FONOGRAFO

 

Il Fonografo è un dispositivo meccanico in cui un cilindro (disco) ricoperto da una sottile lamina di stagno, è posto in rotazione mediante una manovella. La barra a cui è attaccata la manovella è filettata, quindi il cilindro oltre a roteare avrà una traslazione lungo il suo asse. Affianco al cilindro vi è una tromba acustica con una membrana a punta metallica in contatto col cilindro. Nella fase di registrazione il suono, incanalato attraverso la tromba, pone in vibrazione la membrana, e conseguentemente la punta metallica incide lo stagno, lasciando una solco (traccia), mentre per riprodurre bisogna far ripercorrere alla punta il solco ottenuto che metterà in vibrazione la membrana e quindi tramite la tromba che si comporta da amplificatore si ottiene il suono.

 

 

EDISON

Edison collaudò la prima macchina “parlante” incidendo una filastrocca infantile “Mary aveva un agnellino”. Quello che era stato inciso era quasi incomprensibile, ma fu un grande passo in avanti perché era stato il primo a incidere e a riascoltare la propria voce. Il brevetto fu depositato il 24 dicembre del 1877. In seguito Edison sfruttò questa invenzione sotto una veste commerciale, quindi nel 1878 nacque la “Edison Speaking Fonograph Company” per la gestione e produzione delle macchine da pubblica attrazione, che venivano esibite a pagamento. In seguito Edison vendette la sua società per circa 10'000 dollari continuando a percepire in 20% dei guadagni della società.

FORMA DEL DISCO

   
       


 
 
 
Fonografo, la cosiddetta macchina parlante inventata da Edison nel 1877, madre di tutte le evoluzioni nel campo della riproduzione sonora, permette una breve incisione verticale su di un foglio di carta stagnola steso su di un cilindro. Chichester A. Bell e Charles Sumner Tainter negli anni 1881-86 rimpiazzano il foglio di carta stagnola impiegando un cilindro in cartone ricoperto di cera. Nuovamente Edison, nel 1888, proporrà una versione "finale" del fonografo dotando la sua creazione di un motore elettrico e producendo i cilindri dapprima in cera vegetale, poi in gommalacca.
   
 
             
 
GRAMMOFONO

Il grammofono, al contrario del fonografo funzionava a dischi, fu inventato nel 1887 dal tedesco Emilie Berliner dove fece la sua prima apparizione nel 1889 in Germania, ma i dischi furono stampati in serie solo nel 1898 e venivano letto con lo stesso metodo del fonografo. La lettura avveniva a spirale su un disco di policarbonato di vinile con una velocità di 33 o 78 giri al minuto, con un diametro di 16, 12, 10 e 7 pollici (sono espressi in pollici perchè il disco è nato in america dove si usa appunto il pollice come unità di misura).

             
 

LETTURA

La lettura avviene tramite la rotazione de piatto del disco tramite un motore elettrico, il quale deve girare a una velocità angolare costante, pari al valore di registrazione del disco. Nei sistemi professionali la velocità è controllata costantemente con dei segni neri stampati sul piatto rotante, che permetto alla luce di riflettersi o non riflettersi dove un circuito provvederà a contare quante di queste linee verranno riflesse e si occuperà, nel caso in cui il numero sia sbagliato, di accelerare o decelerare il disco. Sul disco il segnale è a bassa frequenza sotto forma di variazioni del solco da destra a sinistra e viceversa. Il segnale viene letto da una puntina che scorre all’interno del solco. In un disco mono la puntina subisce variazioni solo su asse orizzontale, e siccome la puntina è immessa in un campo magnetico queste variazioni orizzontali creano un segnale elettrico, che in seguito verrà filtrato e amplificato per poterlo ascoltare.

 
La lettura di dischi stereo è invece più complessa in quanto abbiamo solamente un solco, ma due canali (destro e sinistro) che sono registrati. Icanali sono registrati in modo trasversale a 90° di distanza uno dall’altro, e a 45° rispetto all’orizzontale (lettura mono). In questo caso la puntina non è adibita solo a movimenti in orizzontale, ma ha la possibilità di muoversi liberamente su di un campo di 90°. Mediante l’angolazione che la puntina assume e alla distanza dall’asse che essa raggiunge si riesce a riprodurre il segnale per tutti e due i canali. La puntina per la lettura ne esistono di vari tipi costruite con materiale diverso e sono: magnetico, cristallo piezoelettrico e ceramico. Per quanto riguarda il magnetico posso dire che è quello di qualità più bassa perché è sensibile ai campi magnetici esterni. Le puntine piezoelettriche sono quelle di qualità più alta in quanto non sono sensibili a campi magnetici e sono molto resistenti nel tempo e l’unico svantaggio che hanno è il costo elevato. Per apparecchi di fascia media esistono rivelatori ceramici che non sono sensibili al magnetismo, hanno durata abbastanza lunga, ma costi contenuti.
 
   
           

SCRITTURA

Per quanto riguarda la durata, un disco in vinile a 33 giri registrato sulle due facce può arrivare a memorizzare fino a 64 giri, questi dischi vengono comunemente chiamati “Long Playing (LP)”. La qualità registrata su quest’ultimo è abbastanza buona, infatti la sua banda passante parte da 50 Hz e arriva fino a circa 15 kHz. In un disco stereo questo tipo di registrazione sfavorisce la qualità del suono perché può presentare una diafonia (interferenza tra un canale e l’altro) che vale solamente 23dB, questo è fastidioso soprattutto se vi è molta disparità di volume tra i due canali. I dischi da 45 giri invece non sono “Long Play”, infatti riescono a riprodurre brani solamente per poco più di 5 minuti, che tra l’altro è la durata di un disco di medie dimensioni che ruota a 78 giri. Con il passare degli anni questi dischi si sono evoluti nella quantità di solchi contenuti in un pollice. I primi dischi venivano incisi direttamente dagli artisti, mediante una sistema esattamente opposto rispetto alla lettura. Più precisamente il suono faceva vibrare un diaframma collegato alla puntina, che a sua volta per mezzo delle sue oscillazioni, solcava la superficie del disco rotante. Questo sistema però non permetteva di poter duplicare il supporto, quindi l’artista era obbligato a esprimersi tante volte, quanto le copie che voleva realizzare. Con l’evoluzione si è passati alla duplicazione mediante lo stampaggio a caldo del disco.

Il vinile deve essere posto tra due matrici metalliche che poi verranno chiuse a pressione (si parla di pressioni attorno alle centinaia di atmosfere). Mediante questo sistema si riescono a produrre oltre 10'000 esemplari al giorno. In questo modo l’autore per poter creare delle copie, necessita di registrare un solo disco. Quest’ultimo dev’essere scritto tramite un sistema simile a quello utilizzato per creare il primo vinile, ma molto più sofisticato grazie all’elettronica. Il Master Disc è fatto in cera perché permette una registrazione più di qualità, essendo la cera molto più malleabile del vinile.
 
 
Da quest’ultimo si ricavano poi le placche in metallo che fungeranno da stampo per la produzione in serie. Un’altra tipologia di registrazione prevede una differenza nella prima fase. La differenza sta nella prima registrazione che invece di essere fatta su un disco in cera la si esegue su di un nastro magnetico. Questo sistema permette di modificare il brano registrato, cosa che il disco in cera non permetteva. Una volta elaborato il nastro si procede alla creazione del disco master mediante l’incisione di un disco acetato. Tale disco viene creato grazie all’impiego di un bulino riscaldato e fatto convergere spiralmente verso il centro del disco stesso. Dopo la creazione di quest’ultimo si procede alla creazione delle placche metalliche che serviranno per la produzione in serie.