CASA FUTURA N°2 - GIUGNO 1999

LA SCOMMESSA DEL 2000 - di Egidio Mancianti

Egidio Mancianti direttore di CASA FUTURADopo il primo numero di Casa Futura, uscito ad Aprile di quest'anno, sono arrivate in redazione una serie di osservazioni, commenti e critiche. Data la varietà delle problematiche coinvolte e l'articolazione degli interessi rappresentati è veramente difficile cercare di riportarle in maniera organica, ma alcune di esse contenevano spunti per una riflessione pubblica e collegiale. Alcuni si sono lamentati per il taglio della pubblicazione con un baricentro troppo spostato verso l'audio ed il video, altri per la distribuzione solo tra professionisti senza passare per l'edicola. Credo che alcune considerazioni riguardanti le scelte di fondo siano contenute da qualche parte nel primo numero, ma vista l'importanza dell'argomento vale la pena di precisare meglio le posizioni. Dunque, iniziamo con il peso dell'audio all'interno della problematica dell'installazione personalizzata e conseguentemente su Casa Futura. Più che preferenze o predisposizioni personali (la mia esperienza professionale, comunque, si sviluppa tutta in questo settore) è forse il caso di tirare in ballo la storia, cioè analizzare quello che è successo in altri paesi dove si è cominciato a parlare di installazione personalizzata molto prima che da noi. Il caso degli Stati Uniti mi sembra emblematico, con un mercato dell'audio di qualità (alta fedeltà o High End, come preferite) che per anni ha prodotto fatturati impressionanti. Tutto questo ad un certo punto è entrato in crisi ed è proprio all'interno di questo settore, ce lo ricorda l'esperienza stessa di CEDIA, che sono stati trovati gli stimoli giusti per proporre un discorso molto più ampio, con l'audio ed il video nella ruolo di catalizzatore e collante per una serie di aperture in settori attigui. Ora non sto rivolgendo l'invito a chi si occupa di satellitare o di illuminazione a cambiare mestiere, tutt'altro. Sto solo dicendo che oggi possono crearsi le condizioni per guardare alla propria attività in maniera diversa, un po' più aperta e meno settoriale di quanto non sia stato fatto finora, per cogliere delle opportunità che stanno arrivando a rapida maturazione. Infatti oggi l'audio/video, con le nuove possibilità di integrazione, con la tecnologia dei nuovi standard che consentono una qualità senza precedenti, con quella connotazione intrinseca tesa a portare divertimento e relax all'interno della nostra concezione di casa, rappresentano una fonte di stimoli e di idee nuove per tutto quello che ruota attorno al concetto di spazio abitativo in cui ritrovarsi ed in cui muoversi a proprio agio con tutto il benessere ed il comfort possibile. E tutto ciò è a disposizione di coloro che sul fronte "casa" operano in settori diversi, o almeno di quelli disposti a ragionare insieme ad altri professionisti su ciò che potrebbe essere costruito insieme in questa direzione. Qui si apre un problema collegato direttamente al secondo punto. Ho parlato di professionisti che dovrebbero cogliere questa possibilità ed adeguarsi ad una problematica che sembra andare con decisione nella direzione dell'integrazione delle competenze, almeno per quel che riguarda il settore di cui stiamo parlando. Quello dell'installazione personalizzata è un settore nuovo per il quale non esistono competenze precostituite, ma, al massimo, esperienze specifiche. E' necessario, a mio avviso, creare una base comune di conoscenze e di atteggiamenti generali che al momento non ci sono e della cui mancanza solo qualcuno avverte il peso. In quest'ottica mi sembra inutile e forse anche dannoso stimolare l'utente finale su problematiche che richiedono un approccio diverso da quello che potrebbe creare una rivista che va in edicola, proponendo soluzioni per le quali manca ancora una professionalità certa ed affidabile. Creare questo bagaglio di conoscenze, costruire queste figure professionali è la nostra scommessa per i prossimi anni, una scommessa impegnativa e difficile, ma con l'aiuto di tutti si può e si deve vincere.

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