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BACK A  "I  contributi   delle  donne  alla  scienza"   (A CURA di Margherita Hack - 2000)
 

Il cielo al femminile; le donne, la Scienza e l’Astronomia (Aggiornato al 2010)

Un viaggio nel passato per ricordare quelle donne, ingiustamente rimaste nell’ombra, che hanno contribuito alle scoperte scientifiche ed astronomiche malgrado ostracismi ed incomprensioni.  

A cura di Pietro Musilli - 2010   -   musillipietro@gmail.com
 

 Hypatia od Ipazia di Alessandria. Oppure, secondo una tradizione non fondata, sarebbe forse Francesco Maria Della Rovere , duca di Urbino (dalla: “La scuola di Atene” - Raffaello).

Se c'è un campo dove maggiormente fu praticato l'ostracismo femminile quello è la Scienza in generale e l'Astronomia in particolare. Ad esempio, nel 1945, all'astronoma  Margaret Burbidge (1919-) fu negato l'uso dell'Osservatorio di Monte Palomar perché "provvisto di bagni per soli uomini". Inoltre, nel 1780 l’astronoma Carolina Herschel scriveva alla sua amica matematica scozzese Mary Somerville (1780-1872): “…lo sapevi che Hildegard Von Bingen propose un Universo eliocentrico circa trecento anni prima di Copernico? Ma chi l’avrebbe ascoltata… era una monaca, una donna”.
A cura di: Claudio Lopresti presidente dell’IRAS e di Pier Giorgio Liberati - Istituto Spezzino Ricerche Astronomiche

Due siti web:
Association for Women in Science – Washington (USA):  www.awis.org
The Woman Astronomer:  www.womanastronomer.com

Le prime donne che si dedicarono alla disciplina astronomica furono essenzialmente delle osservatrici, si occuparono della catalogazione degli astri e redassero tavole astronomiche. La maggior parte delle astronome che sono riuscite ad affermarsi erano spesso affiancate da una figura maschile molto importante: un marito, un tutore, un fratello, un padre che ha fornito loro l’istruzione negata dalle istituzioni  e venivano considerate come assistenti di chi ufficialmente aveva un incarico astronomico. Purtroppo nei libri di storia i loro nomi non vengono menzionati anche se hanno contribuito più di quanto non si creda, infatti, i loro apporti non furono per nulla trascurabili. Per vari motivi questi vennero spesso inglobati nei lavori effettuati dai mariti o dai padri o dai fratelli per cui ora risulta difficile scindere il reale aiuto.  By: www.bellatrixobservatory.org

 

NOBEL  PRIZE   [http://nobelprize.org(al 2010)

840 Nobel Laureates! 813 individuals and 23 organizations have been awarded the Nobel Prize. Some Laureates and organizations have been awarded more than once.

List of all women Nobel Laureates  -  Only 40 women!  (4,7%)

The Nobel Prize has been awarded to 40 women (1901 to 2010). Marie Curie, has been awarded the Nobel Prize two times, in 1903 (Physics) and in 1911 (Chemistry).

Physics
1903 - Marie Curie
1963 - Maria Goeppert-Mayer

Chemistry
1911 - Marie Curie
1935 - Irène Joliot-Curie
1964 - Dorothy Crowfoot Hodgkin
2009 - Ada E. Yonath

Physiology or Medicine
1947 - Gerty Cori
1977 - Rosalyn Yalow
1983 - Barbara McClintock
1986 - Rita Levi-Montalcini
1988 - Gertrude B. Elion
1995 - Christiane Nüsslein-Volhard
2004 - Linda B. Buck
2008 - Françoise Barré-Sinoussi
2009 - Elizabeth H. Blackburn
2009 - Carol W. Greider

Literature
1909 - Selma Lagerlöf
1926 - Grazia Deledda
1928 - Sigrid Undset
1938 - Pearl Buck
1945 - Gabriela Mistral
1966 - Nelly Sachs
1991 - Nadine Gordimer
1993 - Toni Morrison
1996 - Wislawa Szymborska
2004 - Elfriede Jelinek
2007 - Doris Lessing
2009 - Herta Müller

Economic Sciences
2009 - Elinor Ostrom

Peace
1905 - Bertha von Suttner
1931 - Jane Addams
1946 - Emily Greene Balch
1976 - Betty Williams
1976 - Mairead Corrigan
1979 - Mother Teresa
1982 - Alva Myrdal
1991 - Aung San Suu Kyi
1992 - Rigoberta Menchú Tum
1997 - Jody Williams
2003 - Shirin Ebadi
2004 - Wangari Maathai

Premi Nobel alle donne di scienza (al 2010)

Dal 1901, anno dell’istituzione del premio Nobel, sono state solo 16 le scienziate alle quali è stato attribuito questo riconoscimento per una disciplina scientifica nei settori della fisica, chimica, medicina ed economia (si ricorda che il Nobel per la matematica, per l'astronomia e per la biologia non è previsto). Quindi solo 16 Nobel riconosciuti alla scienza femminile su quasi 840 premi assegnati dal 1901 (appena circa l'1,9 %).
By: www.irpps.cnr.it  -  http://matematica.unibocconi.it  -  www.futuroalfemminile.it  -  http://it.wikipedia.org

 

Marie Sklodwska Curie (1867-1934)  [Unica donna a vincere due premi Nobel]

  Premio Nobel sia per la fisica nel 1903 (congiuntamente al marito Pierre Curie (1859-1906) e ad Antoine Henri Becquerel) e sia per la chimica nel 1911; fu anche la prima donna professore alla Sorbona.  I famosi coniugi Curie compirono le più complete e vaste ricerche per individuare nuove sostanze radioattive e scoprirono il radio. Marie Curie scoprì anche il polonio.

 

Iréne Curie (1897-1956)

   Figlia di Marie e Pierre Curie, assieme al marito Frédéric Joliot scoprì la radioattività artificiale e con lui contribuì anche alla scoperta del neutrone. Entrambi i coniugi ottennero il premio Nobel per la chimica nel 1935.

 

Gerty Theresa Cori (1896-1957)

   Biochimica ceca naturalizzata statunitense, è stata la prima donna americana ad ottenere un Nobel in medicina (1947). Vinse il premio insieme al marito Carl Ferdinand Cori e al fisiologo argentino Bernardo Houssay, per le sue scoperte su come il glicogeno viene risintetizzato dall'organismo.

 

Marie Goeppert Mayer (1906-1972)

   Nata in Germania, si laureò in fisica e si trasferì negli Stati Uniti dove collaborò al "Progetto Manhattan", per la costruzione della bomba atomica. Le venne riconosciuto il premio Nobel per la fisica nel 1963 grazie alla scoperta della struttura del nucleo atomico, per la sua teoria sui "numeri magici" che determinano la stabilità degli atomi.

  

Barbara McClintock (1902-1992)

   Biologa statunitense, ottenne il Nobel per la Medicina nel 1983. Il riconoscimento arrivò trenta anni dopo la sua clamorosa scoperta nella Genetica cellulare: il codice genetico di un organismo non è un elemento statico, bensì dinamico e condizionato dall'ambiente circostante.

 

Dorothy Crowfoot-Hodgkin (1910 – 1994)

    E’ stata una biochimica britannica, fondatrice della diffrazione dei raggi X e vincitrice del premio Nobel per la chimica nel 1964, «per la determinazione delle strutture di importanti sostanze biochimiche tramite l'uso di tecniche legate ai raggi X». Fu una donna impegnata politicamente, si schierò contro l’utilizzo delle armi chimiche e si adoperò al fine di superare in campo scientifico le barriere e il limiti imposti dalla guerra fredda. Divenne membro della Royal Society nel 1947. Nel 1958 divenne membro dell'American Academy of Arts and Sciences. Nel 1987 ottenne il Premio Lenin per la pace grazie al suo impegno per promuovere il disarmo e il superamento delle barriere causate dalla guerra fredda. Questi principi vennero portati avanti all'interno del movimento Pugwash che fondò insieme ad altri scienziati. Parallelamente fece parte dell'Accademia delle Scienze dell'URSS, affiliazione che le costò l'interdizione all'ingresso negli Stati Uniti per un certo periodo.

 

Gertrude Elion (1918-1999)

   Scienziata statunitense, dedicò la sua attività scientifica alla ricerca sul cancro dopo che questa malattia colpì suo nonno. Il Nobel per la medicina le venne attribuito nel 1988, per lo sviluppo di numerose terapie ottenute mediante prodotti farmaceutici. E' dalle sue ricerche che proviene l'AZT, un farmaco (commercializzato nel 1984) impiegato nel trattamento dell'AIDS.

  

Rita Levi- Montalcini (1909)

  È stata insignita del premio Nobel per la medicina nel 1986 e nominata senatrice a vita nel 2001, è socia nazionale dell'Accademia dei Lincei per la classe delle Scienze Fisiche. Nel 1951-1952 scoprì il fattore di crescita nervoso noto come NGF (Nerve Growth Factor), che gioca un ruolo essenziale nella crescita e differenziazione delle cellule nervose sensoriali e simpatiche. Per circa trenta anni proseguì le ricerche su questa molecola proteica e sul suo meccanismo d'azione, per le quali nel 1986 è stata insignita del Premio Nobel per la medicina insieme allo statunitense Stanley Cohen. Nella motivazione del Premio si legge: «La scoperta del NGF all'inizio degli anni cinquanta è un esempio affascinante di come un osservatore acuto possa estrarre ipotesi valide da un apparente caos.

 

Rosalyn Sussman Yalow (1921-)

  Medico statunitense, inventò una tecnica per misurare accuratamente la concentrazione nel corpo umano di ormoni come l'insulina e l'ormone della crescita [Development of the radioimmunoassay (RIA) technique]. Ciò le valse il premio Nobel per la medicina nel 1977. Decise di utilizzare le sue conoscenze scientifiche in campo sanitario dopo aver ascoltato una conferenza di Enrico Fermi sulla fissione nucleare.

 

Christiane Nüsslein Volhard (1942-)

    Biologa tedesca, vincitrice nel 1991 del Premio Lasker per la ricerca medica di base e, nel 1995, del Premio Nobel per la medicina e la fisiologia assieme a Eric Wieschaus e Edward B. Lewis, assegnato per le loro ricerche sul controllo genetico dello sviluppo embrionale. La sua fama internazionale risale però al 1980 quando pubblicò su "Nature" gli esiti della sua ricerca. Le motivazioni del Nobel parlano di uno studio di geni essenziali nello sviluppo dell'embrione umano; loro mutazioni sono responsabili di una percentuale non trascurabili delle malformazioni congenite senza cause note.

 

Linda Buck (1947-)

   Neurobiologa statunitense. Insieme a Richard Axel, ha vinto il premio Nobel per la Medicina nel 2004, per le sue ricerche sui recettori olfattivi e sul funzionamento del sistema olfattivo.
 

 

E Ada E. Yonath (1939-)

Nata in una famiglia israeliana povera, insignita del Premio Nobel per la chimica nel 2009 assieme a Thomas Arthur Steitz e a Venkatraman Ramakrishnan per i suoi studi sulla struttura e sulla funzione dei ribosomi. Laureata in chimica, specializzata in biochimica e conseguì presso il Weizmann Institute of Science di Rehovot un'ulteriore specializzazione in cristallografia.

 

 

Elizabeth H. Blackburn (1948-)

Biologa australiana naturalizzata statunitense, insignita del Nobel per la medicina nel 2009 assieme a Jack W. Szostak ed a Carol Greider per gli studi svolti sui cromosomi e come questi sono protetti dai telomeri e dall'enzima telomerasi. Elizabeth Blackburn ha pubblicato più di 253 ricerche nel corso della sua carriera scientifica. Ha ottenuto decine di premi ed onorificenze.

 

Carol W. Greider (1961-)

 Biologa statunitense dell’Università Johns Hopkins, specializzata in biologia molecolare, insignita nel 2009 del Nobel per la medicina assieme ad Elizabeth H. Blackburn e Jack W. Szostak. Ha avviato la ricerca sul modo attraverso il quale i cromosomi sono protetti dai telomeri e dall'enzima telomerasi.

 

Françoise Barré-Sinoussi (1947-)

Medico e immunologo francese. Fece parte del team guidato da Luc Montagnier all'Institut Pasteur quando fu scoperto il virus dell'immunodeficienza umana (VIH) che è la causa dell'AIDS scoperta nel 1983. Nel 2008 vinse il Nobel per la medicina con Luc Montagnier per aver scoperto l'HIV. Hanno partecipato alla scoperta del virus HIV anche: Willy Rozenbaum, Françoise Brun-Vezinet e Jean-Claude Chermann. Ha ottenuto anche l’onorificenza francese della Legion d'Onore.

 

Elinor Ostrom (1953-)

Economista statunitense, insignita del Premio Nobel per l'economia nel 2009 insieme a Oliver Williamson per l'analisi della governance e in particolare delle risorse comuni. È la prima donna a ricevere un Nobel in tale disciplina. Fondatrice del Center for the Study of Institutional Diversità (Arizona University).Esperta in cause collettive, trust e beni comuni con un approccio istituzionale alla politica pubblica. Ha scritto molti libri nel settore della teoria dell'organizzazione, della politica economica e della pubblica amministrazione.

 

 

Inoltre, sono probabilmente almeno cinque i premi Nobel negati alle donne di scienza.

"Nobel negati" a scienziate di rilievo, dove in alcuni casi vennero premiati per le stesse ricerche soltanto i loro colleghi maschi (al 2007):  By: www.futuroalfemminile.it/

Nettie Maria Stevens (1861-1912) (fisico)

   Fu una delle prime scienziate a farsi un nome nel campo della biologia. Nel 1905 ricevette il premio "Ellen Richards" e nello stesso anno pubblicò una ricerca che rivoluzionerà le conoscenze biologiche sulla determinazione ereditaria del sesso attraverso i cromosomi, ponendo le basi teoriche e metodologiche su cui si fonderà nel 1910 il famoso laboratorio delle mosche drosofile, diretto da T. H. Morgan (premio Nobel di genetica nel 1933).

 

Lise Meitner (1878 - 1968) (fisico)

    La prima donna ad ottenere la cattedra di fisica presso una università tedesca. Fornì la prima interpretazione esatta della fissione nucleare, ma il Nobel fu assegnato solo ad Otto Hahn con cui aveva lavorato in questo campo.

  

Rosalind Franklin (1920 – 1958) (biologa molecolare)

  Diede un contributo rilevante alla biologia molecolare, fornendo le prove sperimentali della struttura del DNA. Per questa scoperta ricevettero il Nobel i suoi colleghi Wilkins, Watson e Crick che realizzarono il modello a doppia elica grazie alle fotografie della diffrazione ai raggi X del DNA scattate dalla Franklin, che Wilkins aveva sottratto dal laboratorio della scienziata. La verità fu rivelata solo molti anni dopo, dallo stesso Watson, nel suo libro "La doppia elica", dove lo scienziato racconta l'episodio del furto in termini scherzosi.

 

Chien-Shiung Wu (1912 – 1997) (fisico)

   Professore di fisica alla Columbia University, scopritrice della non conservazione della parità nelle interazioni deboli. Partecipò al Progetto Manhattan. Il suo risultato scientifico più importante fu la dimostrazione, mediante un esperimento da lei sviluppato, che il "principio di parità" fino ad allora ritenuto intoccabile non è sempre valido in campo subatomico (nelle interazioni deboli). Per questa scoperta il Nobel andò ai suoi colleghi Tsung Dao Lee e Chen Ning Yang.j

  

Jocelyn Bell-Burnell (1943 - ) (astronoma)   [E’ presente in seguito una scheda più dettagliata]

  Scoprì, quando era ancora studente di Astronomia, i pulsar, corpi celesti la cui apparizione fu del tutto inaspettata, poiché non si inserivano nel contesto teorico dell'epoca. Il Nobel per la scoperta fu assegnato al relatore della sua tesi, il professor Antony Hewish.

 

 

Infine, possiamo aggiungere anche queste altre due scienziate:

 Annie Jump Cannon (1863 - 1941) (fisico)

  A lei si deve la classificazione degli spettri di più di 225.000 stelle; il risultato del suo lavoro è raccolto nel poderoso catalogo "Henry Draper" (dal nome dei finanziatone dell'opera), ancora oggi largamente consultato. Prima donna eletta Direttore della American Astronomical Society, all'osservatorio dell'Università Harvard di Cambridge, Massachusetts, scoprì 300 stelle variabili, cinque novae e una "nova nana" (SS Cygni). E' ricordata soprattutto per la lunga ricerca durante la quale analizzò e catalogò circa 500 mila spettri stellari. Ne teorizzò le differenze, gettando cosi le basi dello studio dell'evoluzione delle stelle. Il suo metodo per classificarle é tuttora in uso.

 

Mileva Marič (1875-1948)

  Nacque a Zagabria con un difetto congenito all'anca sinistra che la fece zoppicare tutta la vita. Nel 1896 frequentando l'Eidgenössische Technische Hochschule di Zurigo (ETHZ) conosce Albert Eistein e ne diviene la compagna. Rimane incinta, ma, a causa del rifiuto dei genitori di Einstein nei riguardi di una donna non ebrea, Mileva é costretta a partorire di nascosto e ad affidare la figlia Lieserl a una nutrice. Non si sa se la bambina sia morta di scarlattina o venne affidata in adozione dalla nutrice che ne fece perdere le tracce ai genitori. In ogni caso, per il dispiacere Mileva non portò a termine i suoi studi. Si sposa con Albert Einstein nel 1903, dopo la morte del padre di Albert. Ebbero altri due figli: Hans Albert ed Eduard, che si ammalò di schizofrenia. Si separano nel 1914, lei resta a Zurigo con i figli, lui parte per Berlino e il 14 febbraio 1919 divorziano. Molto probabilmente il lavoro di Albert sulla relatività ristretta si avvale anche della collaborazione di Mileva che, però, non viene nominata né come coautrice né come collaboratrice. La scienziata rifiutò di citare il suo nome nelle pubblicazioni di Einstein ritenendosi un tutt’uno con il marito e affermando: “Siamo entrambi una sola pietra”.Einstein le donò, però, il ricavato del premio Nobel che Einstein vinse nel 1921. Da allora Albert si disinteressò dei figli.

 

 Henrietta Swan Leavitt (1868 – 1921)

   Studiò le stelle variabili presenti nelle Nubi di Magellano, scoprì la presenza di stelle cefeidi, un tipo particolare di stelle variabili, e nel 1912 scoprì l’importante relazione tra magnitudine apparente media osservata e periodo delle stelle cefeidi. Diversi scienziati proposero il suo nome per il premio Nobel del 1925, ma lei, già ammalata da tempo, morì nel 1921.    [Successivamente, nella presente pagina, è presente una scheda più dettagliata].

 

En Hedu'Anna (circa 2354 a.C.)

   Nella storia dell'umanità En Hedu'Anna è la prima donna che si sia occupata di scienza di cui vi sia una testimonianza. En Hedu'Anna era la figlia di Sargon I il Grande della città di Akkad (2335-2279 a.C.) in Mesopotamia settentrionale, capitale dell'impero accadico. Di En Hedu'Anna si sa, purtroppo, molto poco; alla corte del padre studiava i movimenti della Luna e delle stelle cercando di fissare, come tanti altri scienziati, quei parametri che in seguito permisero ai babilonesi di giungere a quelle conoscenze sofisticate che sono state l'impulso fondamentale per l'umanità.
I babilonesi diedero un'enorme importanza all'osservazione e allo studio dei corpi celesti ritenendo che nel movimento degli astri si esprimesse il volere degli dei e si potesse comprendere il destino dell'uomo. Questa ricerca che combinava religione e astronomia li portò alla massima conoscenza astrale di quei tempi; costruirono mappe astrali in cui si potevano riconoscere i segni dello zodiaco, calcolarono le fasi lunari, il mese lunare, la sua orbita e studiarono i motivi delle eclissi, misurarono il moto dei pianeti, i movimenti stellari, l'anno solare, il giorno di ventiquattro ore, l'ora di sessanta minuti e il minuto di sessanta secondi; fissarono le misure di lunghezza, peso e tempo che furono alla base della conoscenza degli altri popoli. Essi esaminarono le posizioni dei pianeti per secoli e notarono che ciclicamente ritornavano nello stesso luogo, chiamarono questi percorsi i "grandi cicli". Stabilirono i cicli di Marte, Mercurio, Giove, Saturno e Venere, annotando i passaggi in prossimità di stelle di riferimento e i segni zodiacali; di alcuni definirono le date di inizio e di fine dei moti retrogradi e le date delle opposizioni. 
By:  www.scienzaonline.com/

  

Aglaonike (Gr. γλαονίκη, tra il II e il IV secolo a.C.)

   Aglaonike o Aganice di Tessalia era figlia di Egetore o Egemone. Secondo talune fonti è considerata come la prima astronoma e divenne famosa per essere stata un’abile osservatrice, ma soprattutto celebre per la corretta previsione di eclissi di Sole e di Luna, essendo in grado di stabilire con esattezza i tempi e i luoghi delle eclissi lunari. Pare che fosse anche a conoscenza del ciclo lunare di circa 18 anni, denominato Saros, scoperto dagli antichi astronomi babilonesi. Le sue eccezionali capacità di predizione furono attribuite all’arte magica, piuttosto che a competenze scientifiche. Il fatto di essere donna, rendeva tutto ciò ancora più incredibile e straordinario, pertanto il popolo la considerava come una strega che potesse esercitare un potere sugli altri attraverso il timore suscitato dall’apparente controllo dei fenomeni naturali. E’ menzionata negli scritti di Plutarco e di Apollonio di Perga (o Apollonio di Perge). By: www.bellatrixobservatory.org

 

Ipazia (Hypatia) (Alessandria d'Egitto, 370 –ivi, 415)

    Hypatia od Ipazia di Alessandria. O, secondo una tradizione non fondata, sarebbe forse Francesco Maria Della Rovere , duca di Urbino (dalla: “La scuola di Atene” - Raffaello).

Matematica, astronoma, filosofa ellenistica, pagana. Poté studiare l'astronomia, la matematica, la filosofia e le scienze, sebbene donna insegnò pubblicamente filosofia ed appartenne alla corrente neoplatonica. Ottenne il rispetto di tutti per la sua sapienza ed ebbe una notevole influenza politica sulla città, e in particolare sul prefetto imperiale, Oreste. La sua fama deriva soprattutto dalla sua uccisione da parte di alcuni fanatici cristiani, che l'ha fatta considerare una martire del Paganesimo. Ipazia (Hypatia), che non era ostile al cristianesimo, fu una vittima del conflitto tra Fede e Ragione e ciò accadde nel marzo del 415, quando un assassinio impresse, come disse Gibbon nell’opera “Declino e caduta dell’impero romano”, una macchia indelebile" sul cristianesimo. La vittima fu una donna: Ipazia, detta "la musa" o "la filosofa" e il mandante un vescovo: Cirillo, patriarca di Alessandria d'Egitto. Il contesto storico in cui l'avvenimento ebbe luogo è il periodo in cui il cristianesimo effettuò una mutazione genetica, cessando di essere perseguitato con l'editto di Costantino nel 313, diventando religione di Stato con l'editto di Teodosio nel 380, e iniziando a sua volta a perseguitare nel 392, quando furono distrutti i templi greci e bruciati i libri "pagani.
Figlia di Teone, rettore dell'università di Alessandria e famoso matematico egli stesso, Ipazia e suo padre sono passati alla storia scientifica per i loro commenti ai classici greci: si devono a loro le edizioni delle opere di Euclide, Archimede e Diofanto che presero la via dell'Oriente durante i secoli, e tornarono in Occidente in traduzione araba, dopo un millennio di rimozione.
Fu la sola matematica per più di un millennio: per trovarne altre, da Maria Gaetana Agnesi a Sophie Germain, bisognerà attendere il Settecento.
Ma Ipazia fu anche l'inventrice di un modello di astrolabio, del planisfero e dell'idroscopio, oltre che la principale esponente alessandrina della scuola neoplatonica. L’astrolabio perfezionato e progettato da Ipazia era formato da due dischi metallici forati, ruotanti uno sopra l’altro mediante un perno rimuovibile. Tale strumento era utilizzato per calcolare il tempo, per definire la posizione del Sole, delle stelle e dei pianeti; inoltre, pare che mediante questo strumento essa risolse alcuni problemi di astronomia sferica.
Le fonti le attribuiscono tre opere, oggi perdute:
- Commentario sull'
Almagesto di Tolomeo, completamento o redazione editoriale di un'opera del padre (astronomia).
- Commentario sull'
Arithmetica di Diofanto di Alessandria (matematica)
- Commentario sulle Coniche di
Apollonio di Perga (geometria).
È possibile che abbia scritto anche altre opere di cui non ci è pervenuta notizia.
Le sue opere sono andate perdute, ma alcune copie sono state ritrovate nel Quattrocento; per ironia della sorte, nella Biblioteca Vaticana. Le uniche notizie di prima mano su di lei ci vengono dalle lettere di Sirenio di Cirene: l'allievo prediletto che, dopo averla chiamata "madre, sorella, maestra e benefattrice", tradì il suo insegnamento e passò al nemico, diventando vescovo di Tolemaide.
Il razionalismo di Ipazia, che non si sposò mai ad un uomo perché diceva di essere già "sposata alla verità" costituiva un contro altare troppo evidente al fanatismo di Cirillo. Uno dei due doveva soccombere e non poteva che essere Ipazia, il vaso di coccio contro quello di ferro.
Nel marzo del
415, secondo talune fonti, su ordine di San Cirillo di Alessandria, un gruppo di cristiani fanatici aggredì la filosofa mentre ritornava a casa e poi fu scarnificata con conchiglie affilate, smembrata e bruciata. . L'avvenimento è raccontato in fonti sia di parte pagana che cristiana.
Oreste denunciò il fatto a Roma, ma Cirillo dichiarò che Ipazia era sana e salva ad Atene. Dopo un'inchiesta, il caso venne archiviato "per mancanza di testimoni". La battaglia fra fede e ragione si concluse con vincitori e vinti, e il mondo ebbe ciò che seppe meritarsi. Come si vede, già i puri fatti sono sufficienti ad imbastire un discreto romanzo, come ha fatto Caterina Contini nel suo libro “Ipazia e la notte”. Se poi questi fatti sono riconosciuti con attenzione psicologica e filosofica, e narrati con scrittura dolce e ispirata, allora diventa ottimo, e permette alla figura di Ipazia di stagliarsi luminosa nel buio della notte che la inghiottì insieme alla verità, sua sposa.
A lei è stato anche dedicato “238 Hypatia”, il quale è un asteroide della fascia principale, scoperto nel 1884, del diametro medio di circa 148,49 km.
Tratto da: La Stampa, 21-8- 1999, supplemento Tutto Libri tempo Libero",  a cura di P.Odifreddi e tratto da Wikipedia.

 

Hildegard von Bingen (1098-1179)

     E’ stata una religiosa benedettina e mistica tedesca (controcorrente e anticonformista). È venerata come Santa dalla Chiesa cattolica. Fu anche scrittrice, musicista, cosmologa, artista, drammaturga, guaritrice, linguista, naturalista, filosofa, poetessa, consigliera politica, profetessa e compositrice di musica. Nel corso della sua vita ebbe visioni mistiche e profetiche di grande intensità che raccontò in alcuni suoi libri: il “Liber Scivias”, scritto nell’arco di dieci anni; il “Liber Vitae Heritorum” e il “Liber Divonorum Operum”. Lei infatti, fin da piccola, provò esperienze involontarie di visioni mistiche, seguite da dolorose infermità fisiche e riuscì poi a riconoscere queste esperienze come una sorgente trans–personale di rivelazioni profetiche, delle quali si faceva portatrice verso l’umanità. Tra queste, forse la rivelazione più importante fu quella della teoria dell’Universo eliocentrico, che veniva avanzata circa 300 anni prima di Copernico, peraltro questa tesi era già stata proposta da Aristarco di Samo. Le sue composizioni liriche e musicali, per lo più inni, antifone e salmodie, vennero raccolte in Symphonia armoniae celestium revelationum. Tali composizioni sono oggi ascoltabili in compact disk.

  

Sophie Brahe  (1559-1643)

 Fu considerata una delle donne più erudite della sua epoca. Autodidatta e sorella del celebre astronomo Tycho, gli fece da assistente nell’isola di Hven presso il suo personale Osservatorio Astronomico. Forse fu molto più di  una semplice collaboratrice, infatti, elaborarono assieme il modello che prese il nome di Ticonico. I suoi svariati interessi spaziarono dall’orticultura alla medicina, dall’alchimia alla storia. Provenendo da famiglia benestante ricevette un’educazione privata, com’era d’uso all’epoca, ed adeguata al suo rango. Studiò il tedesco ed il latino, ma gran parte degli interessi intellettuali che sviluppò furono legati a quelli del fratello maggiore Tycho, il quale, dopo gli studi di diritto e filosofia presso le Università di Copenaghen e di Lipsia, avrebbe dovuto seguire la carriera diplomatica, ma invece si dedicò completamente allo studio degli astri, una delle discipline che li accomunerà. All’età di quattordici anni Sophie è già assistente di Tycho a Kunstorp durante l’osservazione dell’eclisse lunare avvenuta l’8 dicembre del 1573, che avevano calcolato assieme in precedenza; ma cruciale fu l’anno precedente e precisamente la sera dell’11 novembre del 1572, quando comparve in cielo, nella costellazione di Cassiopea, una nuova stella. La studiarono tramite un sestante, con bracci molto lunghi, utilizzato per effettuare misure di posizione dello strano fenomeno celeste che rimase visibile per 18 mesi, in seguito venne descritto nella prima opera con il solo nome di Tycho De nova stella (La stella nuova). L’evento astronomico che aveva attratto l’attenzione dei Brahe, non era altro che una “nova” ovvero una stella che aumenta la propria luminosità in modo violento. Questo avvenimento spettacolare e misterioso non s’inseriva nel modello planetario tolemaico, fatto di stelle fisse ed immutabili. I fratelli astronomi non furono seguaci del modello copernicano, ma per giustificare un così strano fenomeno che non s’inseriva più nei cieli immutabili degli antichi, ipotizzarono un modello di universo in parte geocentrico ed in parte eliocentrico, in cui sostanzialmente il Sole e la Luna ruotavano attorno alla Terra e gli altri cinque pianeti: Mercurio, Venere, Marte, Giove, Saturno ruotavano attorno al Sole. Questo sistema prese il nome di Ticonico, ed è triste constatare che non ci sia dato sapere quanto il contributo di Sophie, che Tycho era solito definire Urania, sua musa ispiratrice, influenzò questo nuovo modello. Il contributo da lei apportato all’astronomia non venne mai riconosciuto autonomamente ed oggi non è più possibile ricostruire la sua partecipazione al lavoro del fratello poiché non esistono documenti specifici sulla sua vita e sulla sua opera. Il filosofo e fisico Pierre Gassendi scrive nella biografia di Tycho Brahe che la sorella era dotata di eccezionali conoscenze in matematica ed astronomia. By: www.arabafelice.it   -   www.bellatrixobservatory.org  -  Gabriella Bernardi

  

Maria Cunitz (1610-1664)

  Astronoma polacca che molte volte fu considerata la seconda Ipazia, in quanto donna molto erudita (parlava sei lingue, poetessa, pittrice, musicista con conoscenze matematiche, mediche, storiche e soprattutto astronomiche). Si sposò a venti anni con un medico ed astronomo dilettante molto più vecchio di lei che la incoraggiò nei suoi studi astronomici. Nonostante gli scarsi mezzi finanziari che non le permettevano di utilizzare strumenti di osservazione adeguati, elaborò le posizioni dei pianeti soltanto attraverso calcoli manuali e corresse diversi errori di Keplero trovati nelle tabelle delle sue tavole (le Tabulae Rudolphinae) e semplificò la sua opera. Nonostante la guerra dei Trentanni riuscì a proseguire nei suoi studi ed a pubblicare i suoi risultati nel 1650 nell’opera “Urania Propizia” stampato in latino e in tedesco, tale opera contiene oltre alle tabelle semplificate di Keplero, considerazioni generali sull’astronomia e sulle sue basi teoriche. By: www.bellatrixobservatory.org  -  Gabriella Bernardi

 

Margaret Cavendish (1623-1673)

   La duchessa Margaret Cavendish scrisse quindici opere scientifiche e nel suo salotto fondò il “Circolo Newcastle” ovvero una società di discussione scientifica della quale fece parte tra i filosofi di fama anche Renè Descartes conosciuto come Cartesio, ma a quei tempi le fu impedito di assistere alle sessioni dei lavori della Royal Society. Fu questo un esempio di un fenomeno abbastanza diffuso all’epoca, in cui circoli aristocratici gestiti da nobili donne furono importanti centri di sviluppo e diffusione delle nuove teorie scientifiche. Inoltre in essi si sviluppò l’idea delle Società scientifiche e delle Accademie, che tuttavia rimasero a frequentazione esclusivamente maschile.  By: www.bellatrixobservatory.org  -  Gabriella Bernardi

 

Elisabetha Koopman-Hevelius (1647-1693) 

   Astronoma polacca che fin da piccola si dilettava di astronomia e a soli sedici anni divenne la seconda moglie di un ricco commerciante di Danzica di 36 anni più vecchio che fortunatamente condivideva la sua stessa passione, ovvero il famoso Johannes Hevelius (1611–1687). Il loro osservatorio privato venne fatto costruire sui tre tetti di case confinanti ed essa ne divenne responsabile facendo anche da assistente ai numerosi astronomi che lo visitavano. Anche loro cercarono di migliorare le tabelle delle orbite planetarie di Keplero e di compilare un catalogo stellare, ma un incendio distrusse l’osservatorio e i loro dati astronomici. Elisabetha dopo la morte del marito proseguì da sola l’avventura pubblicando i risultati delle sue osservazioni. Solo due opere ci sono giunte con la sua firma: il Firmamentum sobieskanum e Prodromus astronomiae il più vasto catalogo astrale a tutt'oggi esistente ottenuto senza l’ausilio del telescopio, che conteneva la posizione esatta di quasi 2000 stelle. By: www.bellatrixobservatory.org

  

Maria Winkelmann (1670-1720)

 Nacque a Panitsch, vicino Lipsia; da giovane si interessò di astronomia e continuò anche quando si sposò con l'astronomo Gottfried Kirch. Assieme fondarono l’osservatorio di Berlino e per anni fece il turno con suo marito scrutando il cielo con il telescopio e dedicandosi all’elaborazione dei calcoli per le effemeridi.  Come spesso accadeva, tutte le cose che scoprì furono incluse nei lavori del marito, per esempio, nel 1702 scoprì una cometa che venne pubblicata sotto il nome del consorte e solo dopo alcuni anni le venne ufficialmente attribuita. Pubblicò vari trattati che riguardavano la congiunzione Venere-Saturno del 1712, uno studio sulla congiunzione Sole-Venere-Saturno del 1714 e sull’osservazione dell’aurora boreale. Alla morte del marito continuò le sue osservazioni, ma inizialmente le venne negato il compito della compilazione del calendario perché, anche se il lavoro era sempre stato effettivamente svolto da lei, l’Accademia delle Scienze aveva ufficialmente conferito l’incarico al marito. Per non creare un precedente riguardo la presenza di donne presso un istituto pubblico, l’Accademia respinse la sua richiesta di ammissione nonostante fosse appoggiata dal fisico-filosofo Gottfried Leibniz. In seguito fu ammessa come astronoma  all’osservatorio del barone Krosigk dove lavorò in qualità di maestro dei figli del barone. Qui pubblicò effemeridi e continuò la sua opera di calcolo dei calendari per conto della città di Breslavia, Norimberga, Dresda oltre che dell’Ungheria, fino alla sua morte. Anche sua figlia Christine Kirch assistette a lungo il fratello nelle osservazioni e nei calcoli astronomici e per molti anni le venne affidato il calcolo dei calendario per conto della Slesia.   By: www.bellatrixobservatory.org  -  Gabriella Bernardi

 

 Maria Clara Eimmart (1676-1707)

   Con la diffusione del telescopio, i trattati di astronomia erano affiancati da appendici con delle illustrazioni, una delle prime donne a cimentarsi nel mestiere di disegnatrice fu Maria Clara Eimmart di Norimberga che imparò il mestiere dal padre, pittore di successo, incisore ed astronomo dilettante. Divenne disegnatrice minuziosa di tavole astronomiche, in particolare di comete, macchie solari, eclissi e montagne lunari che furono frutto di accurate osservazioni e che divennero ben presto strumenti di vitale importanza per la comunità scientifica che non aveva ancora a disposizione la fotografia.  By: www.bellatrixobservatory.org  -  Gabriella Bernardi

  

Gabrielle-Emilie du Châtelet (1706-1749)

   Marchesa francese a cui va il merito di aver determinato in Francia  il passaggio dalla scienza cartesiana alla fisica di Newton tramite la sua attività divulgativa. Nel 1745 iniziò la traduzione ed il commento, con la consulenza scientifica del matematico Clairaut alla “Philosophiae naturalis principia matematica” di Newton pubblicato nel 1687, libro dove vengono esposte le leggi del moto e della gravità, lavorandoci senza risparmio di energie proprio quando all’età di 42 anni rimase incinta del suo ultimo amante. Il suo presentimento era quello di non poter portare a termine il lavoro, e per questo vi si dedicò giorno e notte per poterci riuscire prima del parto; morì pochi giorni dopo per febbre puerperale. Clairaut pubblicò il libro dieci anni dopo la sua morte e questa traduzione fu l’unica realizza in lingua francese e contribuì in modo decisivo alla diffusione della By: www.bellatrixobservatory.org  -  Gabriella Bernardi

 

Nicole-Reine Étable de la Brière (1723-1788)

 Divenne moglie dell’orologiaio reale J.A. Lepaute e collaborò con lui e successivamente con Clairaut  e Lalande per la corretta predizione, basata su lunghi e difficili calcoli astronomici, della riapparizione della cometa di Halley del 1758, ovvero un’accurata riconferma di quanto aveva previsto E. Halley all’inizio del secolo. Utilizzando le leggi di Newton divenne una delle migliori calcolatrici astronomiche, ma Clairaut prima le attribuì i meriti dell’impresa ed in un secondo tempo negò il contributo della scienziata attribuendosi in esclusiva i calcoli. In seguito Nicole calcolò la durata e le dimensioni di un eclisse solare anulare che si sarebbe verificata nel 1764 in Europa, pubblicandone una mappa dello svolgimento ad intervalli di un quarto d’ora, l’unica pubblicazione che apparve con il suo nome dal lungo titolo: Explication de la carte qui représente le passage de l’ombre de la lune au travers de l’Europe dans l’eclipse du soleil centrale et annulaire di 1 Avril 1764 prensenté au Roi, le 12 août 1762, par M.me Lepaute. L’Accademia delle Scienze di Parigi le affidò in collaborazione con J.J.Lalande il compito di redigere l’annuale pubblicazione Connaissance des Temps il calendario annuale per gli astronomi e navigatori. Nel 1774 si occupò di effemeridi calcolando la posizione dei pianeti, del Sole e della Luna in ogni giorno dell’anno fino al 1792; queste vennero raccolte nel VII ed VIII volume di Effemeridi dell’Accademia. By: www.bellatrixobservatory.org  -  Gabriella Bernardi

 

Maria Gaetana Agnesi (1718-1799)

   Matematica, teologa e benefattrice. Nel 1700, su indicazione di Papa Benedetto XIV, fu la prima donna ad essere chiamata a ricoprire una cattedra universitaria, all'Università di Bologna, anche se la rifiuta per dedicarsi agli studi privati e all'istruzione dei suoi fratelli e sorelle.

  

Caroline Herschel (1750-1848).

   Caroline Lucretia Herschel, sorella del grande William Herschel (1738-1822), il quale è stato tra i più grandi astronomi di tutti i tempi e scoprì, tra l'altro, il pianeta Urano nel 1781. A Caroline e a William si deve lo studio delle nubi interstellari, la scoperta di regioni apparentemente prive di stelle, che oggi sappiamo essere regioni ricche di polveri che ci nascondono le stelle retrostanti, e lo studio della distribuzione delle stelle sulla volta celeste. Anche il figlio di William, John (1792-1871), è stato un grande astronomo.  By: Wikipedia

 

Marie-Jeanne Amélie Harlay (1768-1832)

 Fu una nipote acquisita dell’astronomo J.J.Lalande, che fu direttore dell’Osservatorio Astronomico di Parigi fino al 1768. Anche lei si dedicò all’astronomia, insegnandola a Parigi; alcuni suoi lavori apparvero nell’Abrégé de Navigation di Lalande. Le sue tavole per determinare l’ora in mare sulla base della posizione del Sole e delle stelle vennero pubblicate nel 1791, mentre nel 1799 pubblicò un catalogo di ben 10.000 stelle. By: www.bellatrixobservatory.org  -  Gabriella Bernardi

  

Sophie Germain (1776-1831)

   Matematica, fu una riconosciuta esperta di teoria dei numeri e di fisica.

 

Mary Fairfax Somerville (1780 - 1872)

   Matematica scozzese. Il precettore dei suoi fratelli aveva procurato loro gli Elementi di Euclide e un libro di algebra; Mary li leggeva di nascosto, soprattutto la notte, contro la volontà del padre. Anche una volta sposata continuò a studiare intensamente lottando con i suoi impegni familiari e le ristrettezze economiche. Rimasta vedova, sposò Somerville, un uomo colto che la incoraggiò nei suoi studi. Nel 1838 Mary Fairfax Somerville divenne, insieme a Caroline Lucretia Herschel, membro onorario della Royal Astronomical Society, onore mai concesso prima ad una donna. Tra le sue opere: “The mechanism of Heavens” pubblicato nel 1831, che riassume il lavoro del grande matematico Laplace e “Sulla scienza molecolare e microscopica”, il suo ultimo lavoro scientifico pubblicato nel 1869. Scrisse anche le sue memorie in “Personal Recollection”.  By: Wikipedia.

  

Caterina Scalpellini (1808- 1873)

 Nata a Foligno, studiò sotto la guida dello zio Feliciano Scalpellini, direttore della Specola del Campidoglio, dove rimase per tutta la vita. Si dedicò a numerose osservazioni di eclissi di Sole e di Luna, di Comete, di stelle cadenti, di maree, di terremoti, di meteorologia e di ozonometria. Istituì presso l’osservatorio del Campidoglio una stazione meteorologica ed ozonometria, e fondò a Roma una rivista dal titolo: “Corrispondenza Scientifica in Roma per l’avanzamento delle Scienze”. Tale bollettino universale aveva come appendice il “Bollettino Nautico e Geografico di Roma” di cui furono pubblicati solo due volumi, quelli del 1861 e del 1863. Nel 1854 scoprì una cometa e nel 1872 venne coniata una medaglia d’oro per onorare i suoi contributi nel campo statistico. By: www.bellatrixobservatory.org  - Gabriella Bernardi

 

Ada Lovelace o Augusta Ada Byron (1815 -1852)

Matematica inglese nota come Ada Lovelace, nome che assunse dopo il matrimonio con William King, Conte di Lovelace.
E’ stata tra le principali protagoniste della storia dell'informatica.
Ada era figlia del poeta Lord Byron e della matematica Annabella Milbanke. Il padre abbandonò moglie e figlia dopo la sua nascita e non le rivide mai più. La madre di Ada, timorosa dall'idea che sua figlia potesse dedicarsi alla poesia come suo padre, venne educata all'età di 17 anni in matematica da Mary Somerville, la quale tentò di farle apprendere i principi fondamentali della matematica e della tecnologia ponendoli in una dimensione più vicina alla sfera filosofica e poetica. In seguito Augustus De Morgan, professore alla University of London, si occupò successivamente di introdurre Ada a studi di livello più avanzato, inconsueto per una donna del suo tempo, di algebra, di logica, di calcolo. Ada era anche dedita alla musica, in particolare l'arpa. Nel 1833, ad un ricevimento tenuto dalla Somerville, Ada incontrò Charles Babbage e restò affascinata dall'universalità delle idee di Babbage (che contribuì in un certo senso anche allo sviluppo futuro dei moderni computer) e, interessatasi al suo lavoro, iniziò a studiare i metodi di calcolo realizzabili con la macchina differenziale e la macchina analitica. Ada tradusse e commentò (in inglese) alcuni interessanti articoli dell'italiano Luigi Federico Menabrea sugli sviluppi della macchina proposta da Babbage, con una struttura simile a quella della macchina di Turing, alla base dei moderni calcolatori, formata da un "magazzino" (memoria), da un "mulino" (CPU) e da un lettore di schede perforate (input). Nel suo articolo, pubblicato nel 1843, la Byron descriveva addirittura tale macchina come uno strumento programmabile, spingendosi ad affermare che la macchina analitica sarebbe stata cruciale per il futuro della scienza, anche se non riteneva che la macchina potesse divenire pensante similmente agli esseri umani.
Corredò inoltre il proprio articolo con un algoritmo per il calcolo dei numeri di Bernoulli, che oggi viene riconosciuto come il primo programma informatico della storia.  (By Wikipediae e P.M.)

 

Maria Mitchell (1818-1889)

  E’ stata la prima astronoma americana che divenne famosa, docente di astronomia al Vassar College e direttrice di quell'osservatorio, che poi ha preso il suo nome.

  

Sofya Kovalevskaya (1850-1891)

   Matematica russa geniale dalla vita romanzesca, fu una delle prime donne ad ottenere una cattedra universitaria e divenne professore all'Università di Stoccolma.

 

Williamina Paton Fleming (1857 – 1911)

   Emigrò in America e lavorò all'Osservatorio dell'Harvard College, dove diresse la compilazione del famoso catalogo stellare Draper. Scoprì 10 Novae e 222 Stelle Variabili.

 

Pia Nalli (1866-1964)

 Professore ordinario di analisi matematica all'università di Cagliari e poi di Catania.

 

Antonia Maury (1866-1952)

  Scoprì alcune caratteristiche degli spettri stellari, che permettevano di stabilire lo splendore assoluto di una stella, e quindi - misurato lo splendore apparente - risalire alla distanza. Ha anticipato di molti anni il metodo di determinazione delle distanze dal semplice studio dello spettro.

  

Henrietta Swan Leavitt (1868 – 1921)

  Astronoma statunitense. Scoprì la relazione che lega il periodo di variazione di luce di una classe di stelle variabili dette "Cefeidi" al loro splendore assoluto, facendo di questa classe di stelle uno dei migliori mezzi per la determinazione delle distanze delle galassie. Leavitt iniziò a lavorare nel 1893 presso l'Osservatorio di Harvard come una delle "donne computer" assunte da Edward Charles Pickering per misurare e catalogare la luminosità delle stelle nelle fotografie dell'osservatorio. Notò centinaia di stelle variabili nelle immagini delle Nubi di Magellano. Nel 1908 pubblicò i suoi risultati negli "Annali dell'Osservatorio Astronomico del Collegio di Harvard", notando che alcune tra quelle stelle mostravano una regolarità: le più luminose avevano anche un periodo più lungo. Dopo alcuni studi, confermò nel 1912 che le stelle variabili oggi chiamate Cefeidi, presentano una relazione periodo-luminosità, secondo l'equazione:

MV = − 2.87logP − 1.40    Dove MV è la magnitudine assoluta, e P il periodo della variazione.

Questa relazione rese le Cefeidi degli importantissimi indicatori di distanza nell'Universo, perché noto il periodo, si può ricavare facilmente la distanza, avendo la magnitudine apparente, dalla relazione:

MV = m − 5logd + 5         Dove d rappresenta la distanza in Parsec.

Un anno dopo la pubblicazione dei risultati, Ejnar Hertzsprung determinò la distanza di parecchie Cefeidi all'interno della Via Lattea. Quando inoltre si scoprirono numerose Cefeidi anche in altre galassie, come in quella di Andromeda, fu semplice calcolarne la distanza. In questo modo si pose fine al "Grande Dibattito" riguardante l'appartenenza o meno delle galassie alla Via Lattea. Leavitt lavorò sporadicamente durante gli anni ad Harvard, spesso ostacolata da problemi di salute – tra l’altro era sorda - e doveri familiari. Ma dal 1921, quando Harlow Shapley prese il posto di direttore dell'Osservatorio, lei fu messa a capo della sezione che si occupava di fotometria astronomica. Morì di cancro alla fine di quell'anno. Le sono stati dedicati un asteroide, 5383 Leavitt e il cratere Leavitt sulla Luna. Quattro anni dopo la sua morte, il matematico svedese Gösta Mittag-Leffler la propose per il Premio Nobel. La nomination era dovuta proprio alla sua formulazione della relazione periodo-magnitudine delle Cefeidi. Tuttavia, poiché era già morta, non poté mai essere nominata.  By: Wikipedia

  

Maria Montessori (1870-1952)

  Pedagogista, filosofa, medico, scienziata, femminista e volontaria italiana. Nipote dell'abate Antonio Stoppani, geologo, paleontologo, scrittore e patriota, autore del famoso libro il “Il Bel Paese. Conversazioni sulle bellezze naturali la geologia e la geografia fisica d'Italia”, I ediz.1876.
Maria Montessori, fin dai primi anni di studio manifesta interesse per le materie scientifiche, soprattutto matematica e biologia, una circostanza che le causerà contrasti con i genitori, i quali avrebbero voluto avviarla alla carriera di insegnante. Andando contro le aspettative familiari, si iscrive alla Facoltà di Medicina dell'Università "La Sapienza" scelta che la porterà a diventare, nel 1896, la prima donna medico dopo l'unità d'Italia. Contribuisce con il suo impegno all'emancipazione femminile ed è rimasto famoso un suo intervento al Congresso femminile di Berlino nel 1896.
Nel 1907 fonda a Roma la prima casa dei bambini, destinata non più ai bambini ritardati ma ai figli degli abitanti del quartiere San Lorenzo. Si tratta di una casa speciale, non costruita per i bambini ma è una casa dei bambini. È ordinata in maniera tale che i bambini la sentano veramente come loro. In tale casa applica una nuova concezione della scuola d'infanzia: Il metodo della pedagogia scientifica, volume scritto e pubblicato a Città di Castello (Perugia) durante il primo Corso di specializzazione (1909), viene tradotto e accolto in tutto il mondo con grande entusiasmo. Nel 1913, ad esempio, il suo metodo riscosse un discreto interesse nel Nord America, col tempo poi affievolitosi, fino a quando non fu riportato in auge da Nancy McCormick Rambusch, fondatrice, nel 1960, della Società Montessori Americana.
Dal successo del suo esperimento nasce il movimento montessoriano, dal quale nel 1924 avrà origine la scuola magistrale Montessori e l'"opera Nazionale Montessori", eretta, quest'ultima, in Ente Morale e volta alla conoscenza, alla diffusione, all'attuazione e alla tutela del suo Metodo.
A causa degli ormai insanabili contrasti con il regime fascista si trova costretta ad abbandonare l'Italia, nel 1934. Muore nel 1952 a Noordwijk in Olanda.   By: Wikipedia.

  

Emmy Noether (1882-1935)

  Matematica, fondatrice dell'Algebra moderna.

  

Cecilia Payne Gaposchkin (1900-1979)

   Grande astrofisica, iniziatrice dei metodi di studio delle atmosfere stellari e della determinazione della loro composizione chimica.

 

Giuseppina Biggiogero Masotti (1894-1977)

Professore ordinario di geometria presso il Politecnico di Milano.

  

Maria Pastori (1895-1975)

Professore ordinario di Meccanica Razionale all'università di Messina.

 

Maria Cibrario Cinquini (1905-1992)

   Professore ordinario di Analisi matematica a Cagliari e professore emerito all'Università di Pavia.

 

Ellen Dorrit Hoffleit (1907 – 2007)

 She was the author of the Bright Star Catalogue, a compendium of information on the 9,110 brightest stars in the sky; she also co-authored The General Catalogue of Trigonometric Stellar Parallaxes, containing precise distance measurements to 8,112 stars, information critical to understanding the kinematics of the Milky Way galaxy and the evolution of the solar neighborhood. In 1988, Hoffleit was awarded the George Van Biesbroeck Prize by the American Astronomical Society for a lifetime of service to astronomy. With Harlan J. Smith, Hoffleit discovered the optical variability of the first-discovered quasar 3C 273.  By: Wikipedia

 

Margaret Burbidge (1919-) 

  I meccanismi dietro la produzione degli elementi più pesanti (il processo s e il processo r) furono messi in evidenza in un lungo articolo teorico, pubblicato nel 1957: “Sintesi degli elementi in una stella” (Burbidge et al., 1957). Questo articolo rivoluzionario e ancora attuale è firmato B2HF, che non è uno strano composto chimico ma le iniziali dei cognomi degli scienziati che lo scrissero: Margaret Burbidge, Geoffrey Burbidge, William Fowler e Fred Hoyle.
Margaret Burbidge è ancora attiva nella ricerca, come professore emerito di fisica all’Università di California, San Diego, USA. Quando era una ragazza, suo nonno le diede libri divulgativi sull’astronomia: “Vidi nascere la mia passione per le stelle all’età di 4 anni”, scrive nella sua autobiografia (Burbidge, 1994), “unita all’altro mio diletto, i grandi numeri”. La sua vita è stata piena di scoperte scientifiche e battaglie politiche, non è sempre stato facile essere una scienziata donna, ma lei non ha mai ceduto. “Se incontri un ostacolo, trova un modo per aggirarlo”, suggerisce Il resto del gruppo non è da meno: Fred Hoyle e il marito di Margaret, Geoffrey Burbidge, sono famosi per le loro teorie iconoclastiche che si oppongono alla teoria del Big Bang, mentre William Fowler condivise il Premio Nobel per la fisica nel 1983 per i suoi studi teorici e sperimentali sulla nucleosintesi. Libro:  Quasi-stellar Objects di: G. Burbidge - e M. Burbidge   By: Wikipedia

 

Margherita Hack (1922-)

  Ha effettuato ricerche nell'astrofisica e in particolare nello studio delle stelle con caratteristiche particolari, nonché del loro stadio evolutivo; si è occupata anche di stelle binarie interagenti. Ha diretto l'Osservatorio Astronomico di Trieste dal 1964 al 1987, portandolo a rinomanza internazionale. Membro delle più prestigiose Società fisiche e astronomiche, Margherita Hack è stata anche direttore del Dipartimento di Astronomia dell'Università di Trieste dal 1985 al 1991 e dal 1994 al 1997. Ha pubblicato oltre 250 lavori originali su riviste internazionali e molti libri sia divulgativi sia di livello universitario.

  

Vera Rubin (1928-)

 Ha effettuato importanti ricerche sul moto delle galassie a spirale e ha studiato più di 200 galassie al fine di ricercare la c.d. "materia oscura". Gran parte dell’Universo non è visibile: precisamente, il 95% dell’Universo è costituito da “energia oscura” (72%) e da "materia oscura“ (23%) [Dati dal Satellite WMap 2006].
Vera Rubin, assieme a Kent Ford, misurando il red-shift di galassie spirali, notò che c’era un’anomalia: spirali con la stessa luminosità apparente, e quindi presumibilmente alla stessa distanza dalla Terra, sembravano allontanarsi più velocemente in una direzione del cielo piuttosto che in altre (espansione asimmetrica dell’Universo) e che le stelle di ogni galassia non hanno un moto più lento ai bordi della galassia stessa. Se come accade nel sistema solare, tutta la massa fosse raccolta vicino al centro le velocità orbitali dovrebbero diminuire progressivamente man mano che ci si allontana dal centro secondo la diminuzione kepleriana delle velocità. La luminosità di una galassia presenta un suo massimo pronunciato al centro e diminuisce rapidamente con la distanza radiale; per molto tempo gli astronomi hanno supposto che anche la massa si comportasse allo stesso modo perciò si pensava che le stelle a distanze crescenti dal centro avessero velocità orbitali kepleriane. Dalle curve di rotazione però emerge che non esiste alcuna regione in cui la velocità di rotazione diminuiscano per un aumento della distanza dal centro, come sarebbe da prevedere se la massa fosse concentrata verso il centro; la distribuzione della luminosità non è indicativa della distribuzione della massa in una galassia: la massa non è raccolta verso il centro. Il rapporto massa/luminosità aumenta regolarmente con la distanza dal centro galattico nel nucleo, infatti, una massa relativamente ridotta fornisce una notevole luminosità mentre a distanze maggiori grandi masse producono scarsa luminosità. Allora sorse il problema: a che cosa è dovuta l’accelerazione delle stelle più esterne e poco luminose? Una spiegazione possibile era la presenza di una massa invisibile capace di produrre un’attrazione gravitazionale che impedisse una diminuzione kepleriana della velocità. I due astronomi stimarono che questa massa mancante fosse da due a dieci volte superiore quella visibile.  By: http://www.ica-net.it/pascal/astronomia/index.htm

Vera (Cooper) Rubin (born 23 July 1928) is an astronomer who has done pioneering work on galaxy rotation rates. Her discovery of what is known as "flat rotation curves" is the most direct and robust evidence of dark matter. After she earned an A.B. from Vassar College (1948) she tried to enroll at Princeton but never received their graduate catalog as women there were not allowed in the graduate astronomy program until 1975. She applied to Cornell University, where she studied physics under Philip Morrison, Richard Feynman, and Hans Bethe. There she earned a M.A. in 1951. Then in 1954 at Georgetown University she earned a Ph.D. under George Gamow. Vera Rubin also has honorary Doctors of Science degrees from numerous universities, including Harvard and Yale. Rubin is currently a research astronomer at the Carnegie Institution of Washington. She is a member of the US National Academy of Sciences and the Pontifical Academy of Sciences. So far she has co-authored 114 peer reviewed research papers. All four of her children have earned Ph.D.s in the natural sciences or mathematics: David (1950), Ph.D. geology, a geologist with the U.S. Geological Survey; Judith Young (1952), Ph.D. cosmic-ray physics, an astronomer at the University of Massachusetts; Karl (1956), Ph.D. mathematics, a mathematician at Stanford University; and Allan (1960), Ph.D. geology, a geologist at Princeton University. She is the author of Bright Galaxies Dark Matters (Masters of Modern Physics), AIP Press, 1996.   From Wikipedia

Awards:
- Dickson Prize for Science National Medal of Science (1993)
- Henry Norris Russell Lectureship in 1994
- Gold Medal of the Royal Astronomical Society in 1996
She was only the second female recipient of this medal, the first being Caroline Herschel in 1828.
- James Craig Watson Medal in 2004

 

Carolyn Shoemaker (1929)

   Astronoma statunitense. Coscopritrice della Cometa Shoemaker-Levy 9 e moglie di Eugene Shoemaker. Suo marito Shoemaker detiene il record del maggior numero di comete scoperte da una persona. Iniziò la sua carriera astronomica nel 1980, cercando asteroidi che intersecano l'orbita terrestre e comete al California Institute of Technology e all'Osservatorio Palomar. Negli anni '80 e '90, Shoemaker utilizzò fotografie prese dal telescopio a largo campo, combinate con uno stereoscopio, per trovare oggetti che si muovevano sullo sfondo delle stelle fisse. Al 2002, Shoemaker ha scoperto 32 comete e più di 800 asteroidi. Ha ricevuto un dottorato onorario dall'Università del Nord Arizona, e una medaglia per i risultati straordinari dalla Nasa nel 1996. Lei e suo marito sono stati insigniti della Medaglia James Craig Watson nel 1998.

  

Beatrice Tinsley (1941-1981)

  Giovane astrofisica e cosmologa neozelandese, iniziatrice dello studio dell'evoluzione chimica della Galassia, scomparsa prematuramente una ventina di anni fa.

 

Jocelyn Bell Burnell (1943-)

   Susan Jocelyn Bell Burnell, nata nel 1943 a Belfast nel Regno Unito, è un astrofisico e un quacchero, che scoprì la prima pulsar, assieme al suo professore di tesi Antony Hewish.
Jocelyn Bell frequentò l'Università di Glasgow, e quindi l'Università di Cambridge. Qui lavorò con Hewish e con altri per costruire un radiotelescopio, allo scopo di studiare i quasar, che erano stati recentemente scoperti. Ascoltando il rumore di fondo della registrazione compiuta sul cielo, Bell trovò un segnale che pulsava regolarmente, più o meno una volta al secondo. La sorgente fu chiamata all'inizio LGM1, dove LGM è l'acronimo di Little Green Men, "omini verdi"; infatti Bell e Hewish pensarono che si trattasse di un segnale proveniente da extraterrestri, in quanto appariva troppo regolare per essere naturale. In seguito la sorgente venne identificata come una stella di neutroni rotante ad altissima velocità. Dopo aver terminato il dottorato, Bell lavorò all'Università di Southampton, al College universitario di Londra e all'Osservatorio Reale di Edimburgo, prima di diventare professoressa di fisica alla Open University per dieci anni, ed in seguito professoressa "in visita" all'Università di Princeton. Prima di ritirarsi Bell era Decano di Scienze all'Università di Bath, tra il 2001 ed il 2004, ed è stata Presidente della Royal Astronomical Society tra il 2002 e il 2004. Attualmente è professore in visita alla Oxford University. Nonostante non abbia potuto condividere il Premio Nobel con Hewish per la sua scoperta, è stata premiata da molte altre organizzazioni. Ha vinto il Premio Oppenheimer, la Medaglia Michelson del Franklin Institute, il Premio Beatrice M. Tinsley della American Astronomical Society, il Premio Magellano della American Philosophical Society, il Jansky Lectureship della National Radio Astronomy Observatory, e la Medaglia Herschel della Royal Astronomical Society. Ha ricevuto inoltre parecchie lauree honoris causa. È Comandante dell'Ordine dell'Impero Britannico, oltre che membro della Royal Society.  By: Wikipedia.

 

Jill Tarter (1944-)

   Is an American astronomer and the current director of the Center for SETI Research, holding the Bernard M. Oliver Chair for SETI at the SETI Institute.
Tarter received her undergraduate education at Cornell University and her PhD from the University of California. Tarter has worked on a number of major scientific projects, most relating to the search for extraterrestrial life. As a graduate student, she worked on the radio-search project SERENDIP. She was project scientist for NASA's High Resolution Microwave Survey (HRMS) in 1992 and 1993 and subsequently director of Project Phoenix (HRMS reconfigured) under the auspices of the SETI Institute. She was co-creator of the HabCat in 2002, a principal component of Project Phoenix.
Tarter has published dozens of technical papers and lectures extensively both on the search for extraterrestrial intelligence and the need for proper science education. Her work in astrobiology and her success as a female scientist have garnered achievement awards from Women in Aerospace and NASA, amongst others. Tarter was elected a Fellow of the American Association for the Advancement of Science in 2002 and a Fellow of the California Academy of Sciences in 2003. She was awarded the Telluride Tech Festival Award of Technology in 2001. Tarter was one of the inspirations for Ellie Arroway, the protagonist of Carl Sagan's novel Contact. In the film version of Contact, Arroway is played by Jodie Foster. Tarter conversed with the actress for months before and during filming. The character of Samantha Crowe in Frank Schätzing's novel The Swarm is also strongly based on Tarter. 
By: Wikipedia.

In 1985, Carl Sagan's novel, "Contact," was released.

  It tells the story of Ellie Arroway, a radio astronomer, and her search for extraterrestrial intelligence. In 1997, the movie by the same name was released with Jodie Foster playing Ellie. Meet a real-life Ellie Arroway...Dr. Jill Tarter. Though the character in Sagan's book was not based on Dr. Tarter, there are a lot of similarities. Dr. Tarter is the Director of the Center for Search for Extraterrestrial Intelligence (SETI)  Research and is a Principle Investigator on Voyages Through Time, a high school science curriculum based on evolution that the SETI Institute is developing. She also holds the Bernard M. Oliver Chair for SETI.
The SETI Institute is a private organization looking for life in the Universe. Radio astronomy is used in their search for "extraterrestrial technologies". Finding such signals may indicate intelligent life other than that found on Earth. 
By: www.womanastronomer.com

 

Margaret Geller (1947-)

   Margaret J. Geller è un’astrofisica statunitense, attualmente in attività presso l'Harvard Smithsonian Center. Ha realizzato negli anni '80 del XX secolo un'importante cartografia di una vasta parte dell'Universo osservabile, che comprendeva circa 15.000 galassie, sino alla distanza di 600 milioni di anni luce dal Sole. Tale lavoro permise di individuare per la prima volta (1989) la “Grande Parete”, un'immensa fascia di galassie che si estende per almeno 500 milioni di a.l. All’individuazione di tale “Parete” ha contribuito anche John Huchra.
Margaret J. Geller is a Senior Scientist at the Smithsonian Astrophysical Observatory. She was a pioneer in mapping the nearby universe. Her maps provided a new view of the enormous patterns in the distribution of galaxies like the Milky Way --- the largest patterns we know.
Dr. Geller's long-range scientific goals are to discover what the universe looks like and to understand how it came to have the rich patterns we observe today. To put the pieces of this grand puzzle together her research projects range from the structure of our own galaxy, the Milky Way, to mapping the distribution of the mysterious, ubiquitous dark matter in the universe.

Dr. Geller's current main research interests are:

Mapping the distribution of the mysterious, ubiquitous dark matter in the universe. She leads a project called SHELS.

Investigating the implications of the discovery of hypervelocity stars, stars ejected a high velocity from the Galactic center. These stars can travel across the Milky Way and may be an important tracer of the matter distribution in the Galaxy. Geller is a co-discoverer of this new class of objects. Mapping clusters of galaxies to understand how these systems develop over the history of the universe.

Measuring and interpreting the signatures of star formation in the spectra of galaxies to understand the links between the star formation in galaxies and their environment. In July 1990, Dr. Geller received a MacArthur Foundation Fellowship. She is a member of the National Academy of Sciences and of the American Academy of Arts and Sciences. She is the recipient of other prizes including the Newcomb-Cleveland Award of the American Association for the Advancement of Science (1991), the Klopsteg Award of the American Association of Physics Teachers (1996), a Library Lion from the New York Public Library (1997), and the ADION Medal (2002). She has given the Bethe Lectures at Cornell University and the Helen Sawyer Hogg Lecture of the Royal Astronomical Society of Canada. Margaret Geller has made films about science. Her 8-minute video Where the Galaxies Are , produced in 1989, the video was the first graphic voyage through the universe based on observations. The video was displayed at several major science museums and graphics from this were widely broadcast. A later 40-minute film, So Many Galaxies...So Little Time, contains fancier prize-winning graphics which are on display at the National Air and Space Museum among others. Dr. Geller is broadly committed to public education in science. Her many public lectures, radio interviews, and television appearances have introduced an international audience to the idea that today we can map the universe.   [by: http://cfa-www.harvard.edu/~mjg/ ]

 

 

Laura Mersini - Houghton

  Fisica e cosmologa di origine albanese, professoressa all'Università del North Carolina a Chapel Hill (Usa). Ha lavorato su varie tematiche della fisica e della cosmologia, interessandosi particolarmente nella possibilità di generare energia oscura dalle fisiche transplanckiane nella teoria delle stringhe, teoria del campo quantistico e gravitazionale nello spazio curvo e in “mondi brana” a più dimensioni. Di recente, dopo che è stata individuata, tramite il telescopio spaziale Wmap, una zona oscura con un diametro di 900 milioni di anni luce, Laura Marsini ha teorizzato che tale zona possa essersi generata quando il nostro Universo si stava formando ed era in contatto con altri universi con diversi leggi fisiche. Questa previsione si contestualizza nella teorie delle stringhe, la quale prevede un gran numero di universi coesistenti col nostro. By: Wikipedia

Un'immensa voragine nello spazio: "è il segno degli molti Universi paralleli" ?
C'è un'immensa voragine nell'Universo posta tra 6 e 10 miliardi di anni luce dalla Terra in un volume di spazio con un diametro di circa 900 milioni di anni luce. Agli strumenti che l'hanno scoperto appare come una gigantesca macchia oscura nel cielo. Un gruppo di ricercatori, tra i quali Laura Mersini, ha dato una spiegazione a tale fenomeno. "Non solo non è mai stato trovato un vuoto tanto grande, ma nessuna ipotesi sulla struttura dell'Universo lo aveva previsto", ha detto Lawrence Rudnick (Università del Minnesota), autore della scoperta del buco avvenuta nell’agosto 2007. "Avevamo puntato i radiotelescopi del Very Large Array verso la "macchia fredda" individuata dal telescopio spaziale Wmap (Wilkinson Microwave Anisotopy Probe)", ha spiegato Rudnick. “La "macchia fredda" è un’anomalia presente nella mappa della "radiazione cosmica di fondo" dell'Universo, la quale presenta variazioni tra un punto e l'altro che non superano lo 0,001 per cento. Ma da tale "macchia fredda" non ci arrivava alcun "fotone". Ciò stava ad indicare che l'area era totalmente vuota di materia”. A cura di Luigi Bignami (23-11-2007)

 

 

Debra Fisher

   She has co-authored over 80 papers on dwarf and sub-stellar mass objects in the galactic neighbourhood, including many on extrasolar planets.

 Interview with Dr. Debra Fischer, Planet-Hunter    By: www.womanastronomer.com

Dr. Debra Fischer began hunting planets orbiting around other stars as a graduate student at the University of California, Santa Cruz. She is currently a professor of astronomy at San Francisco State University and continues her quest for worlds around distant stars. Dr. Fischer is an amazing astronomer and an incredible woman. She took some time from her busy schedule to answer a few questions about her research and her life as a woman astronomer.

 The Woman Astronomer: Dr. Fischer, you have a very exciting career searching for planets orbiting around other stars. How did you get into this area of research?

Dr. Debra Fischer: It is some combination of curiosity and luck. Curiosity led me through my course of study in science and physics to pursue a graduate degree in astrophysics at UC Santa Cruz. But, the luck part was really important too. As I was finishing grad school, my former thesis advisor in physics at SF State, Geoff Marcy, and colleague Paul Butler had just confirmed the detection by Michele Mayor and Didier Queloz of a planet orbiting 51 Peg. Paul was heading off to the Anglo Australian Telescope and he and Geoff were starting a program at Keck Observatory. So, I joined as a postdoctoral fellow, managing the Lick Observatory program.

The Woman Astronomer: To the best of my knowledge, extrasolar planets are mainly found by using one of two methods, either measuring the wobble created by the planet’s gravitational tug on the parent star or by measuring the reduction of light from the star as the planet transits in front of it. Which method do you use and why?

Dr. Debra Fischer: There are a couple of other techniques that are starting to reach maturity now - notably microlensing. However, the first technique is the one you describe, called the "Doppler" technique. We monitor the velocities of stars on our samples, searching for tiny gravitational tugs from the orbiting planets. My experience is with this technique, and that's what I've used. The Doppler method has detected most of the ~250 known exoplanets.  However, when we find a good candidate, we pass the information to our friends who can measure the reduction of light from transiting planets. The best candidates are the ones that orbit extremely close to their suns - these planets are most likely to exhibit transits.

The Woman Astronomer: Where is the closest extrasolar planet to Earth? The farthest? Have any extrasolar planets been directly imaged?

Dr. Debra Fischer: The closest star with a detected planet (in fact with three planets) is GJ 876. The most distant detected planets come from deep photometric searches and are more than 3000 light years away. Their host stars are so faint that it is difficult to do any other follow-up science with them.

Imaging planets is the new Holy Grail and bonafide images with several pixels on the planet probably a decade or more away.

 The Woman Astronomer: What was the first planet you discovered? Would you describe what such a discovery meant to you?

Dr. Debra Fischer: The first planet I discovered at Lick Observatory was orbiting the star HD 217107. At the same time, I found another one orbiting the star HD 195019. These were among the 300 stars that I had added to the program at Lick so it was incredible to have that success. I felt like I was adding to the sum of human knowledge - an inheritance for my children and the children of the world.

 The Woman Astronomer: There have been over 200 extrasolar planets discovered to date. How many have you discovered and do you have a favorite? If so, what is special about this particular planet? Have you given it a working name other than its official designation?

Dr. Debra Fischer: In 1998, there was one star on the Lick program that was particularly special: Upsilon Andromeda. Geoff and Paul had discovered a planet there that was incredibly close to the star. It took only four days for this giant planet, about 250 times the mass of our Earth, to complete one circle around Upsilon Andromeda. However, they could see that there was something odd about the velocities - an upward trend that suggested the presence of a second, more distant planet. I was under orders to be vigilant in collecting data on this star, and I took this very seriously. As the outer planet was completing its orbit, I would work during the day in my office and dash up to the Observatory - a 2-hour, winding drive. We were losing Upsilon Andromeda - from our perspective, it was  moving behind the Sun (of course it is really the Earth that was moving around the Sun). So, I would take all the calibration images before sunset and set the telescope on the star. As soon as the Sun set, I opened the camera shutter and began collecting starlight that the instrument turns into a spectrum. This became a personal quest - me against the star. I would immediately run the analysis and plot up the next velocity point.
With the data in hand, and Upsilon Andromeda finally behind the Sun, my next job was to create a mathematical model that described the velocity measurements. At the same time a team at Harvard, led by Bob Noyes, called Geoff Marcy and said that they had data also showing the second planet and they decided to write a joint paper. But, I was struggling with the 2-planet model and feeling quite dejected because I couldn't get a good fit. To look at the noise in my fit, I subtracted my best 2-planet model from the real data and couldn't believe my eyes. A clear, coherent wiggle remained, looking for all the world like another planet. I changed my model to include three planets and found a perfect fit. The three planet model also worked better on the data from the Harvard team.
The result was picked up in the newspapers. Perhaps the best part of the story is that I then received a letter from a 4th grade class in Moscow, Idaho. They had been studying astronomy, and their teacher told them about the discovery. The students wondered if we had named the planets yet - of course, they had suggestions. The "little" planet in the system was the one found by Geoff and Paul in 1996 and the students wanted to call this 250-earth mass planet "Dinky." The next planet (the unexpected third planet I had modeled) was two times the mass of Jupiter so they suggested "Twopiter" as a name. And the outer planet that caused me to chase the star as it fell behind the Sun was four times the mass of our Jupiter (more than 1200 Earth masses) so they recommended "Fourpiter." The names were so clever that they stuck!
The thing I loved about this discovery, beyond the fact that I finally succeeded in modeling it, was that it was the first star where more than one planet had been found. It showed us that gravitational domains (kind of like personal space for people) were pushed close together, just like the planets in our solar system. It was our first clue that planet formation was truly a robust process.

The Woman Astronomer: Most of the extrasolar planets discovered so far have been massive, many times the size of Jupiter and Saturn, with orbits very close to their parent star. What does this tell us about solar system dynamics? What are the implications for our own solar system?

 Dr. Debra Fischer: Most of the planets that have been found have been big ones - not many times the mass of Jupiter, but typically Saturn (1/3 Jupiter) to 1-2 Jupiters in mass.  The fact that there are not many planets that are "super Jupiters" tells us that the protoplanetary disk, where planets are born, generally give rise to the types of planets in our solar system.  In the same way that a 15-pound baby is rare, planets that are several times the mass of Jupiter are exceedingly rare.
As we look harder, we see that the lowest mass planets are the most common. We find that planets in multi-planet systems are "packed" together to the edge of gravitational stability. This is true in our solar system as well. Simulations show that in about 4 billion years, some of the small planets (Mercury and then Pluto) are likely to be ejected from the gravitational jostling of the other planets.  But, of course, the IAU already ejected Pluto as a planet!

 

Il pianeta simile alla Terra: Gliese 581 c

Il primo pianeta extrasolare scoperto ad avere caratteristiche simili a quelle della Terra è: Gliese 581 c. È il più piccolo pianeta scoperto attorno a una stella nella sequenza principale. La stima della sua massa dipende dalla stima della massa degli altri pianeti nel sistema stellare Gliese 581. Utilizzando come riferimento la massa nota di Gliese 581 b, e ipotizzando la presenza di Gliese 581 d, la massa di Gliese 581 c è stata stimata in circa 5,03 masse terrestri. Supponendo che il pianeta sia un pianeta roccioso, il suo raggio dovrebbe essere del 50% superiore a quello della Terra, e la gravità sulla sua superficie dovrebbe essere 2.2 volte superiore a quella terrestre.
Gliese 581 c ha un periodo orbitale di 13 giorni terrestri e il raggio della sua orbita è solo il 7% di quello Terrestre, essendo di soli 11 milioni di chilometri; mentre il raggio dell'orbita terrestre è di circa 150 milioni di chilometri. Dato che la stella del sistema Gliese 581 è molto meno luminosa del Sole, la ridotta distanza orbitale colloca il pianeta nella zona abitabile della stella. La temperatura media di Gliese 581 c dovrebbe essere compresa tra 0 e 40 °C.
Il pianeta potrebbe essere bloccato dall'effetto di marea e quindi potrebbe avere una faccia sempre rivolta verso la stella e una faccia sempre in ombra, come accade alla Luna rispetto alla Terra. In tal caso la faccia esposta verso il sole sarebbe troppo calda, mentre la faccia non illuminata sarebbe probabilmente troppo fredda per ospitare forme di vita. Comunque rimarrebbe una zona di confine tra le due facce con una temperatura adatta ad ospitare forme di vita, anche simili a quelle terrestri.  By: wikipedia

 

The Woman Astronomer: The first extrasolar planet with possible Earth-like properties was recently discovered orbiting Gliese 581. With over 200 discoveries since 1995, why did it take so long? What does this planet tell us about our own solar system?

Dr. Debra Fischer: The Doppler technique relies on the ability of the planet to move the star around. The smaller the planet, and the further it resides from the star, the weaker the tug. Our measurement precision is now 1 m/s. For stars that are waltzing with partner planets at speeds faster than 1 or 2 meters per second, we can now detect the perturbing planet. But Earth exerts only a 0.1 m/s tug on the Sun. We are a long way from being able to detect that!
I've hit upon this idea that planets in our solar system and (in some cases) other solar systems are pushed as close together as they can be and still remain in stable orbits. That's because I think this is a fundamental characteristic, inherited by the way planets form in their disks. This is speculation - I could certainly be wrong - but my gut instinct is that this is probably right. If right, take the (correct) statement that about 10% of the stars have detected "Jupiters."  What about the other 90%? In systems where we just detect one "Jupiter," what else is there? How would our own solar system look to us if we lived on a planet orbiting another star? Answering my last question first, our technique might have detected Jupiter, but would never have detected any of the other planets in our solar system. If planets are typically stacked up, then it suggests that (undetectable) Earths are common. The detection of GJ 581 (b,c, and d!) are scratching down to the low mass regime and supports the idea that rocky planets are common.

The Woman Astronomer:: What is the future of extrasolar planet hunting?

Dr. Debra Fischer: It's hard to say. Given support from funding agencies, we could continue to improve our precision and find lower mass planets. The perfect compliment to our work is a space born mission to do "astrometry," measuring wobbles of stars in the plane of the sky with unimaginable, unprecedented, but completely attainable precision. These techniques (astrometry plus Doppler) will work together and they would find Earths around the closest stars in "habitable zones," where liquid water could exist.

But, in an era where NASA is planning a return to the Moon and manned missions to Mars, funding for science may be cut to the bone. It's tough for scientists who invest the prime decades of their careers to have missions pulled from under them. Yet, this happens regularly. The Stratospheric Observatory For Infrared Astronomy (SOFIA), the Space Interferometry Mission (SIM), the Keck Interferometers, the Terrestrial Planet Finder (TPF) are some examples that I've seen struggling to stay upright in the current political winds. To be fair, most missions run over cost. Once a mission is selected by NASA, contractors may raise their prices or the engineers encounter unexpected problems. This creates a nightmare for the management of these projects by agencies like NASA. Nevertheless, the system is very political, changing with 4-year election cycles, and that's a tough way to do science.

The Woman Astronomer: Would you please describe a typical day in the life of an extrasolar planet hunter? What do you find most rewarding in this career? Are there any disappointments?

Dr. Debra Fischer: Maybe what I like best is that there isn't a typical day.

I go to the telescope to collect data, working all through the night and sleeping in the mornings. This is my favorite time - it's peaceful and focused - my one job is to make sure the data are perfect. I work at Lick Observatory, the Keck Observatory, Subaru Observatory and Las Campanas Observatory. I spend at least 50 nights per year at various Observatories. As telescopes become robotic (it's happening everywhere) this is the one thing that will disappear from the astronomer's job description. I'm glad I'm an astronomer now!
I teach and spend about 4 hours preparing for each of my lectures. I don't like teaching the same course more than 2-3 times - it gets boring, so I like to design new courses like "Astrobiology" that I'm teaching now at SF State.
I work with graduate students, helping them to select projects that will bear scientific fruit and acting as a sounding board and mentor.
I publish results as fast as I can, and I've always got several papers that could go out tomorrow if only I had enough time to finish them up.
I give public talks and colloquium - about one every other month.
I write telescope proposals (about 6 per year).
I write funding proposals (about 1 per year).
I work with colleagues all over the world, taking observations or analyzing spectra for their projects.
What don't I like? As you could probably tell from my last answer, I find the politics of science to be distressing, not for myself, but for my colleagues who are more affected and less able to speak out.

The Woman Astronomer: If someone wanted to pursue a career in planet hunting, what would they need to do? Are there particular areas of study they should pursue? What degree programs are best suited for a career in planet hunting?

Dr. Debra Fischer: To be a planet-hunter or an astronomer, you need to take as much science as possible. Undergrads should take mathematics, biology, chemistry, physics, astronomy. But, don't neglect philosophy, languages, literature, music and any other classes that interest you - they'll help you think "outside the box."

There is no question that most graduate programs prefer students with undergraduate degrees in physics, and you'll need the Physics GRE (in addition to the regular GRE) to apply to doctoral programs. If you need to strengthen your background, consider a Masters program in Physics - SF State has a terrific program and great success at helping students move on to top rank institutions.

So, the next step is obviously grad school where the terminal degree is a Ph.D. You should aim to establish your expertise - grad students are often first author on 2 - 5 papers by the time they graduate.

Next, leave your doctoral institution for a postdoctoral fellowship somewhere else. You can see that this is all hard to do with a partner and kids. So, I'd like to end by thanking my amazing husband and 3 kids who have supported me through the years.

The Woman Astronomer: Dr. Fischer, thank you for your time. You are truly an amazing woman astronomer!

 

Angioletta Coradini

Planetologa (direttore dell'Istituto di Fisica dello Spazio Interplanetario dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF).

Strumento italiano conferma la presenza di acqua su luna di Saturno.
Dopo la scoperta effettuata sul piccolo Encelado, vi sono sempre maggiori indizi dell'esistenza di acqua allo stato liquido su altri corpi del Sistema Solare. Arriva da uno strumento ideato in Italia la conferma che su una delle lune di Saturno, Encelado, possa trovarsi acqua. La scoperta è stata segnalata da Science, che ha dedicato nove articoli ai risultati più recenti della missione Cassini, organizzata da le agenzie spaziali di Stati Uniti (NASA), Europa (ESA) e Italia (ASI). E' stato lo spettrometro VIMS (Visual and infrared mapping spectrometer), realizzato in collaborazione fra ASI e Jet Propulsion Laboratory (JPL) della NASA, a confermare quello che i ricercatori sospettavano da tempo. "Già dai dati del Voyager era emersa una forte correlazione tra la possibile presenza di acqua nell'anello di Saturno indicato con la lettera “E” e la possibile presenza di acqua su Encelado", ha detto la planetologa Angioletta Coradini, la quale ha anche firmato l'articolo di Science sull'analisi della composizione e delle proprietà fisiche della superficie di Encelado insieme ai colleghi dell'INAF Vittorio Formisano, Fabrizio Capaccioni, Giancarlo Bellucci e Priscilla Cerroni.
 By: www.newton.rcs.it/

 [La dott.ssa Angioletta Coradini è stata relatore anche alle conferenze del Gruppo Astrofili Hipparcos].

 

 

LE PRIME DUE DONNE NELLO SPAZIO: UNA COSMONAUTA ED UNA ASTRONAUTA

Valentina Tereshkova (1937) 

   Valentina Vladimirovna Nikolayeva Tereshkova, cosmonauta ex URSS, è stata la prima donna ad  andare nello spazio. Partì il 16 giugno 1963 a 26 anni con la "Vostok 6" e compì 48 rivoluzioni attorno alla Terra rimanendo nello spazio 2 giorni, 22 h e 50 min.

Sally Kristen Ride (1951-)

   E’ stata la prima astronauta americana a raggiungere il 18-6-1983 lo spazio (missione Shuttle STS-7). Prima di lei solo due donne, le sovietiche Valentina Tereshkova (1963) and Svetlana Savitskaya (1982), avevano compiuto la medesima impresa.   By: http://it.wikipedia.org

 

 

INOLTRE: QUATTRO DONNE DA RICORDARE !  (al 2003)

 

Christa McAuliffe (1948-1986)

    Astronauta e insegnante (USA) deceduta con l’incidente dello Space Shuttle Challenger (28-1-1986).

 

Judith Resnik (1949-1986)

  Astronauta (USA) deceduta con l’incidente dello Space Shuttle Challenger (28-1-1986).

 

Kalpana Chawla (1961-2003)

   Astronauta (India) deceduta con l’incidente dello Space Shuttle Columbia (1-2-2003).

 

Laurel Clark (1961-2003)

Astronauta (USA), capitano di fregata della Marina, deceduta con l’incidente dello Space Shuttle Columbia (1-2-2003).

 

 

There are 68 craters on the Moon with female names, with 28 named for actual women that have made contributions to humanity. The remaining 40 craters are female names from various nationalities. The most recent additions were made in 1988 to honor the two women, Christa McAuliffe and Judy Resnick, who perished in the Challenger disaster of 1986.
By: www.womanastronomer.com

 

 

INFINE POSSIAMO RICORDARE DUE GIOVANI ASTRONOME.

 

Andrea Mia Ghez (1965-)

  Is an astronomer and professor in the Department of Physics and Astronomy at UCLA. Her current research involves using high spatial resolution imaging techniques, such as the adaptive optics system at the Keck telescopes, to study star-forming regions and the supermassive black hole at the center of the Milky Way galaxy known as Sagittarius A. She uses the kinematics of stars near the center of the galaxy as a probe to investigate this region. In 2004, Andrea was elected to the National Academy of Sciences.
(By Wikipedia.org)

Honors and Awards:
Aaronson Award, 2006 National Academy of Science, elected 2004 American Academy of Arts & Sciences , elected 2004 Gold Shield Faculty Prize , 2004 Sackler Prize , 2004 95th Faculty Research Lecture Award , 2003 Maria Goeppert-Mayer Award from the American Physical Society, 1999 Newton Lacy Pierce Prize from the American Astronomical Society, 1998 David and Lucile Packard Fellowship, 1996 Alfred P. Sloan Research Fellowship, 1996 Fullam/Dudley Award, 1995 NSF Young Investigator Award, 1994 Annie Jump Cannon Award, 1994 Hubble Postdoctoral Fellowship, 1992 Pacific Telesis Fellowship, 1991 Caltech Teaching Award, 1991 Amelia Earhart Award, 1987.
(By: www.astro.ucla.edu - 2007 )

 

 

Yaël Nazé (1976-)

  Giovanissima ricercatrice presso l’Istituto di Astrofisica di Liegi, ha ricevuto nel 2006 a Parigi il prestigioso premio Jean Rostand - Plume d'Or per il suo libro L'Astronomie au Féminin, dopo aver già vinto il premio La Haute Maurienne per l'altro suo libro Les couleurs de l'Univers. Un giornalista nel 2006 le ha rivolto due domande: “Quali sono le principali scoperte delle astronome descritte nel libro?”
Lei ha risposto: “Qualche esempio? Chi detiene il record delle scoperte di comete? Una donna. Chi ha consentito di comprendere com’è organizzata la moltitudine delle stelle? Una donna.
Chi ha scoperto la legge che permette di misurare l’Universo, ha trovato i fari dello spazio, ha compreso il funzionamento della “fucina” delle stelle e ha sconvolto la nostra visione dell’Universo? Ancora e sempre una donna.
Ma oggi esistono ancora discriminazioni fra uomini e donne nella ricerca?” Lei ha risposto: “Come in tutte le discipline, anche nella ricerca la donna è svantaggiata. Se decide di avere figli, ad esempio, rischia di dover interrompere, almeno momentaneamente, i suoi studi. Ma è un problema della società nel suo complesso, non solo della carriera scientifica”.

musillipietro@gmail.com