Offri un’ora del tuo tempo...tendi la mano ad un bambino…
Napoli, rione Sanità: forse per chi non c’è mai stato, forse per chi non ha mai avuto la possibilità di andare girovagando per i suoi rioni, rimane unicamente un luogo da prendere ad esempio di come il nostro sistema sociale possa degenerare nella indifferenza generale…ma il quartiere non resta indifferente!
Forse è vero che chi vi entra non può che rimanere stupito del come la vita al suo interno sembri in parte abbandonata a se stessa, come si assista di continuo a situazioni, atteggiamenti, che in una città medio-borghese non potrebbero che essere guardati con sdegno e rassegnazione; traffico caotico, mancato rispetto di qualsiasi norma che vada al di fuori di quelle insegnate ed apprese nel contesto familiare; bambini tra i cinque e i quindici anni in moto perenne su uno scooter che ha fretta di andare, che suona, che bussa, che corre, ma non va da nessuna parte, perché lì in quel quartiere non c’è nessun posto dove si possa andare!
E allora è inutile e superfluo continuare ad elencare il perché dell’esistenza di realtà come questa, è inutile constatare che il tutto si svolge a pochi chilometri in linea d’aria dalla "Napoli bene", dalla Napoli dei professori, dalla Napoli degli avvocati, dei medici e dei principi, da quella Napoli che forse anche sdegnata assiste alle continue scene di povertà e al contempo, con un senso di impotenza, si rammarica delle condizioni di vita dei bambini brasiliani, afgani ed iracheni che via etere raggiungono le nostre televisioni!
Nel frattempo all’interno delle sale congressi viene affrontato il problema del recupero dei minori, viene affrontato nella maggior parte delle sedi politiche il problema dell’adozione, dell’affidamento, di come cercare di arginare il sempre più crescente bisogno di trovare una soluzione alle modalità attraverso cui giungere ad una completa rieducazione dei minori deviati. Ciò che però non si comprende, anche nelle sedi più competenti è che tale deviazione è frutto, in buona parte, proprio dell’indifferenza pratica e praticata di chi, al di là di ciò che predica, non sa realmente di cosa parla!
Parole, parole, parole, diceva una canzone di un po’ di tempo fa….ma nella Sanità le parole sono poche, nella Sanità i ragazzi crescono con poche parole a disposizione, nella Sanità i ragazzi crescono nel rispetto del più forte, nel rispetto di chi urla più forte, nel rispetto del giocatore di calcio e delle antenne paraboliche, del piccolo boss di quartiere e del grande capozona, nel finto rispetto del parroco alle cui parole sembrano dar seguito solo mogli di mariti che “ten’n ch’ffà”….
I loro figli, i loro ragazzi, terminato l’orario scolastico non hanno posti dove scegliere di potersi riunire, c’è la strada, ci sono genitori assenti perchè magari assorbiti dal lavoro, e in strada è lasciata alla coscienza del ragazzo stesso, magari di sette o otto anni, il discernere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato. Incredibile eh?
In realtà di questo genere un ragazzo della terza o quarta elementare è molto probabile che non sappia ancora leggere o scrivere, colpa delle insegnanti? Noi non lo crediamo, la problematica è molto più vasta e complessa. Abbraccia l’intero arco della giornata di questi ragazzi. Non è sufficiente per loro avere la certezza dell’esistenza di una scuola dell’obbligo della mattina, se nel corso delle restanti ore della giornata gli stessi frequentano un altro genere di scuola dell’obbligo!
Non stiamo parlando di realtà lontane ed irrecuperabili, bensì di bambini che vivono ad un chilometro in linea d’aria da noi, abbandonati a se stessi all’interno di una città come Napoli, troppo impegnata forse per ascoltare le grida di aiuto delle loro mamme e nonne che disperatamente cercano qualcuno che possa……fare qualcosa!Recupero, risocializzazione, rieducazione, sostegno, sono concetti certamente da non abbandonare, sono concetti che è e sarà sempre giusto avere fermi in un’ottica di aiuto del minore, ma ciò che non si comprende è che un ragazzo ad otto anni deve poter imparare a leggere e scrivere, e deve poterlo fare anche al di fuori della scuola e soprattutto al di sopra della strada! Perchè rieducare in seguito un bambino cui non si è voluto tendere una mano prima?
Nel quartiere Sanità, oramai da oltre un anno, è nata una realtà chiamata “Casa dei Cristallini”, autofinanziata, dove un gruppo di volontari laici, ragazzi, cerca semplicemente di far comprendere ai bambini che l’alternativa non è solo la strada, ma esiste qualcuno disposto ad ascoltarli ed a giocare con loro, e che è importante prima e soprattutto saper leggere e scrivere…….altrimenti si è fuori dal mondo!
Ebbene, ogni giorno vi sono nuove richieste di madri e bambini che vogliono frequentare la nostra casa, richieste cui purtroppo non possiamo spesso attendere a causa del fatto che il nostro gruppo, composto da una ventina di volontari, non è nella pratica in condizione di assistere più di quindici-venti bambini. L’impegno richiesto al singolo volontario si limita ad un minimo di un pomeriggio alla settimana(tre ore), dal lunedì al venerdì….il nostro progetto ha bisogno continuo di volontari, abbiamo bisogno di ragazzi che semplicemente….abbiano voglia intanto di venirci a trovare……
La Casa dei Cristallini
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Elena 3288791794 – Alfredo 3289484509