FAVOLE

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Questa favola è la testimonianza di una chiara tradizione vegetariana all'interno del misticismo islamico. Ogni religione, dall'ebraismo al cristianesimo, all'induismo, al buddismo, al taoismo, parla di vegetarismo. Consiglio a chiunque voglia evolversi di leggere il libro "Il vegetarianesimo e le religioni del mondo" di Steven Rosen.

...C'era una volta un uomo a cui piaceva andare a caccia. Andava nella foresta col fucile, o l'arco e le frecce, e tirava ai cervi, agli alci e agli altri animali. Come la maggior parte dei cacciatori, gli piaceva mangiare tutti gli animali che uccideva, ma trovava la carne di cervo particolarmente saporita.

Ora, quest'uomo aveva cacciato, ucciso e mangiato in questo modo per la maggior parte della sua vita. Poi, un giorno, si imbatté in una femmina di cervo che allattava il suo piccolo. Ne fu contento perché era stanco e sapeva che la femmina non sarebbe scappata mentre il suo piccolo prendeva il latte. E la colpì. Prima di morire, il cervo gridò: "Uomo, tu mi hai ucciso, quindi mangiami pure, ma non fare del male a mio figlio! Lascialo vivere libero!"

"Capisco quello che tu mi chiedi - rispose il cacciatore - ma io penso di portarmelo a casa, crescerlo e farlo diventare bello grasso, così un giorno anche lui sarà carne per me."

Il cerbiatto udì le sue parole e disse: "Uomo, queste parole sono accettabili per Dio?"

Il cacciatore rise: "Dio ha creato gli animali perché l’uomo potesse ucciderli e mangiarli."

"Hai ragione, uomo. È vero che Dio ha creato alcuni esseri perché altri potessero mangiarli. Ma, e tu? Se esiste una legge di questo genere per noi, forse esiste una legge uguale anche per te. Pensaci. Io ho solo una persona che mi aspetta per mangiarmi, ma ad aspettare ansiosamente te sono in tanti. Non lo sapevi? Un giorno, al cospetto di Dio in persona, i vermi, i piccoli insetti dell’inferno e perfino la terra stessa saranno ben contenti di divorarti. Tu, che sei un essere umano, dovresti pensare a queste cose. Noi cervi veniamo uccisi e subito mangiati, ma quando morirai tu, sarai consumato lentamente all’inferno, per un lungo periodo di tempo. Sarai costretto all’inferno per chissà quante nascite.

"Uomo, Dio ha creato me e ha creato te. Tu sei un uomo e Dio ti ha creato da terra, fuoco, acqua, aria e etere, lo sono un animale, ma Dio mi ha creato dagli stessi elementi. Tu cammini con due gambe, io con quattro. Anche se la nostra pelle e il colore differiscono, siamo fatti della stessa carne. Pensa ai molti aspetti per cui siamo simili.

"Se qualcuno avesse ucciso tua madre mentre ti allattava, come ti saresti sentito? La maggior parte degli uomini si sarebbero dispiaciuti di aver ucciso una femmina di cervo con un piccolo. Avrebbero gridato: 'Oh, non lo sapevo!’. Sembra invece che tu non abbia alcuna compassione. Sei un assassino, hai stroncato tante vite, ma non ti sei mai fermato a pensare come saresti triste tu se qualcuno avesse ucciso tua madre. Non solo sei contento di aver ucciso mia madre, ma vuoi uccidere e mangiare anche me. Dato che sei un essere umano, dovresti riflettere su queste cose. Persino l'animale più crudele e demoniaco si fermerebbe a riflettere su quanto ho appena detto.

"Non riesci a capire la tristezza di un bambino che ha appena visto uccidere sua madre? Ouel che hai detto a mia madre e a me è terribile e mi ha causato grande dolore. O uomo, non hai né la compassione di Dio, né quella degli uomini. Non possiedi neppure una coscienza umana. Per tutta la vita hai bevuto il sangue e mangiato la carne degli animali senza renderti conto di quello che stavi facendo. Ti piace la carne e provi piacere nell'uccidere. Se avessi una coscienza o un pò di senso di giustizia, se fossi nato come un vero essere umano, penseresti a queste cose. Dio ci sta guardando, me e te..."

"Cerbiattino, tutto quello che hai detto è vero", ammise il cacciatore. Poi raccolse con delicatezza il corpo della madre e condusse il cerbiatto alla propria casa.

La sera raccontò agli altri cacciatori quello che il cerbiatto gli aveva insegnato. Ascoltando il racconto, tutti piansero. "Tanto sovente abbiamo mangiato carne di cervo, ma ora che ci hai detto questo, ci rendiamo conto del karma che abbiamo attirato sudi noi a causa del cibo di cui godevamo. Siamo tutti turbati. Solo ora capiamo di non aver avuto compassione o saggezza." E tutti decisero che avrebbero smesso di mangiare quel cibo.

"Lascia andare il cerbiatto", disse un uomo.

"No, dallo a me;" disse un altro, "lo crescerò e quando sarà adulto lo lascerò libero."

Ma il cacciatore decise di crescere da sé il cerbiatto. E negli anni il cervo gli dimostrò più affetto dei suoi stessi figli. "Questo essere gentile è capace di maggiore amore e gratitudine di un essere umano", pensava l’uomo. "Mi bacia e mi lecca ed emette suoni di gioia quando gli dò da mangiare. E dorme perfino ai miei piedi."

Passarono gli anni e il cervo fu perfettamente cresciuto. Poi, un giorno l’uomo lo portò nella foresta e lo lasciò in libertà.

Bambini miei, tutti noi dobbiamo essere consapevoli di quello che facciamo. Tutti i piccoli degli animali suscitano amore e compassione, quindi se solo possiamo ricordare che ogni creatura è stata giovane un tempo, non uccideremo mai un altro essere. Non faremo del male e non aggrediremo nessuna creatura vivente...

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