l' ha ridotto in macerie ed ora è lasciato in abbandono.  

Torre Galli è antichissima ed ha una storia molto ricca. 

           ( Foto Naso Giuseppe) Veduta aerea di Torre Galli e del Monte Poro 

Ad oriente, a circa 300 metri, lungo la sinistra della provinciale si trova la necropoli ellenica.

La venuta sul posto dell'illustre archeologo trentino, professore Paolo Orsi ( 1921-1922 ), con gli scavi fatti eseguire, portò fuori materiale archeologico più abbondante di quello di Canale, presso Locri, mise alla luce armi di ferro e di bronzo, asce da bosco e da guerra, ceramiche decorate, utensili domestici di vari metalli, oreficerie, profumi ed oggetti di ornamento, portati e conservati nel museo regionale di Reggio Calabria.