Albert Einstein  (1879-1955)

  Fisico, matematico e filosofo, tra gli scienziati più importanti del XX secolo, Einstein è famoso soprattutto per il "Saggio sull'elettrodinamica dei corpi in moto" (Zur Elektrodynamik bewegter körper), ossia la teoria della relatività ristretta o teoria speciale della relatività (giugno 1905)  pubblicata sulla rivista tedesca "Annalen der Physik" e per i “I fondamenti della teoria della relatività generale” (1916) (Die Grundlagen der allgemeinen Relativitätstheorie).

Egli ricevette il premio Nobel per la fisica nel 1921 per l'ipotesi fotonica del suo articolo del 1905 con cui aveva spiegato l'effetto fotoelettrico, tra l'altro confermando le teorie di Planck.

L'elettrodinamica dei corpi in movimento
A. Einstein, Annalen der Physik 17, 891 (1905).
 

I fondamenti della teoria della relatività generale
A. Einstein, Annalen der Physik 49, 769 (1916).
 

Einstein probabilmente non sarebbe riuscito a costruire la sua teoria della relatività generale (1915-16) se non ci fossero stati tali geni: Carl Friedrich Gauss, Nikolaj Lobačevskij, János Bolyai e soprattutto Bernhard Riemann; nonché, i due grandi matematici italiani: Gregorio Ricci-Curbastro e Tullio Levi-Civita. Il primo creò il calcolo differenziale assoluto, da cui il suo allievo Tullio Levi-Civita svilupperà il calcolo tensoriale.

Inoltre, a parte il grande Einstein, ricordiamo altresì alcuni grandi fisici della meccanica quantistica, premi Nobel e geni quali: Niels Bohr, Werner Heisenberg, Enrico Fermi, Erwin Schrödinger, Louis de Broglie, Paul Dirac, Max Planck, Max Born, Wolfgang Pauli, ecc.

E come non ricordare la famosa Conferenza di Solvay del 1927, dove c’erano quasi tutti i grandi fisici dell'epoca, eccetto Enrico Fermi, Ettore Majorana e qualcun altro; tra l'altro era presente anche Marie Curie (unica donna ad aver vinto 2 premi Nobel: per la fisica e per la chimica).

"Se ho potuto vedere più lontano degli altri, è perché sono salito sulle spalle dei giganti".   (Frase attribuita ad Isaac Newton)

Einstein nacque ad Ulm (Württemberg) in Germania il 14 marzo 1879 e dopo soli due mesi la sua famiglia si trasferì a Monaco; nel 1896 si trasferì in Svizzera, si iscrisse al Politecnico di Zurigo, diplomandosi nel 1901 e conseguì il dottorato nel 1905 mentre lavorava presso l'Ufficio brevetti di Berna. Nel 1911 andò a vivere a Praga e nel 1914 fu nominato direttore dell'Istituto di Fisica di Berlino, dove rimase fino al 1933, proprio l'anno in cui Hitler assume il potere in Germania. Quindi dal 1933 egli resterà stabilmente negli Stati Uniti continuando le sue ricerche all'Institute of Advanced Studies a Princeton. Einstein morì a Princeton il 18 aprile 1955.

Albert Einstein quando era a Princeton aveva, tra gli altri, un grande amico: il grande logico matematico Kurt Gödel (1906 - 1978), famoso per  i fondamentali e "rivoluzionari" Teoremi di incompletezza (o indecidibilità) del 1931.

Nel 1905 Einstein scrisse i suoi tre famosi articoli: il primo nel mese di marzo dal titolo "Un punto di vista euristico relativo alla generazione e trasmissione della luce (che sostanzialmente è considerato l'atto di nascita del fotone, ossia l'unità di base fondamentale della radiazione luminosa), la dimostrazione dell'effetto fotoelettrico e quindi del duplice carattere, corpuscolare e di onda, della radiazione (per tale scoperta egli sarà premiato nel 1921 con il Nobel); in maggio fece pubblicare un articolo sul moto browniano (corrispondente alla dimostrazione della esistenza delle molecole che, come gli atomi, erano ancora considerate da molti studiosi degli "enti ideali" privi di reale esistenza fisica; nel mese di giugno, come già  accennato, fece pubblicare il suo capolavoro: "Saggio sull'elettrodinamica dei corpi in moto".

Einstein, tramite lo studio sull'effetto fotoelettrico, diede quindi un impulso alla meccanica quantistica, anche se non fu mai convinto del significato di quella teoria (ed è famosa la sua affermazione: "Dio non gioca a dadi") non potendone accettare l'aspetto probabilistico.

Einstein diede anche importanti contributi allo sviluppo della meccanica quantistica, della meccanica statistica e della cosmologia ed ha inoltre scritto: Relatività: esposizione divulgativa (1920), Il significato della relatività (1921), Come io vedo il mondo (1934), L'evoluzione della fisica (1938), scritto anche con L. Infeld.

Un famoso "errore" di Einstein: il grande scienziato tedesco fece pubblicare nel 1917, circa un anno dopo la divulgazione della teoria della relatività generale, un suo famoso articolo dal titolo "Considerazioni cosmologiche sulla teoria generale della relatività" nel quale, non potendo conoscere ancora ciò che Hubble e Humason (la cosiddetta legge di Hubble-Humason) scopriranno in seguito, veniva proposta la tesi poi risultata erronea di un Universo statico e immutevole e dove veniva introdotta la famosa "costante cosmologica".

 

Alcuni grandi scienziati che hanno dato un contributo più o meno cospicuo alle teorie di Einstein.

Hermann Minkowski (1864-1909)
E’ famoso per aver aggiunto alla nozione delle tre dimensioni dello spazio anche la nozione di una quarta dimensione, il tempo, concepito come un continuo (cronotopo); e ciò ha costituito una delle cornici matematiche più importanti all’interno della quale fu poi elaborata la teoria einsteiniana della relatività generale. Si è occupato anche delle proprietà delle forme quadratiche e di geometria algebrica. Ha avuto tra i suoi allievi anche Einstein.

Jules Henri Poincaré (1954-1912)
Ha fatto fare grandi passi avanti all'analisi matematica, alla teoria delle funzioni e allo sviluppo della fisica matematica e ha contribuito in modo determinante allo sviluppo della teoria della relatività generale di Einstein. E' inoltre stato uno dei creatori della "topologia".

Bernhard Riemann  (1826-1866)
Il grande matematico delle geometrie non euclidee.

Tullio Levi-Civita  (1873-1941), matematico italiano.

Gregorio Ricci-Curbastro  (1853-1925), matematico italiano.

Arthur Eddington (1882-1944)
Ha provato per la prima volta la validità della teoria della relatività generale di Einstein. Egli è tra l’altro considerato uno dei fondatori dell’astrofisica teorica ed ha sviluppato la teoria delle atmosfere stellari.


Roma 30-7-2004, Pietro Musilli
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