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Le puttane hanno buon cuore

tratto do  Il mio granello di sabbia di Luciano Bolis ,

 da Lettere di condannati a morte della Resistenza e tanti altri

 

adattamento  e scrittura scenica di

Gino Carosini e Iula Rossetti

 

il protagonista

Giovanni Cadili Rispi

il ricordo

Stefania Galuppi

il racconto

Maria Teresa De Moro

la tortura

Mirko Beltrami

scene Mario Strata

luci Enrico Aretusi

 

regia Iula Rossetti

L’idea dello spettacolo  nasce dalla lettura de Il mio granello di sabbia di Luciano Bolis, pubblicato per la prima volta nel 1946, da Einaudi, “ a caldo” dalla vicenda che narra.

Il libro racconta in prima persona l’arresto, gli interrogatori estenuanti, le immani torture patite dal suo autore, arrestato dai fascisti, nel pieno della lotta partigiana, a Genova.

La peculiarità di questo racconto è come l’autore - protagonista scelga, “lucido e implacabile”, di infierire contro se stesso, tentando il suicidio, “perché sorella morte non manchi e non tardi”, pur di non tradire i suoi compagni.

Studiando ed elaborando anche le Lettere di condannati a morte della Resistenza e tanti altri testi, è stata scelta questa traccia perché, come scriveva Luigi Santucci nella sua prefazione alla seconda edizione (1973) de Il mio granello di sabbia, “quest’opera si ripropone come documento attualissimo di cose oggi in corso di svolgimento: non disincantata memoria, ma denuncia, lamento e grido”.

Questo spettacolo con la vicenda agghiacciante vissuta da Luciano Bolis  attraversa tante altre storie, di tanti altri uomini e donne che hanno subito uguali violenze. tenta di sollevare un piccolissimo granello di sabbia che aiuti a non dimenticare, a non “disabituarsi a inorridire”, perché, purtroppo, ancora oggi, a sessant’anni dalla sudata libertà,  molti uomini, molte donne, molti bambini, in tanti paesi del mondo, continuano a subire le stesse violenze, le stesse torture e  non si deve smettere di gridare, mai.