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RICETTE TIPICHE CASTELLAMMARESI

Alivi a cunigghiu ( in allestimento)

Biscotto Umberto

Kg 2,5 d farina 00, gr 700 di sugna, gr 700 di zucchero semolato, gr 75 di ammoniaca, litri 1 di latte intero. Impastare molto velocemente. Se l’impasto viene lavorato troppo, perde elasticità. Stendere l’impasto con il mattarello su di una spianatoia portando la sfoglia a circa 1 cm di spessore. Passare i rebbi di una forchetta sulla sfoglia e tagliare. Attenzione, il forno non deve superare  200 gradi altrimenti i biscotti si cuociono subito dall’esterno e l’interno non diventa friabile.

Cannoli

La ricetta della pasta è uguale a quella delle “Cassatelle”. C’è chi aggiunge un cucchiaio di cacao amaro alla farina, oppure, un cucchiaio di caffè in polvere, ciò per dare una coloritura scura alle bucce di cannoli. Stendere la sfoglia non troppo sottile. Fare dei quadrati delle dimensioni di cm 12x12, prendere dei cannoli di latta e adagiarli sulla diagonale del quadrato. Portare i due lembi della sfoglia sul cannolo di latta e pressare bene, onde evitare che durante la cottura i lembi si stacchino. L’olio deve essere abbastanza caldo per friggerle. Per la farcitura: 1 kg di ricotta di pecora ben asciutta, gr 700 di zucchero semolato, 1 goccia di olio di cannella, mezza buccia di limone grattugiata. Setacciare la ricotta con il passapomodoro e renderla finissima. Guarnire i cannoli con fettine di arancia candita o con tondini di arancia candita.

Cassateddi

Ingredienti: gr 300 farina rimacino, gr 80 strutto oppure n.1 bicchiere di olio, mezzo bicchiere di vino oppure vermouth, n.2 cucchiai di aceto. Mettere la farina sullo spianatoio. Fare il cratere e versarvi lo strutto liquefatto. Lavorare bene la farina con lo strutto indi aggiungere gli altri ingredienti. Impastare il tutto. L’impasto deve essere consistente. Fare riposare l’impasto per due ore. Stendere una sfoglia molto sottile e metterci al centro un cucchiaio di ricotta condita come segue. Ripiegare la sfoglia e sigillare i bordi.

Per la farcitura: kg 1 ricotta asciutta, gr 650 zucchero semolato, la buccia di un limone grattugiato, mezzo cucchiaino di cannella in polvere, un cucchiaio di marsala. Mescolare il tutto e passare con il passapomodoro. C’è chi preferisce la ricotta grezza, cioè non passata con il passamodoro.

Ficu squarati e Meli di ficu

Durante i mesi estivi, prendere dei fichi non tanto maturi, porli in una pentola e coprirli di acqua. Fare cuocere fino all’ebollizione. Con una forchetta accertarsi che i fichi siano cotti. Raggiungono la cottura quando i fichi, sotto il peso della forchetta, si schiacciano un po’.

(Mettere da parte il brodo di cottura.) A questo punto togliere dall’acqua i fichi e metterli ad asciugare al sole su di un tavolo o du una “cannara”, avendo cura di rigirarli ogni giorno per farli bene asciugare. La notte mettere al coperto i fichi per evitare che la rugiada li bagni. Quando saranno ben seccati, porli in un sacchetto di tela in luogo asciutto. Dopo circa tre mesi saranno con un leggerissimo velo bianco di zucchero. Questi vengono chiamati “ficu squarati”.

Se si vuole ottenere anche il “Meli di ficu” fare restringere il brodo di cottura dei fichi fino a quando avrà raggiunto un colore scuro e la consistenza di miele. Appena freddo, versarlo  in barattoli, conservandoli al fresco.

Minni di virgini

Ingredienti: n. 2 uova,  gr. 200 zucchero semolato, gr. 600 farina 00, gr. 100 strutto, gr. 18 ammoniaca, gr. 250 latte intero.

Montare a neve gli albumi. Sbattere i tuorli a solo e quando saranno diventati quasi bianchi aggiungere gli albumi montati a neve. A parte sciogliere lo strutto, riunirlo al latte  aggiungendo lo zucchero e l’ammoniaca. Mescolare fino a quando lo zucchero sarà sciolto e versare il tutto, a poco a poco, sulle uova lavorate. Lavorare per pochi minuti il composto ed infine aggiungere la farina a poco a poco. Impastare e fare riposare per una decina di minuti. Con la pasta fare dei panetti di circa 50 grammi, appiattirli sulla spianatoia e con un matterello fare dei dischi di 10 centimetri di diametro. Mettere al centro di ogni dischetto un cucchiaio di crema di latte come da ricetta descritta in calce. Chiudere i lembi del disco avendo cura di mettere la parte chiusa in basso. Con la mano cercare di arrotondare la parte superiore del dolce in modo da formare una specie di capezzolo. Spennellare con uovo intero sbattuto. Infornare a 200 gradi.

Crema al latte. Ingredienti: 1 litro di latte, gr. 300 zucchero,  gr.150 amido per dolci, scorza di un limone grattugiato, gr. 100 di goccine di cioccolato.

Prendere 750 grammi di latte aggiungervi lo zucchero e la buccia di limone grattugiata e metterli in un tegame, portare ad ebollizione mescolando di tanto in tanto. Nel frattempo, in una ciotola  contenente l’amido, versare a poco a poco il rimanente latte avendo cura che non si formino grumi. Quando il latte posto sul fuoco comincia a bollire, versarsi l’amido sciolto con l’altro latte e mescolare fino a quando non si sarà addensato. (Deve bollire per almeno 5 minuti altrimenti la crema viene molle). Quando la crema è cotta aggiungere le goccine di cioccolato.   

Mostarda

Ingredienti:  litri 2 di mosto, gr 250 semola oppure gr 350 di farina, gr 100 zucchero, aromi a piacere (vaniglia, cannella, chiodi di garofano), gr 400 mandorle pelate e asciugate al forno per qualche minuto.

Sbollentare il mosto per almeno 5 minuti e filtrarlo. Aggiungere la semola, lo zucchero, gli aromi e le mandorle. Porre sul fuoco e mescolando continuamente con un cucchiaio di legno fare cuocere fino a quando si sarà addensato sufficientemente.

Versare l’impasto su dei fogli di carta oleata e livellare. Lo spessore deve essere di 2 centimetri. Esporre al sole per un giorno indi tagliare dei quadratini ed esporli al sole per farli asciugare. La mostarda deve asciugare per almeno un mese. Quando sono bene asciutti riporli in un barattolo di latta ben chiuso. Conservarli fino a quando non si sarà formato un sottile velo di zucchero.

Mustazzoli di vino cotto

Ingredienti: Kg 1 di semolino, gr 50 strutto, buccia di arancia grattugiata, 1 cucchiaino di pepe in polvere, vinocotto quanto basta.

Mettere a fontanella in una spianatoia la farina, versare lo strutto liquefatto e fatto raffreddare, lavorare con le mani per renderla omogenea. Aggiungere il pepe, la buccia di arancia ed impastare con il vinocotto fino ad ottenere un impasto consistente. Formare un rotolo del diametro di tre dita. Schiacciare leggermente il rotolo e tagliarlo in tanti piccoli rombi. Infornare a 200 gradi avendo cura di fare cuocere bene e fare asciugare senza farli bruciare. Conservare in contenitori ponendo nel barattolo dei pezzettini di buccia di arancia abbrustolita. All’impasto si possono aggiungere delle mandorle leggermente tostate.

 Panelle

 Pasta cu li pisci a mari

Ingredienti per 4 persone: 300 gr di pasta del tipo capelli d’Angelo, 2 spicchi di aglio, un grosso ciuffo di prezzemolo, 4 pomodori pelati pestati, un pugnetto di mandorle pestate nel mortaio, olio abbondante, formaggio pecorino grattugiato.

Preparazione: In una pentola tagliare sottilmente l’aglio, aggiungere l’olio, il prezzemolo, i   pomodori pelati pestati e le mandorle. Fare cuocere per 10 minuti, facendo restringere il sughetto, indi aggiungere l’acqua, quanto basta per cuocere la pasta, fare bollire e tuffarvi la pasta. A cottura ultimata servire con un po’ di brodetto. Cospargere con pecorino grattugiato.

Pastine di mennula  

Ingredienti: Kg 1 di farina di mandorla, kg 1 zucchero semolato, la buccia grattugiata di mezzo limone, n.5 albumi.

Impastare con le mani il tutto e con una tasca da pasticciere fare delle rosette su di una teglia. Spennellare con della gelatina (per dare lucentezza) e ricoprire con zucchero semolato. Cuocere a 200 gradi.

Le rosette possono essere decorate con ciliegie candite, con scorza di arancia candita, con mandorla, con filetti di mandorla, con pinoli, con semi di anice. Utilizzando i filetti di mandorla, i pinoli, e i semi di anice, non occorre  spennellare la gelatina. 

Polpette di “carduna”

Pulire i cardi, togliendo sommariamente le nervature, tagliarli e metterli a mollo in acqua dove sia stato spremuto un limone. Fare bollire l’acqua con sale abbondante e tuffarvi i cardi. Quando saranno ben cotti, scolarli e farli raffreddare, indi, a poco a poco, passarli con il passa pomodoro. Impastarli in una terrina con mollica di pane di semola, uova, pecorino grattugiato, sale, pepe, noce moscata, aglio, prezzemolo. Se l’impasto è duro aggiungere un po’ di brodo di cottura, se, invece, è molle aggiungere mollica e formaggio. Con l’impasto ottenuto fare delle polpette e friggerle in abbondante olio ben caldo. Servire tiepidi.

Pumaroru sicchi ripieni

Mettere a mollo per una notte in abbondante acqua, i pomodori secchi salati; dopo averli scolati, a uno a uno passarli sotto l’acqua corrente, al fine di togliere la maggior parte dei semini e scolarli per bene. A parte, preparare in una terrina, mollica di pane di semola raffermo di qualche giorno, aggiungere abbondante prezzemolo, aglio tritato finemente, sale, pepe e formaggio pecorino grattugiato, impastare con un po’ di olio di oliva. Riempire i pomodori pressandoli con le mani e friggere in olio di oliva abbondante.

Sfince di San Giuseppe 

Ingredienti: 1 litro di acqua, gr 400 di strutto. (Lo strutto può essere sostituito da burro, margarina. In tal caso vengono più morbidi e meno croccanti)

Fare bollire l’acqua e lo strutto e quando bolle aggiungere gr. 800 di farina 00 avendo cura di mescolare sul fuoco fino a quando l’impasto non si stacchi dai bordi della pentola, quindi togliere dal fuoco. Aggiungere a questo impasto, circa n.25 uova intere. Le uova devono essere aggiunte ad uno ad uno, cioè quando l’impasto avrà assorbito uovo dopo uovo. E’ consigliabile lavorare l’impasto in una planetaria o con uno sbattitore elettrico. Aggiungere un pizzico di vaniglia e la buccia di un limone grattugiato. Si può aggiungere anche 1 cucchiaino di bicarbonato ed un pizzico di sale). Prendere la friggitrice elettrica oppure un tegame profondo, riempirlo di olio di semi e portare all’ebollizione. La temperatura dell’olio non deve superare i 190 gradi. Il segreto per la riuscita delle sfince sta nella temperatura dell’olio. Se l’olio non è sufficientemente caldo, le sfince non gonfieranno bene. Invece se l’olio è troppo caldo, la sfincia si brucia subito e l’interno rimane pastoso. Altro accorgimento: quando si versa l’impasto con un cucchiaio nell’olio caldo, appena cominciano a gonfiare “mazziarli”  ripetutamente con un cucchiaio. La superficie della sfincia in tal modo “mazziata” permette che l’impasto gonfi e diventi enorme. Quest’ultimo particolare è il segreto dei pasticcieri. Se non vengono “mazziati” (picchiati) la sfincia rimane “acchiancata”. Per la farcitura vale la stessa ricetta dei cannoli. Lo stesso dicasi per la guarnizione.

Taralle

Ingredienti: Kg 1 farina 00, gr 200 sugna, gr 300 zucchero semolato, gr 35 ammoniaca, un pizzico di giallo uovo (comprare in drogheria), un pizzico di vaniglia. Mettere la farina sullo spianatoio, versarvi sopra la vaniglia ed il giallo uovo (colore per pasticceria), mescolare e formare la fontanella. Sciogliere la sugna e versarla nella fontanella. Lavorare con i palmi delle mani per fare amalgamare la sugna alla farina. Aggiungere lo zucchero e lavorare ancora. Infine mettere l’ammoniaca in un bicchiere di latte tiepido, fare sciogliere per bene e versarlo nella fontanella. Impastare in modo da ottenere un impasto non troppo morbido. Se occorre, aggiungere dell’altro latte. Il tutto dipende dal grado di umidità che la farina contiene e dal potere agglutinante della stessa. Fare riposare in frigo l’impasto per una notte indi stendere a forma di dito piuttosto lungo. Attorcigliare ed attaccare le estremità. Il forno non deve superare i 250 gradi. Quando saranno freddi si immergeranno nella velata. Vedi ricetta a parte.

Velata per taralle

Ingredienti: Kg 1 zucchero semolato, gr 300 acqua. Porre in una pentola bassa e larga. Cuocere fino a quando si ottiene uno sciroppo molto denso. Prendere una goccia di questo sciroppo e porlo tra indice e pollice. Distaccare le dita e controllare se il filo di sciroppo si rompe. Lo sciroppo è pronto quando, distanziando le dita, la goccia fila e non si rompe. Per evitare scottatura alle dita, bagnarli con acqua. Spegnere il fuoco e fare raffreddare, non del tutto lo zucchero cotto. Lo zucchero è pronto quando incomincia a fare un velo sulla superficie. Mettere nello zucchero cotto le taralle già cotte e raffreddate, mescolando il tutto con un cucchiaio di legno. Fatto ciò togliere le taralle dallo zucchero, farle gocciolare e deporle ad una ad una sopra una lastra di marmo. Se non si dispone di tavolo di marmo, porre su di un tavolo di legno o sulla spianatoia un foglio di carta siliconata (in drogheria).

Vinu cottu

Prendere 20 litri di mosto, aggiungere un chilo di zucchero e farlo sciogliere mescolando con un cucchiaio di legno. Mettere sul fuoco avendo cura di porre sul fondo della pentola un pezzetto di coccio per evitare che il mosto si attacchi sul fondo. Fare cuocere a fuoco vivo mescolando di tanto in tanto fino a quando bolle. Non appena bolle, abbassare la fiamma e mescolare con più frequenza, avendo cura di mescolare anche sul fondo. Il vino cotto è pronto quando il mosto si sarà ridotto a circa un litro. Fare la prova facendone cadere una goccia su di un piatto asciutto, che messo obliquamente non lasci scivolare la goccia. Appena raffreddato mettere in bottiglie, tappare e conservare al fresco. Il vino cotto viene impiegato maggiormente per fare le “Mustazzole” e per condire la “Cuccia”. 

Viscotta di San Martinu ( in allestimento)

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